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04/06/2020
Riforma scolastica di Giuseppe Bottai
La scuola asservita allo Stato, volta a formare il cittadino, il lavoratore e il soldato

Mentre Giovanni Gentile, voleva promuovere i valori etici e morali per formare ed educare il cittadino, con le leggi fascistissime del 1925 lo Stato da autoritario si trasforma in dittatoriale, invadendo, così, la vita sociale e privata del cittadino.

Mentre in Europa incominciano a soffiare i primi venti di guerra, che Hitler stava preparando, Giuseppe Bottai, ministro dell’Educazione Nazionale dal 1936 al 1943, presenta il 19 gennaio 1939, al Gran Consiglio del Fascismo, la Carta della Scuola, pubblicata il successivo 15 febbraio.

Con la Carta, composta da 29 articoli, il ministro intende formare “l’uomo fascista”, il cittadino, il soldato, il lavoratore; la scuola è ideologicamente orientata verso la cultura militare e quella del lavoro; pertanto la diversifica secondo la distribuzione della popolazione: la scuola media per le città e quella professionale, rurale e artigiana, per la gente delle campagne. E’ evidente che il tutto serve a preparare la produzione generale per affrontare un’economia di guerra. Nella Carta della scuola, Bottai afferma: "(…) preparare un personale esecutivo qualificato, che possa essere rapidamente immesso nel meccanismo della produzione, portandovi, oltre ad un'abilità tecnica, una coscienza sociale ed una piena consapevolezza di uomo, di cittadino, di fascista. (…) Dalla Scuola elementare, alle altre di ogni ordine e grado, il lavoro ha la sua parte fondamentale nei programmi. Speciali turni di lavoro, regolati e diretti dalle autorità scolastiche, nelle botteghe, nelle officine, nei campi, sul mare, educano alla coscienza sociale e produttiva, propria dell’ordine corporativo. (…) Coloro che formeranno la classe dirigente debbono conoscere non intellettualisticamente, ma con i propri muscoli, le difficoltà, le gioie, le fatiche dei lavoratori”.  La riforma Bottai prevede, dunque la scuola primaria formata da due cicli: scuola elementare triennale e scuola del lavoro biennale. I fanciulli sin dalla più tenera età devono conoscere e abituarsi al lavoro manuale.

La Scuola media urbana, triennale, nella quale il latino è la disciplina selezionatrice, apre agli studi superiori e universitari, secondo gli indirizzi già previsti dal ministro Gentile.

La scuola professionale, rurale e artigiana, è triennale e prevede cinque tipi di studi: commerciale, industriale, nautica, agricola e artistica; successivamente dà la possibilità di frequentare la scuola tecnica biennale, per sbocchi lavorativi e deve saper coltivare l’attaccamento al mestiere.

Alberto Fico




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