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20/04/2020
Le previsioni economiche al tempo del Covid-19
Una perdita diretta di PIL sarĂ  inevitabile dato il percorso d'azione necessario per contenere la diffusione del virus

La rapida diffusione del Covid-19 costituisce una grande sfida per i sistemi sanitari dei Paesi colpiti. In tutti gli scenari che vengono disegnati, un numero notevole di vite umane andrà perduto, anche a causa dell'incapacità di fornire un'adeguata terapia intensiva a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Questo ha portato molti Governi a tentare di rallentare il tasso di contagio attraverso una serie di misure, tra cui le restrizioni in casa, le restrizioni dei viaggi, la chiusura di ristoranti e teatri, la sospensione di eventi sportivi e così via. Siffatte misure, sebbene necessarie, sono destinate ad avere un impatto diretto sull'economia, operando attraverso canali diversi: in primo luogo avranno un effetto diretto sulla produzione e sulle vendite in molti settori nei quali l'attività produttiva crollerà parzialmente o completamente durante l'emergenza, a causa di una interruzione dell'offerta (per l’indisponibilità di fattori produttivi: input, lavoro o altro) o di una caduta nella domanda (a causa del cambiamento forzato nei modelli di consumo e di investimento derivante dalle misure sanitarie). Una perdita diretta di PIL sarà quindi inevitabile, dato il percorso d'azione necessario per contenere la diffusione del virus, e se prolungato per più di uno o due mesi è destinato a provocare una perdita cumulativa di produzione simile o superiore a quella registrata nella Grande Recessione iniziata nel 2007 a causa dei mutui subprime.

Prima di passare all’analisi di alcune previsioni macroeconomiche resesi disponibili nelle ultime due settimane giova premettere che: a) a livello medico, le speranze più vicine sono quelle di trattamenti farmacologici migliori per la malattia chiamata Covid-19. Per il virus SARS-Cov2 inutile aspettare a breve vaccini o test sierologici affidabili e a larga scala, visto che probabilmente dovremo attendere almeno 12-18 mesi; b) per quanto riguarda l’economia, in queste condizioni di incertezza è pressoché impossibile fare previsioni macroeconomiche affidabili. Si procede per ordini di grandezza, per scenari. Vi potrà essere una ripresa economica a V (rapida), ad L rovesciata (lenta) ed a W (rapida caduta, rapida ripresa con successiva caduta). Questo è il massimo che si può fare.

Ciò premesso, e focalizzandoci sul nostro Paese, possiamo ipotizzare che questa sarà la peggiore crisi che si sia mai vista a partire dalla Seconda guerra mondiale: una crisi peggiore, per intenderci, di quattro punti percentuali di PIL rispetto alla Grande Recessione del 2008-2009. Si tenga presente che, in termini reali, non abbiamo ancora recuperato quanto perso in quegli anni. A livello di dati, Oxford Economics (OE) prevede da un lato una riduzione dei consumi nel mese di marzo del 53%, parzialmente compensata dai 50 miliardi di spesa pubblica annunciati dal governo Conte (finora però se ne sono visti solo la metà), mentre dall’altro prefigura un recupero più lento della classica figura a V (L rovesciata), con un aumento delle scorte e della spesa per beni durevoli in doppia cifra soltanto nell'ultimo trimestre dell’anno (quando l'emergenza potrà dirsi quasi riassorbita). Il trimestre di massima contrazione (-35%) pertanto sarà il secondo, che sconterà per intero il lockdown italiano nella prima parte (marzo, aprile e primi giorni di maggio) e quasi interamente la contrazione del commercio mondiale anche nei mesi di maggio e giugno. Il risultato per l’intero 2020 sarà quindi una contrazione del PIL del 9,8%. Per il Fondo Monetario Internazionale (FMI), invece, l’economia italiana si contrarrà quest’anno del 9,1%, dopo essere cresciuta dello 0,3% nel 2019. Nel 2021, per contro, il PIL dovrebbe aumentare del 4,8%.

A fronte di tali scenari, sia consentito manifestare due perplessità. La prima riguarda il rimbalzo della ripresa nel 2021, che il FMI stima in un 4,8%. Una siffatta previsione considera immutata la struttura produttiva italiana ed imputa la recessione solo ad una congiunta diminuzione della domanda e dell’offerta aggregata derivante dagli effetti negativi del Covid-19. A nostro avviso, invece, ci sarà una perdita della capacità produttiva, legata alla rottura delle catene del valore globale, che verrà a mancare quando ci sarà di nuovo l’aumento della domanda aggregata (consumi + investimenti) e questo condizionerà pesantemente la ripresa. La seconda, inoltre, riguarda il fatto che - quantomeno dal nostro punto di vista - non è ancora possibile stabilire “oltre ogni ragionevole dubbio” quale sia l’impatto economico del Covid-19, anche perché in questa situazione i dati di contabilità nazionale devono essere presi col beneficio d’inventario. Ed infatti, in una economia come quella italiana - con un 50% del PIL derivante dal settore pubblico ed il resto dal settore privato - l’equilibrio economico si mantiene con le tasse generate dal settore privato. Se quest’ultimo subisce perdite di produzione e di margini di profitto, vengono a mancare le tasse con le quali si regge il settore pubblico.
Attualmente il PIL sta aumentando: I) col pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici che stanno lavorando da casa con lo smart working o si stanno girando i pollici; II) col pagamento delle pensioni e del reddito di cittadinanza. Ma in assenza di valore aggiunto prodotto dal settore privato che è in difficoltà, tende a zero anche il settore pubblico, visto che vengono a mancare le entrate fiscali ed i contributi che lo alimentano. Pertanto in questo momento siamo in una situazione nella quale gli strumenti macroeconomici sui quali si basano le previsioni non sono informativi.
In aggiunta, il ritardo col quale il governo Conte sta cercando di controbilanciare gli effetti negativi del Covid-19 lo porterà tra un paio di mesi in un vicolo cieco e sarà costretto a gettare la spugna. Il futuro Governo, peraltro, non deriverà da un ennesimo rimpasto, visto che il presidente Mattarella sostiene da tempo che quello in carica sarà l’ultimo della legislatura. Scongiurato il rimpasto ci sarà lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni, nelle quali si auspica la discesa in campo, oltre ai sovranisti da talk show, di un personaggio alla Mario Draghi. Quest’ultimo, con un mandato ricevuto dal popolo italiano, sarebbe sicuramente in grado di allestire un Governo credibile e competente, in grado - con gli aiuti esterni e con un sacrificio interno - di tirare fuori l’Italia dalla palude nella quale si è cacciata.

Marco Boleo




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