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02/04/2019
Brexit: ennesima fumata nera
Al Momento la May ha undici giorni per trovare una soluzione allo stallo

La parola Brexit dal referendum del giugno 2016, nel quale gli abitanti del Regno Unito votarono per l’uscita dalla Comunità Europea, ha cambiato nel tempo significato seguendo l’effetto Humpty Dumpty, un simpatico personaggio nel racconto di Lewis Carroll: Alice nel paese delle meraviglie. “Quando io uso una parola” dice Humpty Dumpty in tono alquanto sprezzante “questa significa esattamente quello che decido io... né più né meno.”

Siamo arrivati, infatti, ad una declinazione della Brexit in quattro modalità, sulla quale il governo May è stato esautorato e la palla è passata nelle mani del Parlamento. Ma quest’ultimo finora non è riuscito a prendere alcuna decisione. Le quattro opzioni per la Brexit, infatti, a ieri non sono riuscite ad ottenere una maggioranza nella Camera bassa del Parlamento del Regno Unito. Una serie di voti indicativi: ovvero valutazioni di soluzioni alternative presentate dai singoli deputati non hanno raccolto la maggioranza dei consensi.

Le quattro opzioni portate a votazione erano: 1) La permanenza di Londra nel post-Brexit nell’Unione doganale; 2) quello dell’appartenenza del Regno Unito al mercato unico (stile Norvegia); 3) la richiesta di un secondo referendum su qualsiasi piano venga approvato dal parlamento; e 4) un ulteriore rinvio della Brexit per evitare il “no-deal”, ovvero la pericolosa uscita dall’Unione Europea senza accordo dopo il 12 aprile prossimo. Tutte e quattro le opzioni si diceva sono state respinte, anche se la 1) non è passata per soli tre voti. Malgrado le aspettative per l’esito positivo delle votazioni di ieri sera erano buone confidando che la spada di Damocle dell’exit senza accordo tra undici giorni avrebbe focalizzato le menti, costruito legami e facilitato eventuali compromessi. Ma tutto ciò deve ancora accadere.

L'attenzione ora si concentrerà presumibilmente su un possibile terzo turno di voti indicativi, forse domani. Se il parlamento dovesse fallire, in zona Cesarini il pallino del gioco tornerebbe nelle mani del Primo Ministro Theresa May. Secondo gli analisti d’oltremanica la May starebbe, infatti, valutando la possibilità di riproporre per la quarta volta alla Camera dei Comuni il proprio accordo per l’uscita dall’Unione Europea. L’idea del Primo Ministro e di parte del suo Gabinetto sarebbe d’inserire l’accordo in una delle sessioni di voti indicativi e non vincolanti che si terranno. L’obiettivo sarebbe quello di raccogliere il maggior consenso possibile per provare a mostrare che l’accordo è l’opzione meno sgradita al Parlamento.

Al Momento la May ha undici giorni per trovare una soluzione allo stallo o chiedere un ulteriore rinvio all’Unione Europea. Senza nessuna delle due condizioni il Regno Unito uscirebbe dall’UE con lo scenario peggiore: il no-deal. Vi terremo informati.

Marco Boleo




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