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02/07/2019
Il continuo battibecco tra Di Maio e Salvini
Passate le elezione non si muove nulla

Credo fermamente, cari ministri, che i vostri continui litigi e battibecchi, veri o falsi che siano, ci stanno davvero sfiancando. C’è una misura in tutto.

Ormai ogni giorno assistiamo ad un infinito ping pong di battute, risposte e provocazioni, che oggettivamente, ci fanno quasi venire la nausea. Allora mi chiedo: ma quando avete sottoscritto il famoso contratto di governo, tutti gli elettori sapevano che le vostre rispettive forze politiche non erano uguali. E che il contratto sarebbe dovuto servire per stabilire prima cosa avreste fatto e cosa no. L’idea, copiata pari pari dalla Germania, lo ribadiamo, era buona. Ma arrivati a questo punto si deve constatare che a quel documento mancava una postilla: l’impegno solenne a non sfidare la pazienza dei vostri concittadini.

Certo per voi è semplice giocare e rimpallarvi le colpe, è facilissimo in quanto siete in assenza di segnali di vita da parte dell’opposizione e quindi risulta facile cedere alla tentazione di interpretare tutte le parti in commedia. Ma un conto è marcare le differenze tra i due contraenti del patto di governo e un altro è approfittare di ogni accadimento per dar vita a furibonde risse verbali. Perché chi sta pro tempore al potere deve sempre ricordare che la serietà viene prima di tutto. E che prima delle parole vengono i fatti.

Tutti noi attendiamo ormai da tempo, ad esempio, la famosa legge sblocca-cantieri. Prima avete detto di rimandare la suddetta discussione a dopo le elezioni, scelta secondo me controproducente per i cittadini e per il Paese; ma ora che sono passate le elezione non si muove nulla. Io personalmente credo che sarebbe stato più utile approvarla in anticipo rispetto alla chiamata alle urne non solo per noi italiani, ma anche per voi che, facendo politica, siete alla disperata caccia di consensi.

Sappiamo molto bene che il vostro è un matrimonio quasi obbligato; anche perché non mi sembra di scorgere in Parlamento altre maggioranze. E l’idea di andare al voto anticipato durante l’estate o a settembre è il sistema migliore per trascinarci tutti all’inferno.

Vedete cari ministri, ormai il vostro mantra è sempre lo stesso: i mercati sono cattivi e antidemocratici. L’establishment finanziario è pessimo. Negli ultimi venti anni si è arricchito a dismisura alle spalle sia dei poveri sia di chi lavora. Però detto questo, nessuno può far finta che per ora non abbia il coltello dalla parte del manico e di conseguenza se si dovesse andare al voto prima della manovra finanziaria d’autunno sappiamo tutti che sarà il generale agosto a far schizzare i tassi d’interesse sul nostro nuovo debito a livelli al cui confronto quelli odierni sembreranno acqua fresca. Con tutte le pessime conseguenze del caso. Avete detto  di essere il cambiamento. Io francamente questo cambiamento stento a vederlo, se non in peggio.

Cari lettori, io credo, a questo punto, che a nessuno interessi chi governa. Interessa invece che chi lo fa, lo faccia con impegno e con senso di responsabilità. Che pensi prima al bene comune e poi a se stesso. Che ottenga per tutti dei buoni risultati.

Il destino vi ha portati a Palazzo Chigi, e per noi italiani non è stato un granché. Però adesso vi conviene ricordare che avete il dovere di dimostrare di esserne degni. Anche perché, in caso contrario, ve lo ricorderanno a breve gli elettori, si perché non si può andare avanti cinque anni solo con gli immigrati ed il falso reddito di cittadinanza, il nostro Paese ha bisogno di riforme strutturali serie che pensino davvero agli italiani anziché brandire ogni giorno la spada contro l’Europa o contro chi non la pensa come noi.

Cari lettori voglio citarvi di nuovo la risposta che Elisabetta I soleva dare a chi le chiedeva perché non si fosse mai sposata, ebbene ella rispondeva perché mi sono sposata l’Inghilterra. Avremo mai qualche Governo che davvero si sposi l’Italia?

Luca Cappelli

 

 




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