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22/03/2019
Il fenomeno del revenge porn
La proposta del M5s prevede la reclusione per chi pubblica o diffonde le immagini da sei mesi a tre anni, con multe da 75 a 250 euro.

Si torna a parlare di un fenomeno drammatico che negli ultimi anni si è molto diffuso, complice l’avvento della tecnologica e di internet, ossia il cd. “revenge porn”.

Questo termine anglosassone significa letteralmente “vendetta porno”, è un termine che rende a pieno la portata della problematica: si tratta dell’ipotesi in cui vengono resi di pubblico dominio foto e video dal contenuto “intimo” di una persona (il più delle volte di una donna), nella maggior parte dei casi l’azione è compiuta da un ex compagno della vittima al fine di vendicarsi per un qualche torto, presunto o subito.

Ciò premesso, questa volta la vittima in questione è la Parlamentare Giulia Sarti.

Invero, alcune foto private della deputata del M5s Giulia Sarti, già diffuse illecitamente da un hacker nel 2013, sono ora tornate a circolare in Rete e in chat di messaggistica.

La donna è già nell'occhio del ciclone per la questione dei mancati rimborsi e per la battaglia legale con l'ex-compagno, in seguito alla quale si è autosospesa dal Movimento e ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della commissione Giustizia di Montecitorio.

La Sarti, infatti, era stata accusata di non aver restituito al Movimento una parte del suo stipendio e aveva denunciato l‟ex compagno Bogdan Tibusche per appropriazione indebita.

Il tribunale di Rimini, però, ha archiviato le accuse a carico dell‟ex compagno della Sarti.

Ma, la parlamentare pentastellata è tornata al centro dell'attenzione, nuovamente per la diffusione di alcune sue foto private.

Ciò nonostante, la Sarti ha ricevuto solidarietà bipartisan da parte della politica, dal Pd a Forza Italia, passando dalla Lega, Fratelli d‟Italia e ovviamente il Movimento 5 stelle.

Tutto il parlamento – con il presidente della Camera, Roberto Fico, in testa – si schiera al fianco di Giulia Sarti, la deputata del M5s coinvolta nel caso Rimborsopoli.

Non si è fatta attendere la dichiarazione del Ministro Matteo Salvini che sul punto ha dichiarato il dovere, da parte del governo, di proteggere la libertà e la privacy di Giulia Sarti e delle altre persone, spesso giovani, che subiscono e/o hanno subito lo stesso vergognoso trattamento.

A tal proposito, il M5s propone una legge ad hoc sui ricatti.

Infatti, la proposta del M5s prevede la reclusione per chi pubblica o diffonde le immagini da sei mesi a tre anni, con multe da 75 a 250 euro. Pena aumentata se l'autore è il coniuge o altra persona legata sentimentalmente alla vittima - da uno a quattro anni - e se l'atto porta come conseguenza non voluta la morte della persona offesa (da cinque a sei anni di reclusione).

Nel testo si fa riferimento anche alla responsabilità dei gestori delle piattaforme e alla necessità di ottenere la rimozione immediata delle immagini incriminate.

 

Previsti anche l'intervento educativo nelle istituzioni scolastiche da parte della polizia postale, la stesura di una serie di linee guida per la prevenzione nelle scuole da parte del Ministero dell'Istruzione e attività di educative in cui coinvolgere gli studenti per "un uso consapevole di internet e dei social media".

Ciò posto, Ostellari ha fatto sapere che proporrà "alcune modifiche fra cui l'ulteriore inasprimento delle pene, previste dalla bozza, per chi pubblica materiale senza consenso, contando su un rapporto fiduciario con la persona offesa e, soprattutto, in caso di morte di quest'ultima.

Un'adeguata riflessione sarà dedicata anche ai concetti di pubblicazione e diffusione, considerate le diverse modalità con cui le attuali tecnologie possono concorrere a creare patimento nelle vittime.

È giunto il momento di dire basta. Se si ricatta, minaccia o si pensa di vendicarsi in un modo infame, si viene processati e si finisce in galera.

La senatrice del M5s, Elvira Evangelista ha ribadito che in commissione inizierà l‟esame del disegno di legge per prevenire e punire il cosiddetto„revenge porn„,frutto di vendette da parte di ex partner.

Orbene, anche il Garante della Privacy invita i mezzi di informazione a non diffondere dati “relativi alla sfera intima di una persona”, dopo che, a seguito di un servizio delle Iene è stata mandata in onda un‟intervista a Bogdan Tibusche, ex compagno della deputata, in cui si alludeva all‟esistenza di filmati personali.

Il garante – Antonello Soro, infatti, ha richiamato l‟attenzione dei mezzi di informazione al rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali e del codice deontologico dei giornalisti. Tali regole impongono al giornalista di astenersi dal diffondere dati riguardanti la sfera intima di una persona per il solo fatto che si tratti di un personaggio noto o che eserciti funzioni pubbliche, richiedendo invece il pieno rispetto della sua vita privata quando le notizie o i dati non hanno rilievo sul suo ruolo e sulla sua vita pubblica.

La situazione è davvero sconfortante, ci si aspetta da parte del Governo provvedimenti immediati ed esaustivi per far fronte ad un fenomeno dalle conseguenze devastanti per la vita di una persona.

È un fenomeno drammatico che ha ormai assunto una portata preoccupante. Succede troppo spesso che tante vittime, nella maggior parte dei casi donne, vivono un autentico incubo con gravi conseguenze psicologiche e sociali.

Basti pensare alla vicenda di Tiziana Cantone, che non riuscì mai a superare il trauma fino a togliersi la vita.

Ma accade ovunque in Italia e si deve intervenire con urgenza per punire questa violenza.

Ebbene, da una parte occorre un‟efficace repressione, dall‟altro ci si augura che con questa proposta si riesca a sensibilizzare ogni individuo, soprattutto i più giovani, sulla prevenzione e sull’educazione ad un uso consapevole della rete.

Michele Cutolo

 




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