Passata questa Pasqua, unica sotto molti aspetti, il calendario di aprile ci porta rapidamente al 18 ed al ricordo di Alcide De Gasperi che nel 1948 ottenne la maggioranza assoluta per la DC e cominciò l'opera di ricostruzione del Paese. L'anno prima, il 12 aprile 1947, De Gasperi ebbe a pronunciare queste parole: "... ce la faremo? Certissimamente! Perché lo vogliamo. Con fermezza, con tenacia, con solidarietà! E' inutile che una categoria voglia sopraffare l'altra per arrivare al traguardo: o tutti o nessuno! Ci vuole solidarietà, ed onestà e disciplina”, alla luce di quanto sta avvenendo oggi queste parole sono profetiche.
Ancora una volta il Paese va ricostruito con "solidarietà, onestà e disciplina". Purtroppo però la guida di oggi non è certamente paragonabile a De Gasperi ed il Paese non percepisce una solidarietà vera e diffusa, la disciplina non è sempre di tutti e l'onestà - almeno quella intellettuale - non sembra plasmare le nostre vicende. Per la disonestà materiale, poi, speriamo che la magistratura sappia, possa e voglia fare il suo corso.
De Gasperi incarnò un'epoca e la sua onestà e la sua lungimiranza lo portarono ad essere un vero Padre della Patria e anche della Comunità Europea. Forse i valori fondanti che portarono al Trattato di Roma del 1957 sono scemati anche nella trasformazione della Comunità in Unione Europea e nel far prevalere la logica del mercato su quella della solidarietà: l'economia sociale di mercato - che fu pietra basilare della prima esperienza comunitaria - oggi è stata sostituita da un liberismo sfrenato e dalla logica del "più forte".
Questo determina, grazie anche ad una comunicazione "sempre più al servizio del potere e meno della verità", un crescente e diffuso sentimento antieuropeo. L'ultimo sondaggio del TECNE' POLL ci dice che in Italia il 49% degli italiani è per "l'uscita dall'UE"! A Bruxelles adesso cominciano a preoccuparsi e sanno bene che l'ipotesi di uscita italiana non può essere associabile alla Brexit: senza l'Italia non c'è più l'Unione Europea!
Ma il rigore estremo - che risponde alla logica del liberismo estremo - l'insofferenza, l'esperienza greca, il doppio gioco tedesco, le "bizze" olandesi, la vicenda migratoria, il Covid 19, i nostri errori... portano gli italiani a non riconoscere più in Bruxelles quell'esperienza solidaria di essere "uniti tutti" nella "diversità". La presa d'atto di questo mutamento - prima della crisi economica il consenso italiano era superiore all'80% - non può essere trascurata nell'analisi politica a Bruxelles. In Spagna, in Portogallo, ed ora anche tra i francesi, cresce lo stesso risentimento e le parole non sono più sufficienti per rassicurare "quel destino comune" cui tutti abbiamo voluto e guardato.
La comunicazione italiana continua a parlare, con sublimazione - eccessiva anche nell' uso di termini bellici - ed emotività. False notizie hanno rilievo, notizie vere vengono marginalizzare... il governo, che pensa a noi, sta studiando una commissione speciale contro le bugie... (torna la censura?).
Quando nei giorni scorsi il Ministro Di Maio, giustamente, si è risentito contro la pubblicazione che il giornale tedesco DIE WELT ha riportato nel dire "La mafia italiana aspetta i soldi dei fondi europei", pochi giornali hanno avuto il "coraggio" di dire che il giornale aveva ripreso la dichiarazione del "grande scrittore" Saviano a Repubblica e del grande comico Grillo...
Al di là della "forma delle dichiarazioni" la mafia potrebbe sostituire lo Stato, nella sostanza continuiamo a "farci male da soli".
Piergiorgio Sciacqua