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22/02/2019
Mamma ho perso l'aereo
Entro fine marzo arriverà il nuovo piano industriale, con le rotte dismesse e quelle nuove, che dovrà essere sottoposto ai commissari e poi ai sindacati

Tra i grandi classici di Natale, Mamma, ho perso l'aereo (titolo originale Home Alone), film del 1990, diretto da Chris Columbus. risulta una "una commedia per la famiglia, senza la famiglia": un vero  slogan molto azzeccato perché il desiderio di Kevin McCallister, bambino-terremoto di otto anni in procinto di partire con i suoi per una vacanza di Natale a Parigi, non tarda ad avverarsi. Infatti, mal sopportato da fratello, genitori, zii e cugini, il giovane protagonista viene dimenticato a casa dalla famiglia nella confusione e nella fretta di raggiungere in tempo l'aeroporto. L'occasione perfetta, dunque, per fare tutto quello che desidera senza rischiare di essere rimproverato dagli altri: saltare sui letti, mangiare schifezze a ogni ora della giornata, correre per casa urlando e scendere dalle scale con lo slittino per cascare nella neve Peccato che l'intero quartiere venga preso di mira da ladruncoli ostinati a fare irruzione nella grande casa dei McCallister essendo a conoscenza del loro viaggio nella capitale francese….insomma nessun rammarico per aver perso l’aereo…

Ricordando il celebre Niccolò Machiavelli, quando attraverso i suoi studi, le sue intuizioni e le sue opere voleva recuperare un mondo che era in via di disintegrazione,  poneva le basi di una riforma, che per potere avere successo doveva essere in primo luogo di carattere etico, civile, militare e religioso. I suoi problemi sono, oggi, anche i nostri: col detto che “errare è umano, ma perseverare è diabolico”. esattamente quello che vuol fare l'ennesimo governo italiano in accordo con le innumerevoli sigle sindacali su Alitalia.

Ad  oggi all'incirca la ex compagnia di bandiera è già costato ai contribuenti per i diversi salvataggi tutti quasi miseramente falliti, oltre 7 miliardi di euro a cui va aggiunto il prestito ponte di un miliardo e, anche se indirettamente quanto dovrà conferire in capitale di rischio F,S presunto socio di maggioranza relativa.

A  spingere verso l'ingresso dello Stato, forse per gloriarsi di fronte agli elettori, è l'attuale coalizione di governo spalleggiata sottobraccio dai sindacati e non sapendo che il nuovo tentativo avrà come i precedenti gambe corte,  assorbirà solo capitali e, purtroppo sperpererà quel minimo di reputazione che ancora la compagnia ha.

I  motivi sono sempre gli stessi degli altri annunciati dei vecchi fallimenti: i voli entro confine sono subissati dalla concorrenza dell'alta velocità, in cui il primo protagonista è Trenitalia, poi ad  entrare nei voli a lungo raggio impone enormi investimenti e comunque poche possibilità di riuscire ad ottenere uno spazio, il costo del personale pur abbastanza  ridimensionato brucia circa 14 mensilità, infine, come è successo ai capitani coraggiosi di recente memoria, l'economia in fase di contrazione con essa i trasporti business niente per il  turismo, manca di un piano marketing attrattivo grado per portare in Italia flussi non per 6, ma per 12 mesi.

Il  combinato di tutte le componenti non può che portare al solito default nel quale nessuno avrà colpa mentre gli italiani si vedranno scucire dai propri portafogli un altro abbondante miliardo per coprire perdite salvaguardare per l'ennesima volta la forza lavoro.

Tuttavia si può fare una considerazione sul mondo in cui Alitalia e Italia veleggiano nel globo come protagonisti che purtroppo quel meraviglioso mondo è defunto da oltre 30 anni. Quello  attuale impone immense risorse che non abbiamo, innovazione tecnologica e modernizzazione che pure ci mancano, investimenti in infrastrutture di cui abbiamo solo un antico ricordo, di avere il coraggio di dire basta e azzerare tutto per riconnettersi su un  nuovo operatore che ricominci da zero e disponga di peso internazionale per poter essere vincente l'unica possibile soluzione altrimenti fra un paio d'anni al massimo tre, saremmo punto e a capo. Adesso l’iter sarebbe  più o meno questo. Entro fine marzo arriverà il nuovo piano industriale, con le rotte dismesse e quelle nuove, che dovrà essere sottoposto ai commissari e poi ai sindacati. Successivamente il riassetto dovrà ottenere il bollino della commissione Ue, che dovrà valutare la sussistenza o meno di possibili aiuti di Stato. Infine, l’assemblea dei nuovi azionisti. Solo allora la nuova Alitalia potrà decollare, con la sola speranza che Kevin McCallister, il citato protagonista, questa volta riesca a decollare!

Gilberto Minghetti

 




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