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03/06/2020
Il distanziamento sociale: il nuovo vero lusso
Se il distanziamento sociale risulta essere l’unica misura protettiva dal contagio, questo non lo è per tutti

Anche in una situazione drammatica come questa post-pandemica, stanno emergendo più che mai le disuguaglianze che caratterizzano la nostra società. Se è vero allora che tutta l’umanità di fronte al virus è sulla stessa barca, è innegabile che si tratta di una barca con tanti scompartimenti, ognuno caratterizzato da un differente grado di percezione del malessere. La pandemia ci ha ricordato quanto sia socialmente fragile ed eterogeneo il nostro pianeta e quanto questa crisi, in realtà, si farà sentire soprattutto sulle fasce più deboli, acuendo le fratture sociali in Italia.

Prima della pandemia, presi dal nostro frenetico stile di vita, non avevamo mai tempo e tutto quello che non riuscivamo a fare in quel poco tempo, dovevamo comprarlo come se fosse una merce rara: acquistavamo il tempo degli altri che potevano sostituirsi a noi. Il dopo Covid 19 probabilmente stravolgerà anche questa nostra abitudine perché adesso il nuovo lusso sarà acquistare, oltre il tempo, lo spazio, quello spazio che permetterà a chi potrà permetterselo di recuperare prima degli altri le sue abitudini, mantenendo il distanziamento sociale. Ciò con notevoli conseguenze sul piano sociale in quanto mantenere il distanziamento non sarà di certo gratuito, anzi acuirà ancora di più il divario sociale. Divario sociale che si è di molto accentuato durante il lockdown come raramente era successo in questi anni. Il reddito e la classe sociale di appartenenza del resto condizionano i luoghi dell’abitare, la vicinanza ai servizi essenziali e anche l’accesso all’assistenza sanitaria. Chi se lo poteva permettere, si è messo subito alla ricerca di luoghi per sfuggire alla pandemia, lontano dalle folle. Che si tratti di superyacht noleggiati in fretta e furia o di tenute di campagna simili a fortezze, gli ultraricchi di tutto il mondo hanno comunque trovato il modo per rendere più gradevole una situazione da molti paragonata a una guerra. E se il virus non ha fatto distinzioni di reddito e anzi ha usato come veicolo primario l’alta borghesia (in quanto viaggiatrice) l’impatto più forte è stato sulle spalle dei lavoratori poveri, come dimostra la drammatica situazione economica in cui versa attualmente il nostro Paese.

Considerato che attualmente il 41% della ricchezza nazionale netta è concentrata nelle mani del 5 % degli italiani, a fronte del 59% rimanente distribuito sull’80 per cento della popolazione, il quadro che si sta disegnando per il prossimo futuro non è per niente confortante. Il distanziamento sociale, infatti, non sarà gratis. E non potrà essere uguale per tutti. Tanto per cominciare le compagnie aree se dovessero volare con gli aerei meno carichi, lasciando per esempio il posto centrale vuoto, dovranno per forza alzare i prezzi. Lo stesso discorso vale per i treni che stanno già circolando a capienza ridotta del 50%, e così avverrà per una certa fase ovunque - dai traghetti agli autobus -, ma anche nel mondo dello svago, della formazione e dell’intrattenimento. Bar e ristoranti dovranno ridurre i coperti, con presumibili rincari dei prezzi; le palestre e i centri sportivi dovranno rimodulare l’afflusso, e gli abbonamenti potranno salire; cinema e teatri dovranno distribuire le poltrone a scacchiera, garantendo quel metro di distanza fra uno spettatore e l’altro: come faranno a lasciare i prezzi di prima... e non basteranno di certo i sussidi statali, i finanziamenti a fondo perduto e le agevolazioni delle tasse. La nostra società dovrà rimodularsi, lì dove potevano entrare sei persone ora ce ne saranno tre... con tutte le conseguenze del caso, in quanto presumibilmente i tre prescelti saranno quelli con il potere d’acquisto più alto. Anche le prossime agognate vacanze estive degli italiani potranno essere molto differenti fra chi avrà accesso a spiagge in esclusiva, e chi dovrà accontentarsi delle spiagge libere in cui il distanziamento sociale potrà essere affidato solo al buon senso.

Il rischio è dunque che il distanziamento fisico diventi il nuovo lusso, una corsia preferenziale per coloro che vogliono recuperare prima degli altri le abitudini di prima. Chi vorrà tornare a viaggiare, mangiare fuori, andarsene in palestra potrà probabilmente farlo, e a breve, semplicemente pagando di più. E chi non potrà affrontare questa spesa ulteriore in un momento così complicato per la nostra economia, non potrà fare altro che continuare a stare a casa retrocedendo sempre di più nella piramide sociale. Se il distanziamento sociale risulta essere l’unica misura protettiva dal contagio, questo non lo è per tutti. Mentre il distanziamento sociale è abbastanza fattibile per i ricchi, allora, ricordando le parole di Papa Francesco: “Questo è il momento di vedere i poveri”.

Michele Cutolo




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