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13/01/2020
L’Italia “s’è destra” ?
Antropo-mitologia di nuovi codici umani

Nubi sinistre, tempi incerti, disperazione latente, anomia diffusa rappresentano la chiara fenomenologia dell’incedere di una malattia da trattare farmacologicamente, con la speranza di eludere recidive pericolose.

La diagnosi sconcertante suonò come il più tetro dei peana: rigurgito fascista con cedimenti della membrana democratica che avvolge le pareti della società.

In questo disordine, segno evidente della crisi in atto come di un caos primordiale, l’Italia, più di ogni altra Nazione, sembra affetta da una sindrome neurodegenerativa che provoca la disintegrazione dei sogni, della memoria e delle speranze, privando così ciascuno di bellezza, di felicità, di libertà, di relazioni comunitarie, insomma di ogni codice minimo di condotta realmente umana.

Così, nel concerto mondiale delle Nazioni, la Giovine Italia, bella quanto fragile, subisce il fascinoso richiamo di poeti ammalianti che, con artificiosi versi, finzioni oniriche e prodigiose strofe ne solleticano ancestrali passioni, agitandone il ventre, eccitandone virili pulsioni, suscitando bisogni ormai sopiti.

Da questa sintomatologia chiaro ed evidente appare l’ottundimento delle coscienze delle italiche genti che sembrano negare ogni addebito nei confronti dei poeti ai quali, invece, tributano applausi e notorietà.

 Pietro Mancini

 




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