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31/07/2019
“Riaffermare la prospettiva europea nei Balcani Occidentali”
E' la Germania di Angela Merkel ad inserirsi con determinazione in un processo che la storia, l’economia e la cultura vorrebbero veder affidato proprio a Roma.

Nel suo discorso di presentazione al Parlamento Europeo, la nuova Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha fatto un esplicito riferimento alla necessità di “riaffermare la prospettiva europea nei Balcani Occidentali” ed in particolare ha detto che “Noi condividiamo lo stesso continente, la stessa storia, la stessa cultura e le stesse sfide”! Costruiremo insieme il nostro futuro ha detto la signora Presidente.

 

Dopo la chiusura che era stata fatta da Junker si torna a mettere in agenda questa “priorità” che trova nel processo di adesione “un’opportunità” unica per promuovere e condividere i nostri valori ed interessi fondamentali.

 

Se la von der Leyen ha colto pienamente il senso della sfida così non sembra essere nelle azioni del nostro Paese che, giorno dopo giorno, sta perdendo nei Balcani Occidentali quel ruolo naturale di leadership, che avremmo potuto esercitate solo se si fosse creduto di più a “questa necessità” e priorità nell’angolo dietro casa nostra!

Così, ancora una volta, è la Germania di Angela Merkel ad inserirsi con determinazione in un processo che la storia, l’economia e la cultura vorrebbero veder affidato proprio a Roma.

 

I contatti, frequenti e costanti, della Merkel nei Balcani Occidentali non trovano lo stesso riscontro a Palazzo Chigi e così, mentre il Processo di Berlino, già dal 2014 ci vedeva esclusi, oggi approdo all’UE di Paesi candidati - o candidabili come la Bosnia Erzegovina e il Kosovo - sarà conseguenza delle nuove politiche di Berlino.

Poi magari troveremo di che lamentarci!

 

A Poznan, nei giorni scorsi, c’è stato un vertice importante per riaprire il tema, ma il nostro Paese era rappresentato dal ministro della Difesa mentre gli altri lo erano a ben più alti livelli.

 

Dopo oltre 24 anni dal Trattato di Dayton resta sempre più chiaro che non esiste altro destino che l’approdo nell’UE e questa aspirazione comune e ben palpabile oltre Adriatico deve costituire la “nostra priorità”.

 

Se i tempi possibili sembrano essere ancora lunghi, il MCL ha da tempo chiesto una “corsia speciale” per “riformare” il sistema, il metodo di approccio, fermo restando in tema di “valori e della stabilità dello Stato di diritto”.

Oggi la questione del “buco nero” nei Balcani Occidentali non può più essere lasciata alla prospettiva neo nazionalista - e magari guidata da Putin -.

 

Il nostro Parlamento potrebbe, e dovrebbe, esprimersi con chiarezza sulla necessità di questo ampliamento e lavorare per sostenere questo approdo coinvolgendo anche, e soprattutto, la Bosnia Erzegovina e il Kosovo, in questo tortuoso percorso di adesione.

 

Chi non è mai andato al di là dell’Adriatico può pensare “lontana” questa prospettiva, ma chi conosce e frequenta questi Paesi - ed il MCL da oltre venti anni promuove e sostiene il rilancio della società civile e dei corpi intermedi -  sa che c’è una storia che ci lega per il passato e ci impone un futuro insieme!

 

Questa prospettiva è la tappa fondamentale della nuova Commissione Europea che potrà dare forza al “nostro secondo polmone”, come diceva Giovanni Paolo II, e completare un processo storico.

Sappiamo bene che non è semplice “riformare” e cambiare stili di gestione statuale ancora deboli di fronte allo stato di diritto, alla corruzione, alla libertà ed alla libertà di stampa. Ma è col dialogo ed è nel dialogo l’arma che dobbiamo usare per favorire l’armonizzazione di politiche che uniscano e non ci allontanino.

 

E’ nel dialogo che si rafforza la trasparenza e la giustizia sociale, è nel dialogo che si permette lo sviluppo ed il lavoro. Senza raccogliere questa sfida noi saremo responsabili di un fallimento ed il buco nero potrebbe allargarsi ancora. L’orizzonte ed il contesto mondiale non ci permettono questo. Il nostro lavoro potrebbe riattivare un attivismo esistente e cooperare con la Germania, e gli altri, senza remore.

 

Se le fiamme che hanno distrutto la biblioteca di Sarajevo, oggi ricostruita, cercavano di distruggere un dialogo piuttosto che dei libri, oggi noi sappiamo che quel dialogo costituisce la sfida ed il simbolo del nostro domani insieme.

 

Napredak, e Franjo Topic, con la forza del dialogo, a tutto tondo, sostiene da sempre e rilancia questo impegno. Il MCL è a fianco di Napredak con un lavoro che dovrà continuare ancora.

Questo è il nostro contributo importante.

 

Piergiorgio Sciacqua 

 




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