PRIMO PIANO
28/05/2020
L’avvio del Piano Triennale per contrastare il caporalato
la formazione per il reinserimento lavorativo

Il reinserimento socio-lavorativo delle vittime dello sfruttamento lavorativo è un valore irrinunciabile e non può che essere il fondamento di ogni strategia che miri a contrastare lo sfruttamento lavorativo e il lavoro forzato in agricoltura.

Tale strategia è la base di un nuovo percorso avviato a febbraio con l’approvazione del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura ed al caporalato (2020-2022) grazie alla collaborazione di tutte le Istituzioni impegnate a livello centrale, regionale e locale contro lo sfruttamento e il caporalato, riunite in un Tavolo presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e aperto anche ad associazioni di categoria, sindacati e Terzo settore e tra questi soggetti anche il nostro Movimento. L’intesa sul Piano raggiunta qualche giorno fa, in Conferenza Unificata, è difatti un passaggio fondamentale perché consentirà di attuare il Piano sui territori, promuovendo legalità, sicurezza e dignità del lavoro.

Una delle questioni principali, affrontate nelle diverse consultazioni che hanno portato alla elaborazione del Piano Triennale è stata l’informazione e la sensibilizzazione.

Molti lavoratori e lavoratrici, soprattutto i cittadini di altri Paesi, non hanno accesso alle informazioni sui loro diritti, sulle condizioni di lavoro e sui servizi disponibili presso le istituzioni pubbliche, le organizzazioni intermedie, le associazioni del terzo settore ed altri attori. Motivo questo che incoraggia organizzazioni come la nostra a proporre iniziative per dare un volto agli invisibili. La priorità di intervento in questi anni, scelta dal nostro Movimento, grazie anche alle diverse attività progettuali a livello nazionale, si è focalizzata su interventi di comunicazione sociale sullo sfruttamento lavorativo in agricoltura e sulla promozione dei principi fondamentali e dei diritti sul lavoro ma a questo oggi vanno affiancati programmi formativi per favorire la piena integrazione e inclusione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il MCL grazie al suo Ente di Formazione, l’EFAL, sarà a disposizione dei territori maggiormente colpiti dalla piaga del Caporalato per promuovere iniziative di reinserimento lavorativo ma anche formazione per gli addetti ai servizi di tali programmi. Questo perché non ci si può inventare addetti o operatori di accoglienza senza una specifica formazione.

Mentre i Centri per l’impiego secondo quanto il Piano ci indica prenderanno in carico la vittima, gli enti di formazione avranno il compito importante di erogare formazione professionale includendo anche l’acquisizione della lingua italiana e gli esami certificati. E’ chiaro il percorso non sarà sicuramente facile. Bisognerà strutturare fasi e interventi e servirà del tempo ma l’EFAL MCL è pronto ad operare per essere ancora al servizio dei nostri territori attraverso la formazione.
Non può esserci futuro senza ripartire dalla formazione che consente ad ogni essere umano di esprimersi attraverso il lavoro.

Maria Pangaro




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