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18/02/2020
L’umanesimo del lavoro
Tra crisi economica, migrazioni culturali, nuove tecnologie

“L’umanesimo del lavoro tra crisi economica, migrazioni culturali, nuove tecnologie”, è il tema del convegno organizzato dal Mcl a Salerno il 15 febbraio: dopo i saluti del Presidente salernitano del Mcl, Maria Rosaria Pilla, del sindaco Vincenzo Napoli e del Presidente della Camera di Commercio salernitana Andrea Prete, sono intervenuti il Presidente del Mcl Carlo Costalli, il vescovo di Salerno Mons. Andrea Bellandi, il Segretario generale CISL Campania Doriana Buonavita, il Presidente dello Svimez Adriano Giannola, il rettore dell’Università degli Studi “Giustino Fortunato”, Giuseppe Acocella.

Mons. Bellandi, riprendendo l'insegnamento di Papa Francesco, ha affermato che per restituire dignità all’economia occorre mettere al centro la persona che lavora e portare avanti una concezione in cui il lavoro sia un bene fondamentale. Una cultura del lavoro che permetta di combattere la povertà creando lavoro dignitoso per tutti, frangente in cui le imprese svolgono un ruolo cruciale, affinché sia possibile accogliere la sfida delle migrazioni, che chiedono di ripensare l'umanità come una sola famiglia.

Durante l'incontro, moderato dal direttore de “La Città di Salerno” Antonio Manzo, è emerso che le innovazioni tecnologiche non rappresentano ‘la fine del lavoro’, ma sono l'inizio di un processo che va guidato e accompagnato. Senza lo sviluppo del Mezzogiorno non può esserci sviluppo per il Paese e, allo stesso tempo, se continua il depauperamento delle risorse umane il PIL di tutto il Paese è destinato a crollare. Occorre riaffermare un nuovo umanesimo del lavoro essenziale per la coesione sociale, ha concluso Costalli: aspetto in cui giocano un ruolo fondamentale i corpi intermedi. È necessario guardare positivamente alle imprese, investire sulla formazione permanente e legare i principi e valori della dottrina sociale. I piani di sviluppo vanno bene, ma sul Piano per il Sud grava la credibilità della politica. Occorre essere ottimisti perché il Mezzogiorno è una risorsa fondamentale per l’Italia, l’Europa e il Mediterraneo.

 

Giovanni Gut

 




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