Di recente (lo scorso 16 giugno) v’è stata un’interessante intervista a Fabio Panetta, membro del Comitato Esecutivo della BCE, condotta da Eric Albert: un giornalista di Le Monde. Visti i contenuti: tanto di cappello all’intervistato ed all’intervistatore! Una occasione per rendersi conto che la BCE è divenuta oramai una Banca Centrale adeguata ai tempi checché ne dicano molti commentatori italiani. I temi trattati vanno dal PEPP (programma di acquisto per l’emergenza pandemica) al probabile ingresso della Croazia e della Bulgaria nell’Eurozona: passando per il ruolo di valuta di riserva internazionale dell’euro. Noi ne riprenderemo solo alcuni. Riguardo al PEPP, un programma da 1350 mld di euro, Panetta ha tenuto a ricordare che sta funzionando ma che la rotta che si sta percorrendo è piena di insidie visto che si stanno contrastando forti venti contrari. Occorrono, infatti, interventi incisivi per evitare l'inasprimento delle condizioni del credito, per stabilizzare l'economia e per rispondere all'inflazione che si sta allontanando ulteriormente dall’obiettivo del 2%. Per questo motivo la BCE ha allargato il PEPP con altri 600 mld di euro. L’approccio seguito a Francoforte però è pragmatico visto che la politica seguita è in linea col mandato della BCE ed è basata sulla valutazione delle prospettive a medio termine. Al momento, pertanto, sarebbe stato poco saggio optare subito per il ‘pacchetto completo’ (comprendente anche la monetizzazione del debito e l’acquisto di titoli spazzatura): aumentando la potenza di fuoco della BCE, visto che ci sono ancora molte incertezze su come evolverà la pandemia e su quali saranno le ripercussioni sull’economia.
Questo perché, secondo Fabio Panetta, il Trattato sul funzionamento dell'UE con l'articolo 123 vieta il finanziamento monetario e perché il quadro degli eventi ancora non è abbastanza chiaro. La BCE, sempre secondo Panetta, finora ha dimostrato di essere pronta ad adottare tutte le misure necessarie per raggiungere l’obiettivo di inflazione e per ora ha escluso la strategia di acquisto adottata dalla FED dei titoli spazzatura (le cosiddette fallen angels). La sua strategia sarà quella di adottare una politica monetaria molto accomodante per tentare di muovere l’inflazione verso il 2% lasciando alle autorità di politica economica nazionali ed europee il compito di stimolare la crescita, mediante riforme per migliorare la competitività e per permettere di uscire da questa crisi nella posizione migliore per affrontare le sfide future. Ma serve anche una politica fiscale comune. In sua assenza la Commissione Europea ha proposto un pacchetto da € 750 miliardi, inclusi € 500 miliardi di sovvenzioni. L'obiettivo dovrebbe essere quello di dispiegarlo il prima possibile, entro e non oltre l'inizio del 2021. Quanto più aspettiamo, ha ricordato Panetta, tanto più sarà costoso intervenire: la politica fiscale e quella monetaria devono lavorare di pari passo per riportare l'economia sulla buona strada il prima possibile. Per essere efficace, la politica fiscale deve puntare su cavalli diversi: ad esempio investendo in capitale umano, tecnologia e protezione dell'ambiente. Le autorità europee finora hanno già adottato misure inimmaginabili solo tre mesi fa e bisogna essere realistici al riguardo visto che il dibattito politico richiede tempo. Le autorità europee finora hanno dimostrato una notevole consapevolezza della necessità di intervenire ma malgrado ciò le forze politiche sovraniste nei singoli Paesi continuano a mietere consensi. L'euroscetticismo, ad avviso di Panetta, è stato in gran parte motivato dagli errori commessi nella gestione della crisi finanziaria del 2008 e, più recentemente, in quella della crisi dell'immigrazione. Le reazioni al Covid-19 shock sono state però molto diverse. Le autorità europee hanno agito in modo molto più deciso e si sono pronunciate, nonostante le discussioni talvolta aspre.
L'Italia, come tutti gli altri Paesi, beneficerà della spesa europea attraverso l'emissione del debito dell'UE. L'annuncio da parte di Francia e Germania sul Recovery Fund è stato pertanto cruciale per promuovere un'ambiziosa risposta europea. La Germania finora nell’immaginario comune veniva percepita come un paese egoista. Ma le sue recenti prese di posizione stanno facendo cambiare opinione a molti. Agire insieme significa agire in modo più efficace e tutti gli europei ne stanno beneficiando. Jean Monnet ebbe a dire che: “l'Europa sarà forgiata nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per tali crisi" e quello che si sta facendo è nella direzione da lui auspicata. L'integrazione europea è un processo costante. A volte sembra lento, ma chi avrebbe pensato dieci anni fa che i Paesi avrebbero rinunciato alle responsabilità per la vigilanza bancaria? Che le autorità dell'UE porterebbero ora mettere in campo una forte risposta fiscale: pari al 10% del PIL? Probabilmente nessuno.
Di giorno in giorno, potremmo non renderci conto dei progressi. Ma tra 20 anni, coloro che scrivono i libri di storia potrebbero vedere questo coronavirus shock come una spinta per l'integrazione europea: un momento chiave per l'Europa. Quando tutti noi avremo capito che affrontare le sfide insieme porta benefici a tutti.
Marco Boleo