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29/04/2019
Sbloccata la crisi?
Sicuramente una partenza veloce delle opere pubbliche impatterebbe in maniera rilevante sul nostro sistema socio-economico

Il fantomatico decreto sblocca appalti sembra aver visto finalmente la luce e, dubbi e contrapposizioni politiche a parte, potrebbe consentire di dare inizio ad un’inversione di marcia del nostro Pil dopo la dichiarata uscita dalla recessione tecnica.

La Banca d'Italia sembra riconoscere, almeno sulla carta, questa potenzialità, con la logica  stessa che prevede per il secondo e soprattutto terzo trimestre, una ripresa economica pur molto fragile.

Indubbiamente  il blocco delle opere pubbliche ormai in atto da troppi anni ha rappresentato una palla al piede di dimensioni rilevanti per la nostra economia che nei decenni scorsi ha avuto nelle costruzioni e nella manifattura metalmeccanica i due principali poli dello sviluppo e dell'occupazione.

Il  decreto, come è stato presentato, ha le caratteristiche per riuscire a dare una sostanziale scossa sia al settore edilizio sia alla modernizzazione delle opere pubbliche, coi limiti che si possono rilevare che riguardano la conversione in legge viste le allergie che hanno i 5 stelle alle opere pubbliche. Preoccupa  altresì la fragilità giuridica del testo che sta all'origine dei poteri dei commissari i quali rappresentano il vero punto di svolta.

Va pure considerato anche il fatto che nel settore delle costruzioni falcidiato della crisi sistemica, ben 5 delle 6 principali aziende del paese hanno problemi economici o finanziari.

Salini Impregilo ha da parecchi anni preso la strada  in direzione estero, attendendo commesse di grande importanza tale da consentirle di puntare all'acquisizione della Astaldi. Ottenendo  un  consistente ritorno ad operare in Italia creerebbe condizioni di certezza per le commesse in termini di tempistica, risorse finanziarie reali e ricorsi, elementi ad oggi ancora fumosi nei decreto.

Sicuramente  una partenza veloce delle opere pubbliche impatterebbe in maniera rilevante sul nostro sistema socio-economico e produrrebbe l'altro balzo per l'occupazione visto che l'edilizia ha mandato a gambe all'aria circa 150.000 piccole e microimprese e, soprattutto, ha reso disoccupati oltre mezzo milione di addetti. Allora sarebbe bene che sul tema appalti e costruzioni, maggioranza e opposizioni concordassero con una linea comune anche per la parte ricorsi e soprattutto autorizzazioni.

In coincidenza di quanto detto, la  settimana di passaggio per l'economia internazionale anche se nei prossimi giorni alcuni dati potrebbero dare indicazioni sullo stato di salute economico soprattutto nell'area euro dove il focus sarà sull' indice Ifo tedesco di cui si attende un recupero grazie a un miglioramento delle attese; contemporaneamente la valutazione della situazione corrente è vista molto stabile. La  fiducia delle famiglie potrebbe succedere nella media area Euro a -8,2 sull' incertezza politica, in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo e al nuovo quadro politico che potrebbe delinearsi dopo tale data.

Dopo  il rinvio della brexit alle elezioni europee di maggio partecipa anche la Gran Bretagna.  Nella  settimana che comincerà i dati in pubblicazioni negli Stati Uniti sono più che altro retrospettivi e non dovrebbero aggiungere informazioni sui trend attesi per il secondo trimestre ad esempio, le vendite di case esistenti e nuove a marzo che dovrebbero confermare il trend positivo del comparto immobiliare residenziale; la fiducia dei consumatori ad aprile dovrebbe stabilizzarsi con una modesta ripresa delle aspettative di inflazione ed infine la prima stima del PIL del primo trimestre del 2019 dovrebbe registrare una crescita in  rallentamento, con i consumi In frenata, ma un contributo solido spesa pubblica investimenti e residenziali. Per  quanto riguarda la BCE, dopo la riunione e la conferenza stampa di Draghi della scorsa settimana non ci sarebbero novità.

Infatti, proprio la scorsa settimana Draghi  aveva dichiarato che è un ampio grado di politica monetaria  resta necessario per salvaguardare le condizioni favorevoli di finanziamento per sostenere l'espansione economica e garantendo, di conseguenza, che l'inflazione resti su una strada che porta un livello inferiore ma sempre vicino al 2%.

Ma gli investitori si interrogano se la BCE scenderà in cambio con ulteriori elementi a sostegno della congiuntura, comunque al termine dell'ultima riunione della banca centrale Draghi si è accontentato di rimandarne la definizione alla prossima riunione: la BCE si concede quindi la possibilità di un rimbalzo congiunturale nel secondo trimestre e temporeggia prima di mostrarsi ancor più accomodante.

Infine, è da un po’ che si parla poco del famoso Spread; effettivamente questo indicatore si muove lentamente, ma ci sono due cose da sottolineare:

1) difficilmente, a meno di eventi particolarmente favorevoli, scenderà sotto 250;

2) se tornerà sopra 275, gli analisti ritengono che si sveglierà e potrebbe rimettersi a correre. Se questo scenario si concretizzerà, non si  esclude che possa superare anche l’ultimo massimo relativo (>345). In questo caso la situazione potrebbe peggiorare nettamente!

Di certo anche il netto rialzo per il prezzo del petrolio greggio, un salto ritenuto molto  rilevante. L'amministrazione Trump avrebbe fatto sapere che a maggio vorrebbe fare terminare le eccezioni alle sanzioni all'Iran, che ad oggi permettono a 8 paesi, tra i quali la Cina, l'India e la Turchia di comprare petrolio iraniano, azzerando di fatto le esportazioni di greggio da quel paese (l'Iran in passato ò stato il 4° maggiore esportatore dell'Opec): dopo Pasqua ci saranno senz’altro le risposte degli Arabi, speriamo non si arrabbino troppo!

Marco Minghetti

 




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