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29/07/2019
Angeli e demoni: l’ideologia che distrugge l’umanità
L’inchiesta di Bibbiano ha aperto uno squarcio inquietante anche su un altro modo di appropriarsi dell’infanzia

Nelle motivazioni del giudice che ha ordinato l’arresto di 6 e posto sotto indagine 27 persone del centro la Cura di Bibbiano, tra maltrattamenti e irregolarità, è emerso l’odio viscerale per la famiglia. Tra gli arrestati figurano il fondatore direttore della Onlus moncalierese Hansel & Gretel, lo psicoterapeuta Claudio Foti, e la sua collega e compagna Nadia Bolognini. Foti risulta pure implicato nel caso di Sagliano Micca (Biella): nel 1996 egli favorì la morte di un’intera famiglia, con accuse infondate di abusi su minori.

L’odio viscerale per la famiglia è alla base del sistema perverso (sostenuto dal PD emiliano) che si delinea tra le pagine dell’ordinanza scritta dal g.i.p./giudice indagini preliminari Luca Ramponi: i gestori dei servizi sociali, insieme a Foti, uniti da una sinergia pluriennale, cercavano di dimostrare, con tutti i sotterfugi possibili, nei procedimenti giudiziari, che i minori erano stati oggetto di violenze da parte dei genitori; perfino la tortura era inclusa, per mezzo di una macchinetta a impulsi chiamata dagli psicologi “la macchina dei ricordi”; Allo scopo di indurre i minori, quasi tutti provenienti da situazioni famigliari delicate, ad ammettere casi di violenze famigliari; e il motivo?: giustificare gli affidi a persone vicine ai dirigenti dei servizi sociali; ovviamente nemmeno uno straccio di prova per dimostrare gli effetti delle violenze.

Prassi “totalitaria” che ci rimanda alla tragica vicenda della “Bassa modenese” in cui sul finire degli anni ‘90 la vita di un parroco e di una comunità furono devastate e 16 bambini furono allontanati per sempre dalle famiglie d’origine a causa di accuse false e incredibili. Non a caso, don Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia deceduto nel 2015, diceva che nel caso della Bassa Modenese pm e assistenti sociali si muovevano secondo una “morale nordcoreana”: il figlio è dello Stato e non dei genitori. (Come si può leggere sul sito del settimanale Tempi https://www.tempi.it/quei-nomi-che-ritornano-inchiesta-angeli-e-demoni/).

Si legge a pagina 253 dell’ordinanza del giudice Ramponi: «Costruire un’avversione psicologica dei minori per la famiglia di origine». Togliere bambini a mamma e papà con una facilità estrema, a volte sulla base solo di sospetti e fare di loro ciò che un ente superiore, lo Stato, decide. Di conseguenza, la figura del padre e della madre subiscono un vulnus, giacché vedono la patria potestà e la libertas educandi attaccate.

E a ordine la trama di questa incresciosa vicenda vi era la dirigente dei servizi sociali di Bibbiano finita da poco agli arresti domiciliari, Federica Anghinolfi. Sempre il giudice Ramponi asserisce che lei è la principale responsabile degli abusi: lei che si è dimostrata avversa al contesto famigliare a causa delle sue «profonde convinzioni e condizioni personali a sostenere con perseveranza la causa dell’abuso da dimostrarsi ad ogni costo».

Da che cosa deriva questa fisima? Ad esempio dalla sua carenza di equilibrio nel definire le figure maschili in famiglia dei “predatori maschi” e perché lo stesso fondatore della Hansel & Gretel è stato in passato il suo terapeuta. Per di più dalle carte si evince che la signora appartiene a un contesto ideologico che punta alla demolizione della famiglia, ossia l’ambiente Lgbt. Lo ha rimarcato lo stesso giudice, quando ha dato conto di uno dei sei casi passati al vaglio degli inquirenti. Quello di Silvia (nome di fantasia), una bambina di 11 anni con crisi epilettiche data in affidamento a una coppia di donne di orientamento omosessuale unite civilmente da un anno; una delle quali legata sentimentalmente in passato alla stessa Anghinolfi; entrambe con problemi mentali.

Orbene, al riguardo, è emerso dall’ordinanza del giudice: «La bambina viene fatta oggetto di vessazioni psicologiche del tutto gratuite e nemmeno correlate a comportamenti indisciplinati della stessa, ma esclusivamente condizionati dall’esigenza di denigrare i genitori naturali ovvero dall’utilizzo della piccola come bersaglio di sfoghi o di rabbia dell’una o dell’altra affidataria». E questa è solo la punta di un orribile “iceberg”; dal momento che l’inchiesta di Bibbiano ha aperto uno squarcio inquietante anche su un altro modo di appropriarsi dell’infanzia. Con l’appoggio dei servizi sociali e del welfare emiliano, diffusore di una ideologia antiumana.

Daniele Barale 

 

 




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