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09/05/2019
Elezioni Europee 2019 Il nuovo gruppo voluto da Salvini starebbe sotto al PPE e al PSE.
Ed eccoci alle Europee: Lega e Movimento 5 stelle, che si sono scambiate il testimone in vetta, viaggiano unite ben oltre il 50 per cento, anche se ci sono screzi al Governo. In Germania le difficoltà della Merkel sono interne al partito, con la minaccia esterna dell’alleato di governo, i socialdemocratici, al secondo posto, dall’impetuosa salita di Alternative für Deutschland formazione inesistente sino all’altro ieri, impasto di xenofobia ed estrema destra.
Però cari amici, le urne che ci aspettano fra qualche settimana, sono un film, azione in movimento. Nella trama sono prevedibili colpi di scena, intrecci, contraddizioni, e c’è da definire l’arco narrativo dei personaggi. Il paradosso principale sta nel fatto che i campioni dello slogan “padroni a casa propria” vorrebbero però che fosse la tanto esecrata Bruxelles a risolvere la questione dei profughi. Meglio se collocati in casa d’altri. E qui è destinato a sorgere il conflitto di interessi tra gli eventuali alleati nella Lega delle Leghe, potenziale cuneo nella consueta distinzione tra destra e sinistra. Per occultare la realtà di fatto di una bocciatura della loro politica muscolare, ad opera soprattutto dei potenziali alleati. È stato il gruppo di Visegrad, soprattutto, ad annacquare la sbandierata condivisione del problema, accettando una ripartizione delle quote solo su base volontaria, senza nessuna obbligo e rimandando la palla nel campo delle nazioni di primo sbarco. Certo il governo gialloblù può rispondere con la sempiterna chiusura dei porti, rinunciando a una quota significativa del progresso compiuto dall’occidente sul cammino della civiltà. E sarebbe un ulteriore colpo all’idea di Europa che si è andata formando soprattutto in questi ultimi 70 anni. Colpo che si aggiunge, e duole dirlo, a quelli già inferti non solo dai gruppi “anti” ma da coloro che sulla carta si definiscono fautori dell’unità del Vecchio Continente. Il sentore di una crisi generale dei partiti tradizionali in tutta Europa è confermato anche dai periodici sondaggi pubblicati da Poll of Polls, che in pratica monitorano in maniera costante la situazione continentale. In queste elezioni europee l’unione dei sovranisti ambisce a essere la prima forza politica dell’Unione, ma stando ai sondaggi nonostante una crescita generale dei partiti di destra, la maggioranza sarebbe stabilmente sempre quella formata da Popolari, Socialisti e Liberali. Anche se non è riuscito a creare un unico blocco dei sovranisti, i Conservatori di ECR rimangono per conto loro anche se sempre alleati, Matteo Salvini ha comunque riunito sotto un unico tetto i due gruppi ENF ed EFDD. Anche il Movimento 5 Stelle ha intenzione di dare vita a un nuovo gruppo: per i pentastellati però, nonostante alcune adesioni, sarà difficile mettere insieme deputati eletti in almeno sette paesi diversi. Diamo uno sguardo agli schieramenti europei: il PPE è il Partito Popolare Europeo ed è il maggiore gruppo a Bruxelles. Al suo interno ci sono i partiti italiani Forza Italia, Alternativa Popolare, Unione di Centro e SVP. Le altre principali forze sono il CDU della Merkel, il Partito Popolare spagnolo i Repubblicani francesi. Negli ultimi tempi però si stanno ritagliando un ruolo sempre più da protagonista anche gli austriaci di OVP del giovane presidente Sebastian Kurz e soprattutto Fidesz del premier ungherese Viktor Orban. Il PES è il Partito Socialista Europeo. Oltre ai nostrani Partito Democratico e Partito Socialista Italiano ci sono i tedeschi del SPD e i Socialisti spagnoli e francesi, mentre corposa è anche la delegazione rumena, svedese e portoghese. ALDE è Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa. Per l’Italia ci sono i Radicali, mentre il grosso della truppa parlamentare a Bruxelles è formata dal movimento spagnolo Ciudadanos, dai liberali olandesi e Ano del premier ceco Zeman. Di impronta liberale ed europeista, il gruppo può essere inserito nell’area di centrodestra. Di recente è arrivato l’ingresso anche di En Marche! di Emmanuel Macron. ECR sono i Conservatori e Riformisti. Per l’Italia c’è Fratelli d’Italia, mentre i partiti più importanti sono i Conservatori della premier inglese Theresa May e i polacchi di Diritto e Giustizia. ENF + EFDD Matteo Salvini con le sue trattative è riuscito a unire questi due gruppi fortemente euroscettici e di destra. Oltre alla Lega, ci sono il Raggruppamento Nazionale della Le Pen, i Democratici Svedesi, i tedeschi di AfD, il Partito per la Libertà olandese e Ukip, il partito inglese che ha lanciato la Brexit. LEFT è il gruppo di sinistra presente a Bruxelles. L’Italia è rappresentata da Altra Europa per Tsipras e da Rifondazione Comunista. Altri partiti principali sono Syriza proprio di Alexis Tsipras, i tedeschi di Linke e la sinistra di Mélenchon in Francia. Green/EFA sono i Verdi. La nostra Federazione dei Verdi può contare su due europarlamentari, ma sono soprattutto i partiti olandesi, tedeschi e del Nord Europa a portare in dote il maggior numero di voti. Nell’ultima rilevazione di “Pool of Polls”, viene considerata di nuovo la partecipazione al voto del Regno Unito con il numero degli europarlamentari da eleggere che così torna a 751 così come avvenuto nel 2014. Nel dettaglio vediamo i voti assegnati dal sondaggio a ciascun eurogruppo e tra parentesi la differenza dal risultato ottenuto del 2014: PPE: 172 (-45) PSE: 146 (-39) ALDE: 96 (+32) ECR: 60 (-12) ENF+EFDD: 70 (-25) Nuovi non affiliati: 77 (+77) Greens / Efa: 58 (+8) Left : 49 (-2) EFDD: 32 (-11) Movimento 5 Stelle: 23 (+8) Stando all’ultima rilevazione del 1 maggio, i Popolari insieme alle altre forze europeiste dovrebbero riuscire a mantenere la maggioranza senza dover volgere lo sguardo verso i sovranisti. La possibile unione di ECR ed EFDD-ENF, porterebbe però il blocco sovranista a 130 deputati in totale diventando così la terza forza al Parlamento Europeo dopo i Popolari e i Socialisti. Se guardiamo al dettaglio dell’Italia, sempre Poll of Polls al momento andrebbe ad assegnare 26 seggi alla Lega, 18 al Movimento 5 Stelle, 17 al Partito Democratico, 8 a Forza Italia e 4 a Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni al momento sarebbe oltre la soglia di sbarramento del 4%. Saremo a vedere.
Luca Cappelli
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