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29/07/2020
Il futuro è nella tutela della natura e biodiversità
la svolta ecologica per il lavoro

L’ultimo dossier del World Economic Forum, la potente organizzazione internazionale, è altamente emblematico perché accende una nuova luce sul rapporto fondamentale tra le politiche ambientali, agricole e del mondo del lavoro prossimo, coniugato con nuovi elementi tipici delle identità territoriali, rispetto ad una fase acritica di globalizzazione. Un'analisi, che cade in piena pandemia e dopo il varo dello stesso “Recovery Fund”, da parte della Unione Europea, che dovrebbe favorire una nuova rinascita del vecchio continente, più inclusiva, ecologista e digitale. Una transizione complessa e con molte incognite, che rischia non di aggiungere, ma solo di sottrarre occupazione, almeno nella prima fase, con la saturazione di molti settori produttivi maturi, in attesa di costruire nuovi posti di lavoro innovativi. L'esperienza insegna che proprio in tali fasi sono i soggetti più fragili ed indifesi, come i giovani e le donne, che pagano un prezzo altissimo, specie dentro una transizione lunga e confusa. Per questo la politica dovrebbe, ora più che mai, fare delle scelte nette  e  coraggiose, senza mero assistenzialismo, ma creando subito le precondizioni per favorire tali tendenze strategiche, con massicci investimenti in infrastrutture e in servizi avanzati, per creare in Italia almeno una quota apprezzabile dei circa 400 milioni di posti di lavoro stimati nei prossimi anni nell'agricoltura di qualità, puntando sulle sue eccellenze e biodiversità.

L'Italia è uno dei primi Paesi al mondo che produce cibo di qualità, in maniera sempre più sostenbile e responsabile, senza lo sfruttamento indiscriminato delle residue risorse naturali, biologiche e marine. Quindi la consapevolezza comune che, dopo il covid-19, si dovranno cambiare paradigmi e priorità consolidate, per coniugare la svolta ecologica con l'innovazione e la ricerca, immettendo nuove tecnologie avanzate, anche in contesti lavorativi più tradizionali come l'agricoltura, formando rapidamente nuove professionalità, con modelli e moduli formativi rinnovati e fortemente legati al contesto lavorativo delle aziende, in primis attraverso un massiccio investimento in formazione-lavoro, sul modello tedesco. Una "rivoluzione copernicana", tra vecchi valori e nuovi strumenti attuativi, che non rappresenti un semplice  ritorno "bucolico" alla terra, ma custodendo il Creato attraverso un uso più razionale e sostenibile delle risorse naturali, a partire dal bene primario dell'acqua.

Essa diventerà sempre più preziosa e strategica, anche in un'ottica geopolitica, specie nel continente africano, visti i preoccupanti cambiamenti climatici in atto. In tal senso la storica esperienza del nostro Cefa, potrà ancor più divenire centrale per puntare a coltivare, nutrire e preservare insieme il pianeta, anche in vista della prossima Giornata Mondiale dell'Alimentazione (con i suoi eventi previsti anche in Italia, ed in particolare a Teramo, promossi dal vescovo Lorenzo Leuzzi con il concorso dello stesso Mcl), per rafforzare una solidarietà globale e sostenere in particolare le realtà ed i soggetti più deboli, ancor più piegati dalla crisi globale. Dentro questa nuova agenda di priorità tutto si tiene e risulta interconnesso, in primis gli stessi flussi migratori, da anni non più emergenza ma fenomeni strutturali che vanno affrontati con politiche di sviluppo e di sostegno pluriennali, a partire dai Paesi africani di transito, che altrimenti non reggeranno il grande "esodo biblico" solo con la forza e la chiusura delle loro frontiere verso la ricca Europa.

Quindi un pacchetto europeo di misure consistenti, in particolare per favorire il permanere di tante risorse umane e professionali, specie giovanili, nei propri Paesi nativi e per potenziarne proprio l'agricoltura e la pesca sostenibile, attraverso i partenariati di favore con l'Unione Europea. Un recente studio dello stesso Europarlamento su: "L'agricoltura di precisione ed il suo Futuro in Europa" (ora anche con le Linee guida nazionali) ha individuato quattro principali opportunità: per una maggiore sicurezza alimentare, attraverso un'agricoltura più sostenibile, con un cambiamento nello stesso mercato del lavoro, acquisendo nuove competenze specialistiche e tecnologiche. La stessa Cei, nella Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, ora ne richiama l'azione comune sull'Enciclica "Laudato Sì", lanciata dal Santo Padre nel 2015.

Sergio Venditti




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