Cinquanta miliardi di investimenti spalmati su un orizzonte pluriennale. Oltre quattordici miliardi di flessibilità, pari allo 0,8 del Pil (il rapporto deficit/Pil, infatti, è fissato per il 2020 a 2,2%, contro l'1,6% del patto europeo), che, insieme a 7 miliardi di recupero dell’evasione fiscale, permetteranno di sterilizzare l’aumento dell’Iva. Con i margini che restano, il governo punterà sull’abbattimento del cuneo fiscale a vantaggio dei dipendenti (2,7 Mld circa, il primo anno, altri 10 nei due successivi), finanzierà il bonus per chi usa le carte di credito e interverrà su scuola e sanità.
CUNEO FISCALE -. Sconto graduale fino a 1500 €.
Il Governo punta 2,7 miliardi, per iniziare, sul taglio del costo del lavoro (il cosiddetto 'cuneo fiscale') a favore di tutti i dipendenti italiani sotto i 26mila euro di reddito lordo. Nel 2021 la posta sale a 5 miliardi di euro (pari allo 0,3% del Pil). E si parte a maggio o giugno, lo sconto riguarderà non solo i neoassunti, ma tutti i lavoratori dipendenti sotto la soglia di "reddito definita: ogni persona potrà ritrovarsi in busta paga fino a 1.500 euro annui in più, cioè 125 euro al mese.
IVA – Piccoli ribassi e bonus a gennaio
Innanzitutto l'Iva non verrà aumentata su alcun prodotto, anzi sono allo studio piccoli ribassi peri beni primari, dal latte alle bollette della luce. La stretta sull'uso del contante, poi, si concretizzerà così: chi usa carta di credito o bancomat potrebbe ritrovarsi un bonus del 19% di quanto speso in alcuni settori, erogato in un'unica soluzione nei primi giorni dell'anno (Bonus Befana). Il limite di spesa è 2.500 euro annui, quindi il massimo sconto ottenibile sono 475 euro, pari al 19% di quella cifra.
SVOLTA SOSTENIBILE Green bond per finanziare gli investimenti. Incentivi da 1.500 € per chi rottama.
La novità principale è la possibilità di emettere dei «green bond per finanziare gli in vestimenti verdi›› lo ha annunciato il ministro Gualtieri, che ha annunciato anche un fondo 'verde' da 50 miliardi. Tra le misure che poi finiranno nel decreto Ambiente, « spicca il bonus: lo ha di 1.500 euro per chi rottama un'auto Euro 4 o inferiore: i soldi saranno però spesi in abbonamenti bus o car sharing.
QUOTA 1OO - [così come il reddito di cittadinanza] sarà confermata, ma solo fino alla sua scadenza prevista, il 2021. Quindi - come hanno promesso sia il premier Conte sia il ministro Gualtieri - i fondi sono confermati anche per il 2020, consentendo a chi lo vorrà di anticipare l'uscita dal lavoro di qualche anno. Il Governo, sulla scorta dei numeri registrati finora, prevede di non dover spender tutti i fondi stanziati, che verrebbero quindi utilizzati in futuro per altre misure.
SCUOLA E SANITA’ -Niente tagli a docenti e strutture. Via il superticket entro tre anni.
La revisione della spesa nei ministeri sarà limitata a 1,8 Mld. Il governo non vuole toccare né l'istruzione - scuola e Università - né la sanità. Nel primo caso, è previsto un piccolo aumento di spesa per la ricerca; nel secondo si eliminerà il superticket in un triennio. Per quanto riguarda gli asili nido, poi, sarebbero pronti 500 milioni per ampliare le strutture e abbattere le rette: l'obiettivo è il posto gratis per tutti i richiedenti.
LA FLAT TAX - Versione ridotta per gli autonomi. Essa resterà «mini». C'è la conferma, infatti, per le partite Iva con redditi sotto i 65mila euro l'anno, ma la misura - cavallo di battaglia della Lega Nord - non sarà estesa a 100mila euro nel 2020, come invece aveva in mente di fare l'esecutivo gialloverde. Il taglio del cuneo fiscale alla fine si farà più deficit per disinnescare l’aumento dell’Iva. Non sembra una manovra innovativa o che non potesse essere fatta anche da chi non è un super esperto. Anche perché si parla di presunti ricavi dal contrasto all’evasione fiscale per una cifra non indifferente e ci sono degli aumenti fiscali occulti. «Non siamo per la flat tax - ha detto chiaramente il ministro Gualtieri- ma non è serio togliere una misura tutta d'un colpo, per cui la soglia a € 65mila è confermata, ma non sarà estesa››!!!
In sostanza tagli alla spesa? Quasi zero. Lo sostiene anche Carlo Cottarelli, economista, a capo dell’osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica, con il tono disincantato e le parole asciutte di chi da tempo studia il bilancio dello Stato. Il suo giudizio sulla legge di Bilancio allo studio del governo non è meno, netto: «E una manovra senza verità e che non offre molto sul versante della crescita». Pare che ridurre la spesa pubblica in Italia sia una missione impossibile. Dal 2009 al 2014, la spesa primaria, al netto cioè degli interessi pagati sul debito, è stata di fatto ridotta. Poi, dopo il 2014 c’è stata una nuova accelerazione. Fino all’ultimo anno, quando si è deciso di intervenire sulle pensioni con Quota 100 e sul reddito di cittadinanza». Oggi si è perso un'altra occasione per imboccare una strada virtuosa. Lo Stato, a grandi linee, con i soldi che incassa, fa tre cose: acquista beni e servizi, paga gli stipendi ai suoi dipendenti e stacca gli assegni per garantire previdenza, sanità, istruzione, difesa.., Spendiamo 150 miliardi per gli acquisiti, 160 per i dipendenti pubblici e oltre 450 miliardi per i trasferimenti alle persone, alle famiglie e alle imprese.
Dire che occorrerebbe partire col capitolo più ricco, pensioni e sanità sarebbe una scelta politica, ma spetta al governo decidere le priorità. Comunque, in generale, tutte le volte che si taglia qualcosa c'è sempre un gruppo che si oppone. I risparmi di spesa, alla lunga, favoriscono tutti i cittadini contribuendo, ad esempio, alla riduzione nelle tasse, ma nel breve termine c'è chi paga un conto più salato››. Ormai la spending review, sembra essere sparita dal dizìonario politico degli ultimi mesi anche se per la verità se ne è parlato. L'ultimo governo, infatti aveva nominato due commissari. Senza risultati». E allora? Il ministro dell'Economia vuole far partire una revisione della spesa evitando tagli alla sanità e alla pubblica istruzione, annunciando che sarà avviato uno studio ad hoc. Vedremo. Però se non si trovano nuove risorse sarà davvero difficile fare una manovra espansiva. Per fare una manovra espansiva non c’è che una strada: spendere e fare più deficit, cosa che un Paese indebitato come il nostro non può permettersi. Però si può fare una manovra espansiva intervenendo, ad esempio, sui settori che frenano l’economia: la macchina dello Stato, la burocrazia, la giustizia, le infrastrutture. E perfino sulle tasse. Se si taglia la spesa si può ridurre la pressione fiscale. Si parlava in questi giorni di fare la rimodulazione deIl'lva. Oggi l'Iva è diventata una decisione puramente politica. Qualcuno ha detto che le aliquote non si potevano toccare e il dibattito ha presto questa strada. Ma una manovra per oltre due terzi concentrata a disinnescare l'aumento dell'lva, quali effetti potrà avere sulla crescita? Gli effetti saranno molto, ma molto, contenuti. Così come la discussione attorno ad un deficit del 2,2 o del 2%. Stiamo parlando di decimali. Naturalmente non bisogna arrivare nemmeno all’eccesso opposto, visto che è stato con Monti che il debito/Pil ha cominciato a salire di molto. Il vero problema dell’Italia è che le risorse non vengono spese per gli investimenti. E, invece, occorrerebbe puntare a un grande piano di investimenti promosso dall'Europa. Solo così si potrebbe davvero incidere sull’economia. Dipenderà dall’evolversi della situazione complessiva. Se questa maggioranza riuscirà a trovare un’amalgama programmatico, al di là delle (poco) rassicuranti parole dell’”avvocato del popolo”, credo che il governo debba avviare una commissione che, in qualche mese, prendendo spunto dalle migliori esperienze internazionali in materia, arrivi a una riforma fiscale degna del 21 esimo secolo".
Gilbertto Minghetti