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06/09/2019
Il nuovo Governo è servito
Conte ha rivelato la squadra di ministri che andrà a comporre il nuovo Governo

Giuseppe Conte è salito alle 14.30 al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sciogliere la riserva. Il tavolo finale sul programma di Governo si è aperto alle 9 di questa mattina per concludersi poco prima delle 12 del 04 settembre 2019. Intorno alle 13 è iniziata la seconda riunione per stilare la lista definitiva dei ministri. A conclusione dei vertici, il premier è salito al Quirinale.

Conte ha poi rivelato la squadra di ministri che andrà a comporre il nuovo Governo. A Riccardo Fraccaro è stata affidata la nomina di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Luciana Lamorgese sarà il nuovo ministro dell’Interno, e alla Difesa andrà Lorenzo Guerini. Dario Franceschini ha ricevuto l’incarico di ministro dei Beni e Attività Culturali e Turismo, mentre agli Affari regionali e le Autonomie andrà Francesco Boccia. Paola De Micheli andrà invece alle Infrastrutture; Elena Bonetti alla Famiglia; Luigi Di Maio agli Esteri; Lorenzo Fioramonti all’Istruzione, Università e Ricerca, Teresa Bellanova alle Politiche Agricole. Roberto Gualtieri all’Economia, Roberto Speranza alla Sanità; Enzo Amendola agli Affari Europei; Giuseppe Provenzano al Mezzogiorno; Nunzia Catalfo al Lavoro e Politiche Sociali; Stefano Patuanelli allo Sviluppo Economico; Federico D’Inca’ ai Rapporti con il Parlamento; Paola Pisano all’Innovazione; Fabiana Dadone alla Pubblica Amministrazione; Alfonso Bonafede alla Giustizia; Sergio Costa all’Ambiente; Vincenzo Spadafora allo Sport e alle Politiche Giovanili.

Cari amici la situazione politica in Italia è grave, quante volte abbiamo abusato della formidabile formula di Flaiano, non se ne potrebbe davvero più, eppure ci si deve ricorrere con convinzione ancora una volta. Il Governo dunque s’ha da fare, si farà, e che Governo. Chiamiamolo come vogliamo, di legislatura, di responsabilità, di irresponsabilità, istituzionale, male minore, di necessità. Però come sempre, a mio parere, si tratta di un aborto politico, né più né meno.

Noi italiani siamo ben abituati a spostare il burrone un po’ più in là per allontanare il pericolo. Siamo questa roba qua. Noi siamo quelli del “Franza o Spagna purchè se magna”, a ognuno il suo simbolismo trasformistico di riferimento. L’abominio politico che si è appena attuato però ha un’indubbia eccezionalità storica; parrebbe che esso non convenga a nessuna forza politica in campo, eppure forse conviene a tutti, Paese compreso.

Andiamo ad analizzarlo: non conviene al sovranista che ne è escluso: la Lega di Matteo Salvini infatti andrà all’opposizione. Poco importano i sondaggi, i sovranisti, gli avvertimenti “al prossimo giro prende il 60 %”. Vero o non vero, nulla è verificabile. Salvini e i suoi rosari, se ne vanno all’opposizione.

Ma non va meglio agli altri: il governicchio non conviene neanche al Pd. O meglio, non conviene a quel Pd a vocazione maggioritaria a cui abbiamo creduto, un partito che avrebbe dovuto essere il faro del riformismo italico ed è finito a essere l’anabbagliante di ogni visione ispiratrice. Un partiticchio di gestione della sconfitta di misura, del pareggino come massima aspirazione, del nulla ideologico. Un partito governato dalla paura di perdere, senza più nessun orizzonte ideologico, vittima degli strascichi della spregiudicatezza di Matteo Renzi.

Ma il Governo giallorosso non conviene nemmeno a quei miracolati dei 5 stelle. Qui il paradosso è massimo: mantenendo il timone di comando non faranno altro che perpetuare l’erosione di consensi già in atto da un anno a questa parte. Sono stati presi a schiaffoni da Salvini, lo saranno anche da questo Pd anemico. Il Movimento 5 Stelle non esiste più, è una forza politica defunta, esistono solo in ragione di numero di parlamentari schiacciabottoni.

E gli altri? Berlusconi, Meloni, Bonino, Boldrini? Per quanto possa sembrare incredibile, non conviene nemmeno a loro. Per farla breve: Berlusconi sarà schiacciato in una posizione intermedia tra critica al Governo e timore di regalare ulteriore biada ai leghisti; la Meloni, semplicemente, continuerà a essere quel che è sempre stata: una “politichetta” senza portafoglio né borsetta e con pochi elettori.

Però, chissà è anche possibile che le paure combinate di Pd-5stelle ci regalino un Governo progressista e riformista, che disintegri le politiche di Salvini e ci riallinei al resto dell’Europa, che rassereni gli animi e neutralizzi i danni culturali, che ci faccia ritrovare l’orgoglio e la speranza. Ci credo poco, però il tempo riuscirà a fare chiarezza.

Comunque sia, questo Governo è il più grande abominio politico della storia repubblicana, che non conviene a nessuno. Spero di sbagliare.

Luca Cappelli

 

 




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