Venti anni fa il Venezuela era il Paese più ricco del Sud America e la qualità media della vita dei suoi cittadini era tra le migliori del grande continente americano.
Dopo venti anni di socialismo le politiche di Hugo Chavez e di Maduro lo hanno reso “sempre più simile ad un angolo di terra abbandonata dell’Africa“.
Come se un terremoto avesse separato quella terra dal continente americano.... Chavez cominciò cambiando la Costituzione, incluso il nome del Paese, eliminò la separazione dei poteri e cominciò col dare “sussidi” alla popolazione! Noi oggi lo avremmo chiamato “reddito di cittadinanza”!
Da lì in poi Chavez disincentivò le attività di lavoro, creò un pubblico impiego spropositato, aumentò le tasse agli imprenditori e creando il “Socialismo” instaurò una stagione di “liberazione” che è finita con le torture, con la polizia speciale e con le “squadre cubane”, che nei quartieri popolari cercano di tenere tutto sotto controllo e coltivano la crescita dall’adulazione e la venerazione verso il Capo. La corruzione oggi vede il Venezuela al 19° posto nel mondo.
Così in venti anni la società è davvero più ugualitaria ma allo stesso tempo è più povera ed è sempre più simile ad un pezzo di terra africana. La comunità internazionale comincia finalmente, e tardivamente, a rendersi conto della triste realtà, capisce che la democrazia non è più garanzia dello Stato di diritto e attraverso il riconoscimento della Presidenza ad interim di Juan Guido sostiene una prospettiva di cambiamento! Il cambio ci sarà, è solo questione di breve tempo!
Vari Paesi europei si accodano mentre il nostro Paese, con un Governo che è privo di “una politica estera” degna del nome e di un disegno capace di cooperare allo sviluppo degno dell’uomo, cerca di assumere e di sostenere una “via terzista”, in sostanza la conservazione del regime nazionalista.
La tragedia del popolo venezuelano, affamato, senza medicine e senza speranza non è capita a Roma da un gruppo di ministri che, sempre più spesso, si dimostra di non essere all’altezza del ruolo che ricoprono!
Anche il precedente governo Gentiloni non ebbe mai il coraggio di “contrastare le politiche socialiste” di Maduro, e oggi questo li rende incredibili ed inaffidabili davanti all’opinione pubblica.
Restare in disparte ad aspettare che il regime cada da solo per non commettere “gli errori della Libia” non è degno della nostra storia, del nostro essere sempre stati a fianco di chi lotta per la libertà e per la democrazia!
Grazie al Presidente Mattarella per aver fatto giungere la voce del Paese reale a sostegno di un popolo che, per altro, ha grandi ed importanti radici italiane. Grazie per aver cercato di rendere il nostro Paese partecipe di un sostegno che è fondamentale. La vicenda venezuelana non è una “questione interna che ci preoccupa”, ma è la battaglia di un popolo per la libertà.
I terzisti di casa nostra, seduti su comode poltrone, aspettano una soluzione che di sicuro ha oggi solo il costo che paga la povera gente!
Questa vicenda dovrebbe insegnare molto anche ai fautori di politiche nazionaliste e rafforzare il sostegno alla costruzione dell’integrazione europea. Tutta la sinistra occidentale deve essere capace di fare un esame di coscienza profondo per aver comunque sempre sostenuto un regime dove la venerazione del Capo carismatico aveva plasmato l’intolleranza verso ogni forma di alternativa democratica.
Dopo la stagione del 1989, che vide il crollo del social-comunismo, anche la tragedia del Venezuela conferma che le “politiche socialiste” producono fallimenti, e gli amici di Maduro - da Putin ad Erdogan - mentre continuano a sostenerlo, usano la tragedia venezuelana per ammonire gli USA, l’UE e tutti i popoli liberi.
Piergiorgio Sciacqua