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31/12/2019
L’azzardo morale
Si spera che la Banca d’Italia cambi condotta, visto il fallimento della sua strategia

La via italiana al salvataggio delle banche in difficoltà è costata finora alla fiscalità generale più di 20 miliardi di euro, senza contare l’aumento degli oneri di sistema che l’intera intermediazione bancaria s’è dovuta caricare. I contribuenti italiani, infatti, si sono dovuti accollare le perdite derivanti dalle malefatte del management delle banche: frutto di gestioni clientelari e di cattiva governance. Risulta appunto molto facile fare una gestione dissennata della concessione del credito sapendo che poi arriverà qualcuno (lo stato italiano) a coprire le eventuali perdite dei correntisti e di coloro (seppur parzialmente) che avevano acquistato le azioni e le obbligazioni emesse dalla stessa banca.

Nello specifico della Banca Popolare di Bari (BPdB) vi sono prestiti concessi alla ristretta cerchia degli amici e di frequente ricevendo altri favori in cambio (quid pro quo), corruzione, interferenze di interessi privati, raggiro dei soci, legami scellerati con i politici del territorio; queste  sono solo alcune delle magagne che sono emerse, mentre la magistratura sta seguendo il suo corso. Un azzardo morale bello e buono che è continuato negli anni. Come recita il dizionario di economia e finanza della Enciclopedia Treccani si determina una siffatta condizione: “nel momento in cui un soggetto [nel nostro caso una banca], esentato dalle eventuali conseguenze economiche negative di un rischio [crediti deteriorati], si comporta in modo diverso da come farebbe se invece dovesse subirle”. 

Una cosa è certa però. In finanza i conti alla fine tornano sempre. Qualcuno pagherà. Qualcuno resterà col cerino in mano. Molti degli Stati che hanno salvato le loro banche col bilancio pubblico, infatti, alla fine hanno avuto la crisi dei debiti sovrani. A Bruxelles hanno cercato di porre argine a questa radicata consuetudine con la direttiva della BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) che introduce il bail-in (salvataggio interno) al posto del bail-out (salvataggio esterno) nel caso una banca sia in difficoltà. Ma nel nostro paese con la complicità della Banca d’Italia (anche se il Governatore Ignazio Visco smentisce) s’è percorsa la via italiana ricordata all’inizio (aggiramento della direttiva europea), che ha scaricato la maggior parte dell’onere del salvataggio invece che sui diretti responsabili del dissesto (bail-in) sul bilancio dello stato e sui clienti dell’intero sistema bancario (bail-out). La nostra Banca Centrale poi seguendo uno schema collaudato negli anni ha scelto da sempre di gestire le criticità del sistema bancario italiano promuovendo l’acquisizione di una banca in difficoltà da parte di un’altra in salute (anche qui Visco ha smentito). Ma a partire dalla grande recessione del 2008 questo schema ha mostrato tutta la sua inadeguatezza, visto l’indebolimento dell’intero sistema bancario italiano. Pertanto il modello di gestione delle patologie bancarie fondato sull’aggregazione di una banca in crisi con una in apparente floridezza non ha fatto altro che diffondere nell’intero sistema il germe del dissesto. Il caso della BPdB in proposito ne rappresenta solo l’ultimo esempio. Quest’ultima, infatti, ritenuta una banca in salute, venne chiamata nel 2014 a rilevare la Tercas che si trovava in brutte acque. Il risultato di una simile operazione alla luce dei fatti è stato solo quello di aver spostato di qualche anno in avanti la resa dei conti. Visto che le sofferenze portate in dote dalla banca teramana nella BPdB sono state la scintilla che ha portato nel giro di cinque anni l’Istituto di Bari al dissesto.

A questo punto nella speranza che la Banca d’Italia cambi condotta, visto il fallimento della sua strategia, spendiamo alcune parole: sull’operato dei consiglieri e dei sindaci all’interno del consiglio di amministrazione della BPdB negli anni del saccheggio e sulla cosiddetta profilazione dei clienti, cioè della loro classificazione a fini della tolleranza al rischio degli investimenti. In presenza dell’azzardo morale i componenti il consiglio di amministrazione ed il collegio dei sindaci non hanno evidenziato a dovere le criticità presenti nel bilancio confidando che alla fine se le cose fossero andate in malora ci sarebbe stata una scialuppa di salvataggio per tutti e loro avrebbero salvato la faccia. Per la cronaca il CdA della BPdB, dopo aver approvato il bilancio 2018 che esponeva una perdita di 420 milioni di euro, ha provveduto ad incrementare i compensi dei suoi componenti e quello dei dirigenti. Riguardo la profilazione dei clienti, invece, c’è una responsabilità morale dei dipendenti delle banche. Hanno approfittato della scarsa educazione finanziaria delle persone arrivando ad alterare i profili del rischio dei risparmiatori. Su oltre 50 mila clienti della Bari, infatti, solo 300 avevano un profilo ‘conservativo’, ovvero puntavano al mantenimento del capitale investito. Malgrado nel contempo in 26 mila, avessero indicato riguardo agli investimenti di voler proteggere innanzitutto il proprio capitale. Alla fine pertanto il 45% dei profili di rischio è risultato alterato: hanno fatto acquistare azioni (non quotate e per questo all’apparenza non volatili) ed obbligazioni subordinate a persone in età avanzata e/o in fin di vita. Ignare del rischio che stavano correndo.

A questo punto, dopo che i buoi sono fuggiti e che le pecore sono state tosate, oggi 31 dicembre 2019 il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FIdTD) verserà nelle casse della BPdB una prima tranche di 310 milioni di euro:  la cifra indispensabile per rispettare i coefficienti patrimoniali minimi. Utilizzando risorse messe a disposizione dai clienti del sistema bancario italiano col pagamento in futuro di maggiori oneri sistema. Il piano industriale 2020-2024, messo a punto per il salvataggio, prevede una ricapitalizzazione totale da 1,4 miliardi che dovrà essere sostenuta in parti uguali dal FIdTD e dal socio industriale MedioCredito Centrale, controllato dal Ministero del Tesoro. Naturalmente questo azzardo morale non finisce col salvataggio della BPdB. Avanti il prossimo che non tarderà ad arrivare.

Marco Boleo

 




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