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10/06/2020
Riforma Gonella del 1951
Nasce la scuola per tutti e superando l’elitismo gentiliano

Guido Gonella fu nominato ministro della Pubblica Istruzione il 13 luglio 1946 e mantenne la carica fino al 16 luglio 1951. Si trattava, quindi in quegli anni, di ricostruire l’Italia dalle macerie della guerra e in primo luogo l’istruzione.
Proveniente dalle fila della Democrazia Cristiana, la sua nomina trovò notevoli ostacoli negli ambienti provenienti dal Partito d’Azione e dai movimenti liberali, anche se non ne fu mai chiara la motivazione.

Gonella, proveniente dalla resistenza partigiana, da cattolico manifestò sempre la sua laicità e, su questa scia, difese assiduamente la laicità dello Stato e della scuola, perseguendo una rinascita delle coscienze dei giovani, presenti e futuri, una coscienza fondata sul rispetto dei valori morali della persona e delle Istituzionale dello Stato.

Già durante i lavori della Costituente - affermati i principi della dignità della persona umana e, dunque, la sua centralità nel processo educativo, l'arricchimento del principio di uguaglianza - Gonella fortemente volle affermare il riconoscimento della libertà di insegnamento e delle molteplici e nuove esigenze poste da una realtà che ricominciava un cammino di continuo mutamento.

Fu per questo motivo che, nell'aprile 1947, costituì una Commissione nazionale d'inchiesta per i giovani e per la scuola. Dai risultati di tale inchiesta, Gonella poté affermare che prima degli ordinamenti e dei programmi, il centro nevralgico della scuola dovevano essere gli insegnanti e, conseguentemente, gli studenti.

Gonella era convinto che solo con insegnanti motivati e rispettati, la scuola avrebbe dato un grande contributo alla ricostruzione dell’Italia repubblicana.

Formatosi sul pensiero di Rosmini, Maritain e Mounier, Gonella criticò, ci ricorda Giuseppe Gaburro, già docente all’Università di Verona e Senatore della Repubblica dal 2001 al 2006, sia le concezioni collettivistiche negatrici della personalità e della libertà dell'uomo, sia quelle idealistiche, indifferenti ai condizionamenti delle strutture economiche e sociali sulla vita personale.

Nella sua visione proveniente dal popolarismo cattolico, spetta allo Stato, come garante del bene comune, promuovere la vita e la crescita delle persone, a partire dalla famiglia e dalla scuola, combattendo privilegi e stridenti squilibri, in nome di una vera e sostanziale libertà per tutti.

Fondamentale era, dunque, nella riforma Gonella, l’istruzione professionale per tutti, anche per coloro che, non avendo avuto una formazione post elementare, potevano compensare nell’azienda stessa, con corsi e orari flessibili (scuola-lavoro), le conoscenze mancanti, superando quella forma elitaria degli studi propri della scuola gentiliana.

Incastonata nel corso di studi elementari, Gonella ripartisce, dunque, gli studi successivi secondo le seguenti alternative:

Scuola Secondaria normale, aperta a tutti, secondo il dettato costituzionale, a carattere postelementare con il corpo docente formato da maestri;
Scuola Secondaria tecnica che dà l’accesso agli istituti professionali e tecnici;
Scuola Secondaria classica, che dà l’accesso a tutti i tipi di scuola secondaria superiore e, dunque, a ogni cittadino, ai diversificati studi universitari.

Si avvia, con questo disegno, la scuola per tutti che, con la nascita della televisione, entrerà anche nelle case, antesignana della improvvisata, rabberciata, attuale Didattica a Distanza.

Alberto Fico
 




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