Alla fine, forse, siamo arrivati alla fase 3 o perlomeno 2 e mezzo. È il tempo, insomma, del rilancio o perlomeno, probabilmente in ritardo, di immaginarlo.
In questo quadro è, certamente, una buona base di riflessione il documento elaborato da Colao, il super-consulente dell’esecutivo, e dal suo gruppo di lavoro per supportare l’attività del Governo Conte-bis.
Sui tanti punti illustrati dal documento vale la pena soffermarsi su quello relativo al tema spinoso di come riqualificare i tanti lavoratori “sospesi” attualmente in cassa integrazione ma che rischiano, dopo questo congelamento “ope legis”, di fuoriuscire dal mercato del lavoro o che, ad esempio per i contratti a termine scaduti e non rinnovati, ne sono già espulsi.
L’analisi parte, ahimè, da una poco confortante ovvietà: l’Italia soffre di un significativo gap delle competenze digitali necessarie per fare fronte alle nuove esigenze lavorative emerse durante la crisi del Covid-19.
Ciò premesso si propone di strutturare programma di formazione dedicato all’acquisizione di competenze digitali in particolare durante il periodo di CIG.
Questo si realizzerebbe attraverso il finanziamento, agevolandone un utilizzo rapido, del “fondo nuove competenze”, e dei diversi fondi e programmi per la formazione, prevedendo anche un’indennità economica per i lavoratori in cassaintegrazione che partecipino a tali percorsi formativi.
Per il reperimento delle risorse si immagina la possibilità, da verificare, di utilizzare le risorse fondo europeo SURE.
I corsi sarebbero poi erogati da enti selezionali tramite piattaforme tecnologiche di facile utilizzo anche per fasce lavorative non abituate all’uso della tecnologia, ed accompagnati da sistema di valutazione, da sperare “just in time”, degli organismi di formativi coinvolti sulla base dell'incrocio dei dati su formazione ed esiti occupazionali.
Si immaginano, quindi, alcune misure d’incentivo per imprese e lavoratori.
In particolare per le aziende si prevederebbe: una struttura della formazione compatibile con tempi CIG utilizzando piattaforme digitali, una riduzione del cuneo fiscale per un periodo significativo legato al percorso formativo strutturato in modo tale da contribuire a stabilizzare rapporto di lavoro ed una, ovviamente, defiscalizzazione della formazione in impresa.
Sul lato lavoratore altresì il documento Colao prospetta: l’abolizione del divieto di cumulo tra la retribuzione ed il trattamento di cassa integrazione qualora le competenze acquisite aiutino a prestare attività presso un altro datore di lavoro ed uno, strategico, co-finanziamento per l’acquisto di PC o tablets che permettano di fruire della formazione a distanza su piattaforme digitali e che non sono sempre disponibili nelle famiglie.
Idee queste ampiamente condivisibili nella loro semplicità (era necessario un super team di esperti?).
I piani su cui, come sempre, le misure saranno giudicate, saranno, questa volta in particolare, quelli del come e, soprattutto, del quando. L’Italia, infatti, non può aspettare un’eventuale fase 4 (?) per iniziare a ripartire.
Giancamillo Palmerini