PRIMO PIANO
27/05/2019
Il rapporto OCSE sull’Italia
L'Ocse nel suo rapporto invita il nostro paese ad adottare tutte le misure necessarie per far crescere la produttività

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, e il Segretario Generale dell’OCSE, Angel Gurria, hanno presentato il 01 aprile scorso al Ministero di Economia e Finanza il Rapporto economico sul nostro paese 2019. Il documento, elaborato ogni due anni per ciascun Paese UE, fornisce valutazioni in merito al quadro macroeconomico nazionale e indica alcune raccomandazioni di politica economica. Ce ne occupiamo con quasi due mesi di ritardo perché dopo la sua pubblicazione molti componenti l’attuale Governo in carica hanno considerato le valutazioni e le raccomandazioni dell’Organizzazione con sede a Parigi come una fastidiosa ingerenza e noi non volevamo apparire solo come i soliti bastian contrari. Ma torniamo al Rapporto. Scrive l'Ocse che : “...il tenore materiale di vita, inteso come Pil pro-capite, è in Italia all'incirca allo stesso livello del 2000”. Quindi i redditi italiani negli ultimi 20 anni semplicemente sono rimasti stagnanti. Perché questo dato è importante? Per il semplice fatto che certifica autorevolmente quanto andiamo scrivendo su questo sito da più di un lustro. In presenza di una produttività stagnante e di una demografia altrettanto stagnante, infatti, seguendo gli insegnamenti di Robert Solow, il Pil non può crescere se non per alcuni decimali quando c’è bonaccia economica. Mentre se c'è disoccupazione l'unico modo di riassorbirla è attraverso una diminuzione delle retribuzioni reali. Pertanto non a caso proprio l'Ocse nel suo rapporto, tra le tante cose da fare, invita il nostro paese ad adottare tutte le misure necessarie per far crescere la produttività. L'Ocse suggerisce una strategia con tre strumenti: 1) una maggiore concorrenza; 2) incentivi per lo sviluppo di dinamiche di innovazione da parte delle imprese; e 3) la semplificazione degli appalti. Interventi che devono essere adottati congiuntamente altrimenti l’efficacia ne risulterà compromessa. Facciamo alcuni esempi.

Nel caso venissero stanziate risorse solo per l’innovazione (punto 2), in mancanza della concorrenza le imprese non sarebbero incentivate ad investire in innovazione, senza contare il mancato effetto positivo sui redditi della diminuzione dei prezzi dovuta alla maggiore concorrenza. D'altro canto, se vi fosse un aumento della concorrenza in assenza di incentivi agli investimenti, visto il livello elevato della tassazione sulle imprese si corre il serio rischio che quest’ultime scelgano di chiudere o di votare coi piedi delocalizzando. I provvedimenti quindi andrebbero adottati congiuntamente. Ma la domanda che sorge spontanea, considerato il fatto che tali misure vanno leggiferate e che quindi dovranno passare per forza di cose in Parlamento, è la seguente. C’è nel nostro paese una maggioranza per approvare siffatte misure? Decisamente no. Questo perché mentre il consenso per maggiori incentivi alle imprese innovative c’è ed è ampio, quando si passa alla maggiore concorrenza ecco che l'accordo politico evapora. Visto che sulla liberalizzazione dei mercati non risulta esserci consenso alcuno nelle forze politiche rappresentate in tutto l’arco costituzionale italiano e che l’Italia si posiziona oltre l’ottantesimo posto nell'indice mondiale delle liberalizzazioni. Cambieranno nel tempo le cose? Visto quello che si osserva in Parlamento, si ascolta nei talk show e si legge sulla stampa, la probabilità che ciò avvenga è prossima allo zero. Questo perché stenta a generarsi nel nostro paese un ‘blocco sociale’ per le riforme che privilegi la concorrenza e l’innovazione. Insomma stando così le cose provvedimenti che vadano verso la ricerca di una maggiore produttività quali quelli proposti dall'Ocse e descritti sopra, non c'è quasi nessuna speranza che vengano approvati e adottati in Italia. Né nel breve né nel lungo periodo. 

Marco Boleo

 

 

 




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet