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14/03/2019
Tassi fermi
L'abbattimento degli spread dell'Italia resta l'obiettivo principale per costruire un futuro di crescita

È  di ieri l'esito del consiglio di BCE col messaggio reso noto che almeno fino alla fine dell'anno i tassi saranno fermi, quindi una boccata d'ossigeno per le banche italiane, con finanziamenti mirati a famiglie e imprese tramite i TLTRO.
La BCE eroga finanziamenti alle banche finchéueste facilitino i prestiti bancari a famiglie e imprese e così stimolando l'economia che a seguito delle stime di crescita negative danno per scontato che la recessione italiana pesa abbastanza.
Queste  nuove scelte aiuteranno a mantenere condizioni di credito favorevoli per le banche e aiuteranno la politica monetaria; non si è parlato di nuovo QE, ma non è neppure escluso che l'argomento torni di attualità nel caso l'economia peggiorasse più delle attese.

L'eurozona si trova così in una fase di persistente debolezza ritenendo che nell'eventualità di una recensione fra i fattori che hanno portato il taglio delle stime di crescita, Draghi cita il rendimento del commercio mondiale soprattutto quello della Cina degli USA. Tra  i fattori interni uno di questi è certamente l'Italia oltre al comparto automobilistico tedesco.
Mentre  le indicazioni della BCE hanno raffreddato lo spread tra Italia e Germania, le borse, soprattutto quella italiana, hanno subito flessioni come in tutte le principali piazze europee.

Poi l’invito ai paesi ad alto debito a ricostruire cuscinetti fiscali, ciò vale sì anche per l'Italia però è facile per noi invocare azioni a livello europeo, ma si tratta di decisioni che i governi devono prendere e spiegare ai loro cittadini e quindi è più il è molto più difficile metterlo in pratica.

Tutto sommato occorre rilanciare la fiducia, stimolare i giovani perché i punti dell'Italia sono in gran lunga maggioranza maggiore dei suoi punti di debolezza Non bisogna dimenticare che in Europa siamo fratelli nazioni più produttive nel mondo al quinto posto per export al secondo in Europa e possiamo contare su una mole enorme di risparmio delle famiglie.

Certamente  l'abbattimento degli spread dell'Italia resta l'obiettivo principale per costruire un futuro di crescita; ovviamente quando si parla di spread pensiamo a quello finanziario che si attesta sempre intorno ai 250 /260 punti un valore scollegato dai fondamentali nel nostro paese in base il quali dovrebbe essere circa 100 punti più basso, ma ci sono altri aspetti che preoccupano a cominciare del debito.

Ridurre il debito pubblico è fondamentale e molti accusano il governo di non aver fatto nulla al riguardo forse in questo momento il governo piace cercare di fare il meglio per il nostro paese, ma se guardiamo la storia del debito pubblico nel post si possono dire che ci chi ci ha governato finora possono essere considerati.

Dovremmo dimostrare di saper fare i conti a casa, come ridurre il debito pubblico e pretendere di essere al tavolo con Francia e Germania nel progettare un futuro europeo.

È preoccupante comunque lo spread degli investimenti pubblici e privati c'è un deficit  di produttività, non solo rispetto ai tedeschi quindi lo spread del capitale umano abbiamo un numero di laureati molto più basso di quello di altri paesi europei con una spesa per educazione e formazione inferiore a Francia e Germania.

Nei  prossimi anni si giocherà una grande partita su intelligenza artificiale e la tecnologia: è il mondo del futuro e rischio è per  non restarne fuor, come pure la valorizzazione del talento femminile che è  in media, inferiore agli altri paesi: è un gap da colmare,  la Cina però, sarà sempre un mercato di riferimento con cui occorre un rapporto assai strategico.
Nel corso della sessione di domande e risposte con i giornalisti, l'ex Governatore della Banca d'Italia ha dichiarato che l'impatto dei fattori negativi che stanno portando ad una frenata della crescita nell'area euro si sta rivelando più duraturo del previsto, quindi la congiuntura a breve termine sarà più debole di quanto stimato, le sue parole sono state molto chiare :“siamo al buio e non possiamo correre!”.

Alla luce di ciò la BCE ha tagliato in maniera netta le sue previsioni sul PIL dell'Eurozona all'1,1% per quest'anno, rispetto all'1,7% precedente, mentre con riferimento al 2020 le proiezioni scendono dall'1,7% all'1,6%, con una conferma dell'aspettativa di un rialzo del PIL dell'1,5% nel 2021. L'Eurotower ha messo mano anche alle stime sull'inflazione che nel breve dovrebbe rimanere sui valori attuali, per poi calare verso fine anno. Le previsioni per il 2019 scendono così dall'1,6% all'1,2%, mentre per il 2020 sono confermate all'1,5% e per il 2021 si passa dall'1,8% indicato in precedenza all'1,6% comunicato oggi.

Gilberto Minghetti




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