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15/09/2020
Cosa succederà dopo le regionali?
Ci sono diversi scenari per la tenuta o la caduta del Governo Conte

Il 20 e 21 settembre si voterà in 6 Regioni: oggi 4 di queste, Toscana, Marche, Campania e Puglia, sono governate dal centrosinistra, mentre 2, Veneto e Liguria, dal centrodestra. Secondo i sondaggi, però, questo quadro potrebbe addirittura ribaltarsi con un 4 a 2 per il centrodestra, con una vittoria ancora più clamorosa 5 a 1; oppure in un pareggio 3 a 3. Tre scenari, quindi, ognuno dei quali innescherebbe conseguenze politiche ben diverse sul governo «giallorosso» guidato da Giuseppe Conte.

In caso di pareggio, se rispetto a oggi il centrodestra riuscisse a conquistare «solo» le Marche o la Puglia, le ripercussioni sulla tenuta del governo sarebbero poco probabili. Mentre le probabilità di una crisi salirebbero in caso di 4 a 2, con la conquista di Puglia e Marche oltre alla conferma del centrodestra in Veneto e Liguria. Ma, se oltre a perdere Puglia e Marche, il centrosinistra cadesse anche in Toscana la partita finirebbe 5 a 1: risultato che, nonostante il drammatico quadro economico e sociale da gestire, farebbero tremare la poltrona di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

In Veneto al governatore uscente Luca Zaia, fisso in prima linea nella lotta alla pandemia in un uno dei territori più colpiti, i sondaggi hanno finora riconosciuto percentuali bulgare. In alcune rilevazioni, il presidente che si appresta al terzo mandato ha superato addirittura l’80%. Quasi nulle, quindi, le possibilità di vittoria per Arturo Lorenzoni, candidato del Pd, che peraltro corre senza l’appoggio di M5S e Italia viva.

In Liguria è probabile la riconferma di Giovanni Toti, forte anche del successo simbolico della ricostruzione del Ponte Morandi. La sfida è politicamente rilevante perché si tratta dell’unica regione in cui l’asse di governo Pd-M5S si sperimenta sul territorio. In corsa c’è Ferruccio Sansa, giornalista de Il Fatto Quotidiano, atteso da una partita assai difficile. Mentre Italia viva correrà con Aristide Massardo.

In Toscana la sfida è aperta: un sondaggio pubblicato da Il Sole 24 ore dà il centrosinistra in vantaggio di appena mezzo punto percentuale. Matteo Salvini, con la sua fedelissima Susanna Ceccardi, sta puntando tutto sulla conquista di uno dei due fortini rossi rimasti. Però stavolta il Capitano ha cambiato strategia, sia mediatica che politica, rimanendo spesso un passo indietro rispetto alla candidata. Il centrosinistra, dopo dieci anni di governo con Enrico Rossi, tenta di respingere l’attacco con Eugenio Giani (Pd), pedigree socialista, poi renziano e ora uomo del dialogo. Giani però non è riuscito a incassare l’accordo con il M5S e ciò rende la partita combattuta.

Nelle Marche è prevedibile un ribaltone: Francesco Acquaroli, esponente di Fratelli d’Italia e fedelissimo di Giorgia Meloni, nel sondaggio pubblicato dal Corriere gode di un vantaggio del 13% sullo sfidante Maurizio Mangialardi (Pd), il cui distacco è talmente ampio che non sarebbe colmato neanche se fosse stato raggiunto un accordo con il M5S, in corsa autonoma con Gian Mario Mercorelli, stimato a circa il 9%.

In Campania lo scenario sembra altrettanto delineato, ma con la probabile riconferma di Vincenzo De Luca (Pd), dato in vantaggio di ben 21 punti rispetto a Stefano Caldoro, appoggiato da tutto il centrodestra. L’exploit di De Luca, che fino a poche settimane prima dello scoppio della pandemia godeva di pochissime possibilità di correre per un bis, è dovuto soprattutto al piglio autoritario con cui ha gestito l’emergenza, blindando di fatto la sua regione e componendo poi una coalizione con ben 15 liste a suo sostegno, in grado di raccogliere consensi assai trasversali. Il M5S riuscirebbe a rimanere attorno al 16% con la candidata Valeria Ciarambino.

Sembra infine incerto l’esito del voto in Puglia. L’uscente del centrosinistra Michele Emiliano ha costruito una rete di liste in grado di raccogliere voti anche tra l’elettorato di destra, ma non è riuscito a siglare un accordo con il Movimento, che candiderà Antonella Laricchia, mentre Italia viva si presenta con il sottosegretario Ivan Scalfarotto, in aperto conflitto con lo stesso Emiliano. Raffaele Fitto, oggi con Fratelli d’Italia e appoggiato da tutto il centrodestra, potrebbe tornare al timone della sua regione, che, giovanissimo, aveva governato 20 anni fa, quando era con Forza Italia.

Luca Cappelli




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