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21/03/2019
Il futuro dei diritti umani è figlio della nostra Europa
Risulta sempre più fondamentale non solo custodire la memoria dei diritti umani, ma il loro concreto sviluppo nel mondo contemporaneo,

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 a Parigi, è stata celebrata in tutto il mondo libero, con grandi commemorazioni, che però talvolta sono state intrise di retorica, non sempre cogliendone il  suo valore assoluto, specie se destinato alle  nuove generazioni,  che spesso poco conoscono delle dinamiche storico-politiche di quella fondamentale tappa della democrazia dei diritti, compreso i suoi sviluppi "diseguali" dal dopoguerra ad oggi, in tante parti del mondo, dove purtroppo è presente ancora la pena di morte. Tra le varie iniziative, va segnalata come meritoria quella voluta dalla Pontificia Università Gregoriana, attraverso le sue attivissime Facoltà di Scienze Sociali e di Teologia (con il Dip.to di Teologia Morale), che ha trasformato quel Anniversario in un ciclo di 9 Conferenze, tra il 2018 e 2019, dal titolo evocativo "Il Futuro dei Diritti Umani", che affronta sei capisaldi della Dichiarazione, letti in una ottica interculturale ed interdisciplinare. Un percorso virtuoso, tuttora aperto, con eventi mensili, che ha messo sotto la lente di ingrandimento i suoi aspetti fondamentali, dalla storia della Dichiarazione ai fondamenti filosofici e teologici, interdisciplinari, anche relativi al potere ed ai populismi, di strettissima attualità, con il rapporto decisivo tra Welfare e Salute, riprendendo altresì la grande lezione del Prof. Jonathan Mann. In particolare va colto il rapporto strettissimo tra questi valori sostanziali e la loro forma espressiva e comunicativa, in un "Villaggio Globale", sempre più interconnesso ed interdipendente, come il “Bene Comune” di una Umanità disorientata e ferita dalle crescenti diseguaglianze, non più solo tra il Nord ed il Sud del Pianeta, ma tra tutti i centri e le periferie, ad ogni sua latitudine. In tal senso la Dichiarazione storica del 1948 può essere coniugata con l'attuale Dichiarazione Internazionale sull' Informazione e la Democrazia, che rimarca le garanzie per la libertà, l'indipendenza, il pluralismo e la trasparenza dell'informazione, in un mondo sempre più globalizzato e digitalizzato. L'informazione globale e lo spazio della comunicazione, come "Beni Etici" della Umanità, per garantire l'esercizio della libertà di espressione e di opinione, rispettando i principi inalienabili di pluralismo, libertà, specie religiosa, dignità e tolleranza, ancora mortificati in tanti Paesi. In tal senso assumono particolare centralità i temi della tutela dei soggetti più poveri e vulnerabili, come i migranti, a partire dalle donne e minori non accompagnati, per attuare una autentica missione cristiana, che deve realizzare fino in fondo la Dottrina Sociale della Chiesa.

Un processo partecipativo e democratico, che garantisca ad ogni essere umano eguali diritti ed opportunità, assicurando gli standard minimi di assistenza sociale e sanitaria, con un accesso effettivo alle cure adeguate, ma anche ad una istruzione ed un lavoro dignitoso per tutti. In tal senso si è espresso anche il "Manifesto per una medicina basata sui diritti", per garantire eguaglianza, qualità e responsabilità sociale universali. I Diritti Umani, come ha affermato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, con la stessa vita non possono essere ridotti "a diritti interpretabili, secondo momenti, tendenze e logiche particolari", con una loro "Diaspora" inarrestabile, vittime dello stesso individualismo e nichilismo imperante nelle società moderne, quanto non preda di guerre e violenze distruttive. Per questo risulta sempre più fondamentale non solo custodire la memoria dei diritti umani, ma il loro concreto sviluppo nel mondo contemporaneo, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, anche legati ai "social media", immaginando altresì sinergie tra le stesse culture religiose, in primis cristiane, con tutto l'universo del mondo associativo laico, per rilanciare i comuni valori universali. In conclusione il futuro della umanità, parte dal nostro continente europeo, culla di civiltà e di democrazia, che deve continuare ad esserla, avviando finalmente la sua piena integrazione politica ed economico-sociale, superando i limiti della sola moneta unica, costituendo "l'Europa dei Popoli", contro l' egoismo dei singoli Stati nazionali, salvaguardando la pace e la convivenza pacifica , garantendo con esse però il futuro dei diritti umani inalienabili ed universali, liberi dal bisogno e dalla paura.

Un forte Appello per un’Europa che riscopra la sua vocazione popolare, come richiamato anche dal Manifesto: “SI ALL’EUROPA PER FARLA”, promosso dal Mcl e dall’Associazione Esserci, in tutto il nostro Paese.

Sergio Venditti

Presidente Mcl Abruzzo e Molise                                                                                                                                                                                                                               

               

 




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