Come Penelope faceva con la tela, così le Istituzioni europee procedono, con un piccolo passo in avanti, per poi sostare... disfare, rinviare alla prossima...
Ancora una volta questo è avvenuto nel corso dell'incontro di giovedì tra i Capi di Stato e di Governo dei Paesi UE. Si riconosce, finalmente, l'emergenza, si accorda un intervento "superstraordinario" ma, nella sostanza, ancora non si dice come questo sarà articolato e "vincolato". Si rinvia comunque alla Commissione che al prossimo incontro porterà un "piano" che a fine maggio sarà riletto insieme...
Al di là della sostanza, questa è la forma che "diventa sostanza" e fa crescere il sentimento antieuropeo...
Chi vive di commercio, di piccolo artigianato e di agricoltura non può capire e, conscio del valore del tempo, non sa più cosa aspettarsi per riattivare quella sicurezza minima che è essenziale per far ripartire il lavoro.
L'emergenza sanitaria continua, non abbiamo certezze scientifiche e si procede - sostanzialmente - per tentativi.
Cresce una mentalità "liberista" che non tiene più apertamente conto del valore della centralità della persona umana - solo in Italia si è cercato di garantire a tutti le cure mediche! - e l'occasione di "poter mettere le mani" sui risparmi privati di italiani e spagnoli alimenta rigidità e formalismi.
Se il Consiglio "accorda" un aiuto nella consapevolezza della crisi "che non è poi solo italiana"... logica vorrebbe che il sunto fosse chiaramente e dettagliatamente annunciato...
Invece assistiamo alla trionfalistica comunicazione del premier che ne consacra la "storicità "… ma, poi, in vero elude domande e ci lascia un po' di amaro in bocca. Gentiloni dice che "i dettagli restano ancora da definire" e noi, che guardiamo alla storia dell'integrazione europea da sempre, sappiamo che proprio nei "dettagli” si nasconde "il diavolo"!
Tempo, interessi, ruolo della Troika, compatibilità e controlli restano nei "dettagli".
Quindi restiamo in attesa dei particolari... che sono sempre quelli che ci permettono di apprezzare "il capolavoro".
Piergiorgio Sciacqua