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20/06/2019
Sette chili in sette giorni
I governo giallo-verde ha 7 giorni di tempo per convincere con elementi fondanti i partners a non aprire la procedura di infrazione.

Proprio così l'Europa dà una settimana d'Italia per una cura. A Lussemburgo il ministro dell'economia torna a casa con un messaggio, non solo della commissione, ma dell'intera Unione: il governo giallo-verde ha 7 giorni di tempo per convincere con elementi fondanti i partners a non aprire la procedura di infrazione. È un avviso secco che però non sembra scuotere eccessivamente i nostri autorevoli rappresentanti e se qualcuno insiste sulla convinzione che non ci saranno nuovi interventi o manovre B su deficit. Pure  il presidente del Consiglio che ha avuto un colloquio riservato con Macron a Malta, di fronte alle scadenze strette fissate dall'Europa, assicura che la lettera italiana è pronta, l'importante sono i contenuti  i fatti ci sono. In sostanza non ci sono stati progressi nel negoziato è così ancora  ingessato. L'appoggio dell'Eurogruppo e dell’Ecofin, alla Commissione accentua la pressione sul nostro paese per ottenere nuove cifre e fatti e, come dice Moscovici possono permettere di evitare l'avviso della procedura. I tempi sono stretti in vista soprattutto dell'Ecofin del prossino 2 luglio a Strasburgo.

Così l’esecutivo, Ue ragionerà sulle possibili opzioni presentate dall’Italia. Tria continua a non mollare e  non demorde  continuando ad assicurare che il deficit scenderà di 0,2 punti e dovranno essere dimostrate le cifre per confermare da dove vengono che non è un problema di nuove misure o no, quello è l'obiettivo, ma sarà raggiungibile senza variazioni con interventi legislativi. Ormai è risaputo, ci sono i risparmi di quota 100 e del reddito di cittadinanza come anche le maggiori entrate dei primi mesi, ma per l’EU, le risorse vanno nettamente messe nel congelatore con atti normativi, non bastano gli impegni, vanno bene le parole dice Moscovici, ma servono più dati, più impegni, fatti e le misure necessarie perché alla fine le regole sono regole i conti devono tornare.  Dombroski da parte sua riavvia a correzioni più significative.

E’ tuttavia abbastanza vicino l’incontro di Conte con Junker: il problema non è solo il buco 2018 che si trascina sul 2019, il nodo è anche come dare assicurazioni per il 2020 e spiegare come si intende evitare l'aumento dell'Iva, nel realizzare una flat tax che non sia in deficit. Mentre  si continua a negare la necessità di una manovra bis, si esclude pure una flat tax finanziata in deficit. Nel  frattempo, interviene il Fondo monetario a stroncare i minibot, un bizzarro strumento finanziario. Ma si tratta sempre di debito, il Fondo monetario pensa che ci siano altre strade per risolvere i problemi e l’Italia deve liberare il proprio genio per trovare strumenti e politiche, con cui affrontare la situazione attuale, sono parole di  Christine Lagarde il numero del Fondo monetario che stronca la possibilità di emettere minibot vagheggiato ormai da Lega e M5stelle: il nostro paese hacominciato un posto piuttosto importante nella lista degli stessi ad alto debito, una categoria che rischia di diventare una mina per l’Eurozona. nsomma,  il quadro resta potenzialmente esplosivo in Italia; il taglio delle tasse è, al momento, assieme alla riforma della giustizia dopo il caso  CSM in cima all'agenda, a Conte e Tria resta affidata la Mission Impossible di trattare in Europa, in dialogo, ma senza calare le braghe come  manda dire Salvini.

Ora, se il cinema rappresenta lo specchio  della società come più volte affermato, nel bene e nel male, azzardo l’accostamento al film “7 chili in 7 giorni”  (Luca Verdone, 1986), un cult dei cult, impossibile non parlarne, l’abbiamo visto tutti milioni di volte e lo amiamo tutti, così come amiamo i due protagonisti che vediamo insieme per la prima e, ahimè, unica volta, e parlo chiaramente di Carlo Verdone e Renato Pozzetto. La trama è anch’essa nota a tutti: due sgangherati laureati in medicina, ma che in realtà poi esercitano entrambi tutt’altro mestiere, decidono di aprire una clinica per dimagrire nel casale appartenente alla moglie di Verdone. La suddetta clinica, insieme ai suoi pariodistici ospiti, capitanati da un’insostituibile Sora Lella, presenza pressochè fissa delle prime indimenticabili pellicole di Verdone, viene gestita dai due “luminari” della medicina con modalità a dir poco fallimentari, ma piene di gag  che nascono dalle diverse comicità dei due protagonisti, che a volte non si fondono perfettamente, ma nel complesso sono piacevoli e divertentissime.

Ma passiamo alle curiosità che mi sono venute in mente parafrasando il noto calo di peso…La bella signora ospite, che si concede al Dott.Baracchi per una fetta di pane, burro e pasta d’acciughe, la sceneggiatura è stata scritta da Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, oltre che a Luca Verdone, il fratello di Carlo, tutti nomi utilizzati in tantissimi film ad esempio in “Borotalco”,  “Viaggi di nozze” il personaggio del candido marito si chiama Giovanni De Berardi, ma tutti lo confondono con De BerNandi. Nel film il personaggio di Verdone utilizza due battute che sono diventate storiche nel suo repertorio, e che si sono ripetute, o meglio, riutilizzate: quando trova l’onorevole nella sauna esclama “c’ha la testa torrida!”, l’altra invece è relativa alla scena della lavanda gastrica al Monsignore, a seguito della quale il prelato ha l’alito ” che je sà de metano”. E come ultima raccomandazione, per il vostro regime alimentare scegliete la pasta, no la minestDra. E se proprio volete dimagrire, vi suggerisco la pappa dimagrante, di un appetitoso verde vegetale e al delizioso sapore di patè di nafta. E’ questa la cura dimagrante! Chissà se vale per l’Eurozona? Ogni riferimento a persone o fatti…è attribuilbile alla fantasia del regista…!

Gilberto Minghetti

 




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