Nella sua pièce più famosa scritta negli anni quaranta del novecento, ma pubblicata e rappresentata per la prima volta nei primi anni cinquanta, i due protagonisti, Vladimir ed Estragon, due “clochard”, termine francese più aulico del nostro impietoso “barboni”, attendono invano l’arrivo del Signor Godot. Ed allorché il messaggero di Godot annuncia che “egli oggi non verrà, ma verrà domani”, i due si scambiano queste frasi: “e allora che facciamo andiamo? Si andiamo”. Ma in realtà nessuno dei due si muove e si ricomincia ad aspettare. Ebbene il comportamento dei mercati finanziari recente, ricorda questa attesa rinviata dell’ignoto. In questa fase di mercato, infatti, gli investitori si prefigurano una molteplicità di Godot. Vi è chi aspetta le mosse future delle Banche Centrali, gli appuntamenti prossimi sono il 25 luglio per la BCE ed il 31 per la Federal Reserve, auspicando che attraverso misure ancor più espansive possano dare nuova linfa ai mercati, già peraltro “esuberanti” a detta di molti. C’è poi chi aspetta il Godot rappresentato dall’accordo tra Stati Uniti e Cina, un evento che si attende ormai da più di sei mesi, ma che come il misterioso personaggio di Beckett sembra non arrivare mai. Infine, ci sono coloro che aspettano la catastrofe sui mercati. Il ciclo economico è giunto a fine corsa, gli utili ed i margini aziendali sono sotto pressione, i rendimenti obbligazionari mostrano livelli insostenibili, insomma la fine è vicina. Il risultato di queste variegate attese ha portato di fatto i mercati ad uno stallo.
Sui mercati azionari internazionali sviluppati, infatti, si è registrata una lieve correzione generalizzata, con gli Stati Uniti che arretrano di -1,23% (Indice S&P 500), con i risultati trimestrali dei bancari piuttosto buoni, ma con alcuni “profit warning” rilevanti come la regina dello streaming video Netflix, che comincia ad accusare la concorrenza di altri operatori come Amazon e altri.
Il nostro mercato domestico pur avendo ben tenuto inizialmente alla montante crisi tra i due alleati di governo, ha ceduto sul finale lasciando sul terreno il 244 con il differenziale del BTP decennale rispetto al Bund tedesco in lieve miglioramento sulla settimana precedente, ma in deciso indebolimento in fase finale di giornata. In controtendenza invece gli Emergenti che chiudono positivi, forse ad anticipare la prossima mossa della Federal Reserve. Anche sui mercati obbligazionari l’attesa e l’incertezza l’hanno fatta da padrone. Disorientati tra dati che indicano una forza inaspettata delle economie, si pensi al dato della Federal Reserve di Filadelfia, che indica una ripresa repentina ed inaspettata dell’economia statunitense e dubbi sulle prospettive del commercio internazionale, i rendimenti sulle curve principali di Stati Uniti e Germania sono tornati a scendere. Il Bund decennale chiude ad un rendimento in calo ed il Treasury USA per pari scadenza chiude arretrando. Quanto alle commodity prosegue la sua ascesa l’oro che tocca i massimi da sei anni, mentre il petrolio torna a correggere dopo il rialzo della settimana precedente con il Brent che chiude in calo., nonostante proseguano le tensioni tra Iran e Gran Bretagna nello stretto di Hormuz.
Qualcuno dice: ma se scoppiasse una bolla? È questo il momento giusto per chi fa trading, un momento finanziario che pare essere caratterizzato da una sorta di calma (apparente). Stiamo davvero vivendo in un momento di catalessi? Ma gli analisti- stanno esortando i più, a non perdere questa opportunità che non si presentava da moltissimo tempo. Scopriamo meglio di cosa si tratta, perchè altri invece dicono: Una bolla sta per scoppiare? Una “bolla” titoli a bassa volatilità sta per brillare e, a detta di alcuni esperti è una grandissima onda da cavalcare. L'attenzione viene tutta puntata sulla divergenza record, "tra titoli value/ciclici da un lato e i titoli a bassa volatilità/difensivi dall’altro" e si parla di una divergenza che "è molto più significativa anche rispetto alle valutazioni delle dot com di fine anni ’90" (in economia e informatica con dot-com si definiscono tutte quelle società di servizi che sviluppano la maggior parte del proprio business attraverso un sito web e Internet). Insomma, pare che ci si trovi, addirittura, davanti alla bolla più importante mai riscontrata nel mercato finanziario della storia moderna, che non può proseguire oltre. Per chiarire meglio tutto il concetto, bisogna pensare che i titoli value sono quelli con una quotazione a buon mercato rispetto agli altri principali della stessa società, mentre le azioni a bassa volatilità hanno delle oscillazioni solitamente molto pacate e contenute.
L'ultima volta che ciò è accaduto è stato tra il 2007 e il 2008, per cui sono passati esattamente più di 10 anni da questo grosso crack dei mercati e solitamente sembra che la cosa sia piuttosto ciclica.
Per questo gli esperti ritengono che la stabilizzazione dei dati economici e la guerra commerciale sempre più in stato di avanzamento in atto fra la Cina e gli Stati Uniti d'America potrebbero essere l'elemento scatenante e che anche i fondi speculativi, andando da una direzione all'altra, potrebbero indurre gli investitori ad allontanarsi del mercato. Tale rotazione spingerebbe significativamente più in alto le small cap, il titolo del greggio e gas e più in generale le azioni con bassi rapporti P/E (rapporto prezzo utili) e P/B (numero di azioni per prezzo di una singola azione)".
Di conseguenza, chi negli ultimi mesi ha fatto investimenti in titoli quotati in borsa, che stavano andando molto bene con i titoli a bassa volatilità, potrebbe improvvisamente trovarsi di fronte ad un panorama molto spiacevole e inaspettato. È chiaro che non si possono fare delle previsioni precise e che quello che viene ipotizzato non corrisponda a certezza assoluta - altrimenti sarebbe molto facile per tutti essere degli operatori finanziari - ma quello che si può constatare con i propri occhi è che sicuramente il trading on line (smart money) sta avendo la sua gran bella influenza sull'esposizione azionaria.
Concludendo, Godot, grande assente, ma assai presente: il suo ruolo è aperto ad ogni possibile interpretazione. Mi piace pensare che rappresenti il destino, una meta da raggiungere, magari la stessa felicità che non arriva, ma che ci continua a dare appuntamento fisso alla volta successiva, e noi, imperterriti continuiamo a presentarci con la speranza, prima o poi, che rispetti l'appuntamento. Una cosa è certa però, fa molto caldo!
Gilberto Minghetti