Nei giorni scorsi si è tenuto a Zagabria, promosso da Napredak e da Eza, un interessante Seminario Internazionale di Studi Europei sul tema: “Il mercato del lavoro e i giovani quali promotori della coesione sociale”.
I lavori sono stati introdotti da Franjo Topic - che ha sottolineato come tutti i Balcani Occidentali stiano guardando sempre più con attenzione al processo di integrazione nell’UE - “anche per respingere nuove forme di nazionalismo che tornano ad offuscare i vari processi di pace”: nei giorni scorsi Serbia e Kosovo hanno nuovamente denunciato violazioni ai trattati ed “il futuro può essere di pace vera solo all’interno dell’UE!”
La coesione sociale ed il ruolo delle organizzazioni dei lavoratori è stato, dalla costituzione della CECA in poi, il filo conduttore di tutta la politica sociale dell’UE: non c’è integrazione politica ed economica senza l’Europa Sociale! Come un filo di Arianna che si dipana nel corso di oltre 60 anni - e qualche volta si ingarbuglia! - l’attenzione per il sociale - anche se non sempre riconosciuta dall’opinione pubblica - caratterizza la sicurezza dei lavoratori europei, il loro sistema pensionistico, la formazione professionale, la loro sanità, i loro trasporti.
È attraverso la coesione sociale europea che si rafforza la nostra cittadinanza, è attraverso di essa che la qualità della nostra vita sta migliorando in tutte le regioni del territorio dell’UE. Le priorità sociali vedono oggi l’UE spendere il 32.5% del bilancio per politiche di sostegno e, dalla Strategia di Lisbona in avanti, molte di queste risorse sono destinate in formazione: la conoscenza viene ad assumere un ruolo decisivo per il sostegno ad una economia sociale di mercato che pone l’uomo al suo centro e che è ancora capace di respingere le tentazioni ultraliberistiche!
La solidarietà - come si è convenuto a Zagabria - resta la premessa forte che permette la coesione sociale ed attraverso di essa si rafforza la coscienza collettiva che caratterizza la nostra società. Ecco perché ancora oggi è storicamente essenziale riaffermare la necessità di una forte politica sociale nell’UE: lavoro, educazione, formazione professionale, solidarietà e lotta alla povertà!
Queste sono le cinque parole che il seminario di Zagabria - a cui ha partecipato una folta delegazione di giovani MCL -, proprio dal coinvolgimento dei giovani, ci chiede di rafforzare.
Ed è il dialogo sociale lo strumento che noi possiamo e dobbiamo usare per non lasciare le decisioni al altri.
È nel dialogo sociale che la storia dell’UE ha costruito la pace - che non è mai scontata! - ed è nel dialogo sociale, con pazienza e perseveranza, che si supera la negatività dei populisti che stanno cercando di radicare nell’opinione pubblica, il ritorno a formule antiche, formule che nel passato hanno già dimostrato tutti i loro limiti ed hanno prodotto solo guerre, disperazione e miseria.
Respingiamo una stagione di irresponsabilità e sosteniamo questa nuova legislatura al Parlamento Europeo, che è chiamata ad avviare un forte processo di cambiamento nella prospettiva indicata dai padri fondatori.
Piergiorgio Sciacqua