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15/03/2019
Il nuovo piano Rai per lo sviluppo
Il nuovo assetto RAI prevede una serie iniziative strategiche attraverso cui mettere in campo risorse complessive pari a oltre 360 milioni

Negli ultimi giorni si sente parlare del piano industriale RAI per gli anni 2019-2021.

Orbene, il Cda della Rai ha approvato il piano industriale 2019-2021 a maggioranza dei suoi componenti, ciò nonostante vi è stato chi ha votato no, ossia Rita Borioni e Riccardo Laganà.

Si tratta del progetto presentato dall’amministratore delegato Fabrizio Salini e poi in parte modificato con il contributo del presidente e di diversi consiglieri.

Il predetto Piano ha lo scopo di andare a ridisegnare completamente l’attuale assetto della RAI, pertanto, occorre andarne a delineare brevemente i tratti principali.

Ciò posto, il nuovo assetto RAI prevede una serie iniziative strategiche attraverso cui mettere in campo risorse complessive pari a oltre 360 milioni, di cui una sessantina di milioni di euro per lo sviluppo dell'offerta digitale; 40 milioni di euro per i documentari; e una cifra vicina ai 200 milioni di euro per lo sviluppo e l'adeguamento dell'infrastruttura tecnologica e immobiliare.

Dunque, due sono gli ambiti su cui il piano intende intervenire per ottimizzare i costi esterni: appalti, da un lato, e risorse artistiche e collaboratori, dall'altro.

In particolare, al capitolo 'appalti', il piano prevede che dall'ottimizzazione derivante dal migliore sfruttamento delle risorse interne (reso possibile dal nuovo assetto della Rai), si possa centrare un obiettivo di risparmio sul costo degli appalti fra i 3 e i 5 milioni di euro.

Quanto al capitolo 'risorse artistiche e collaboratori', interventi volti a ottimizzare i contratti potrebbero comportare l'ottimizzazione del costo legato ai contratti di importo superiore ai 100mila euro di 4-5 milioni di euro.

Inoltre, il piano industriale punta ad una serie di razionalizzazioni.

In particolare, dal punto di vista della razionalizzazione dell'organico dirigenziale si prevedono risparmi per 15 milioni di euro.

Vengono inoltre individuate varie caselle di ottimizzazioni, dalle efficienze dovute al nuovo  modello organizzativo content center, che ha cioè il proprio pilastro nei contenuti, si prevedono risparmi per 100 milioni di euro.

Tra le misure previste dal piano industriale Rai 2019-2021 anche la razionalizzazione della presenza territoriale e l'ottimizzazione delle risorse che si trovano nei vari asset immobiliari.

A tal fine, prevede il capitolo 'adattamento del patrimonio immobiliare' con specifiche iniziative di qualificazione, valorizzazione delle sedi Rai e ottimizzazione della copertura immobiliare delle attività produttive Rai.

Si prevedono, altresì, molti interventi di ottimizzazione degli spazi informativi sui canali generalisti, la rimodulazione delle edizioni nelle fasce notturne attraverso la copertura degli spazi con la trasmissione in simulcast di Rainews 24.

 

E’ possibile individuare una serie di benefici attraverso la riduzione delle maggiorazioni notturne e degli straordinari dei giornalisti, oltre all'ottimizzazione delle squadre di produzione.

Sul fronte dell'accessibilità, dell'interattività di mobilità e meteo, si prevede poi il progetto 'Me.Mo', una proposta informativa di servizio curata da Rai Pubblica Utilità, integrata rispetto agli ambiti 'Meteo' e 'Mobilità' e rivolta alle piattaforme digitali.

E' prevista, in particolare, la realizzazione di due prodotti distributivi e cioè l'app 'Me.Mo' e il portale 'Me.Mo.' per un'offerta continuativa e trasversale. A tale fine verranno utilizzati dati di flusso forniti da Aeronautica Militare, Protezione Civile e Centro di coordinamento delle informazioni sulla sicurezza stradale, accompagnati da un'attività redazionale orientata soprattutto alla sicurezza del cittadino rispetto ai rischi ambientali e alla crescita della cultura per la mobilità sostenibile.

L'accesso all'offerta è libero, con login solo per segnalare eventi meteo o eventi legati al traffico. Non manca, infine, un'indicazione di marcia per l'evoluzione dell'offerta tv.

Tra le novità, oltre al canale istituzionale e al canale in lingua inglese, il rafforzamento di Rai4 e la sua caratterizzazione come canale prevalentemente maschile; l'introduzione di un nuovo canale indirizzato ad un target prevalentemente femminile; il superamento di Rai Movie e Rai Premium , caratterizzati da una profilazione del pubblico scarsa rispetto a Rai4; la semplificazione dei palinsesti di Rai5 e Rai Storia e l'introduzione di documentari di respiro internazionale; la focalizzazione di Rai Gulp su target 8-11 anni; lo spostamento di Rai Scuola online.

Quanto alle reti generaliste, Rai1 resta la rete ammiraglia che valorizza prodotti evento; Rai2 diventa ancora di più la rete pilastro della strategia multipiattaforma e della sperimentazione di nuovi linguaggi per sedurre un pubblico più giovane; Rai3 si conferma rete di approfondimento informativo e di valorizzazione della cultura e delle specificità locali.

Ciò posto, è chiaro che il piano prevede una serie di manovre e innovazioni che andrebbero a riassettare e “modernizzare” completamente il settore.

Tale Piano RAI, tuttavia, desta alcune perplessità, specialmente per la presenza “ingombrante” del campo politico odierno.

Ebbene, tutti i governi hanno cercato di dare una loro “impronta” al servizio pubblico radiotelevisivo, in quanto ciò rientra nelle loro competenze.

Mentre non rientra nei loro compiti quello di “piazzare” le persone più fedeli e non più capaci, oppure di far fuori le persone che non appartengono a nessuna cordata anche se validi collaboratori. In questa legislatura sono ormai diversi i richiami dell’Agcom ai Tg delle diverse televisioni, non solo la Rai, per dare troppo spazio al governo e poco alle opposizioni.

Si parla, infatti, di monopolio data la presenza dei viceministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

 

Ma se la par condicio può essere facilmente bilanciata, diverso è il discorso della linea editoriale, l’orientamento che si dà o non si dà a una notizia, in quanto in questi casi la suddetta par condicio è difficile da calcolare o da far rispettare.

È per questo che desta particolare preoccupazione il piano appena votato dal Cda Rai.

È una ristrutturazione voluta dall’amministratore delegato Fabrizio Salini, che prevede la creazione di nove super aree con altrettanti mega direttori a cui faranno riferimento i tradizionali Raiuno, Raidue, Raitre, ciò riguarda anche i Tg.

I diversi direttori resteranno, ma dovranno dar conto del loro operato, a partire dal budget, ad un unico direttore dell’informazione che coordinerà anche il lavoro dei talk di approfondimento.

Se per quanto riguarda la produzione di fiction o di programmi di intrattenimento l’accentramento previsto dal nuovo piano industriale, ricordiamo passato a maggioranza con due voti contrari, potrebbe essere una utile razionalizzazione in vista anche della sfida aperta dalle piattaforme come Netflix.

Per quanto concerne, invece, l’informazione c’è invece solo da aver paura, infatti, un unico direttore per quanto laico e aperto, non potrà che condizionare anche la linea editoriale.

Si teme, in particolare che visti i precedenti, senza distinzione di partito, il pluralismo anche se difettoso e condizionato da molte pressioni, resti un antico ricordo.

Se lo avesse fatto Matteo Renzi, ci sarebbe stata immediatamente una rivolta, capeggiata dai costituzionalisti in nome dell’articolo 21.

Infine, Matteo Salvini, vuole garanzie sulle nomine da fare, nomine che, a suo avviso, sarebbe meglio fare contestualmente all'approvazione del piano industriale e non dopo, come invece vorrebbe l'Ad della Rai.

Vi è chi sostiene che il piano Salini sia già in bilico, e Salvini vuole occupare la tv di Stato. Il leader leghista per realizzare il progetto, infatti, punterebbe su Ciannamea.

L’obiettivo è quello di occupare anche gli spazi di intrattenimento con i temi sovranisti.

Si vocifera che tra i possibili rientri nell'azienda ci saranno nomi conosciuti come Monica Setta, Lorella Cuccarini e Massimo Giletti.

Tuttavia, è ancora tutto in gioco e bisogna attendere di vedere come si procederà sull’intera vicenda. 

Michele Cutolo

 




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