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04/01/2019
La “Buona Politica” è al servizio della Pace
Le parole di Papa Francesco per il Capodanno 2019

Proprio oggi, 1° gennaio 2019, da Piazza San Pietro Papa Francesco, in occasione della 52a Giornata Mondiale della Pace, ha trattato in particolare della dimensione della Pace nell’azione Politica e del ruolo della Politica, come Servizio e come Virtù Civica.

Egli ha tirato in ballo il concetto di Politica come equilibrio virtuoso tra “Pensiero e Azione”.

Sono fermamente d’accordo con il Santo Padre che la sfida della buona politica è l’unica cosa che possa migliorare il nostro Paese ed il mondo intero.

Ormai ci siamo abituati a vedere il peggio della politica che, ahinoi, pensa solo alla ricerca del potere ad ogni costo e quindi provoca abusi ed ingiustizie. Ecco le parole del Papa: “La politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”.

Nel sentire oggi Papa Francesco mi è tornato in mente Papa Paolo VI, il quale affermava: “Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli: locale, regionale, nazionale e mondiale, significa affermare il dovere dell’uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell’umanità”.

Allora mi chiedo: ma i nostri politici si rendono conto del ruolo che rivestono? Sanno minimamente che la politica ha una funzione e una responsabilità che costituiscono una sfida permanente per tutti coloro che ricevono il mandato di servire il proprio Paese, di proteggere quanti vi abitano e di lavorare per porre le condizioni di un avvenire degno e giusto?

Cari amici, io credo di no.

La politica, se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, può diventare veramente una forma eminente di carità.

A tal proposito voglio ricordare le “beatitudini del politico”, proposte dal Cardinale vietnamita Vãn Thuận, che è stato un fedele testimone del Vangelo: “Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente. Beato il politico che realizza l’unità. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale. Beato il politico che sa ascoltare. Beato il politico che non ha paura”.

Vedete, ogni tappa della vita pubblica costituisce un’occasione per tornare alla fonte e ai riferimenti che ispirano la giustizia e il diritto. Ma spesso questi riferimenti vengono dimenticati e, quindi, la politica, anziché essere perpetrata in base alle virtù appena citate, si concede solo ai vizi. Essi sono dovuti sia ad inettitudine personale sia a storture nell’ambiente e nelle istituzioni. È chiaro a tutti che i vizi della vita politica tolgono credibilità ai sistemi entro i quali essa si svolge, così come all’autorevolezza, alle decisioni e all’azione delle persone che vi si dedicano. Questi vizi, che indeboliscono l’ideale di un’autentica democrazia, rappresentano lo scandalo della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale.

Esempi di mala politica ne abbiamo a migliaia, pensiamo per un attimo alla corruzione; nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza.

Tutto ciò ha creato una cortina che divide i cittadini dalla politica per mano dei politici. E quindi si ha un senso di sfiducia ormai dilagante. Oggi la politica, perlomeno nel nostro Paese, è divenuta il mero esercizio del potere che mira unicamente a salvaguardare gli interessi dei politici; l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro.

La vita politica autentica, quella vera, quella che fu portata avanti ad esempio da Politici come Giorgio La Pira, che si fonda sul diritto e su un dialogo leale tra i soggetti, si rinnova con la convinzione che ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sé una promessa che può sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali.

In conclusione vorrei citare le parole di Papa Francesco al convegno sul Nuovo Umanesimo di Firenze: “Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. È questo desiderio, come bandiera della libertà umana, che fonda lo spirito di un’autentica democrazia: l’affermazione e il rispetto dell’uomo nella totalità delle sue esigenze di verità, bellezza, giustizia, bontà e felicità”.

Quindi chi si impegna nella Politica, ovvero nella gestione della “Res publica” ai vari livelli di responsabilità e di gestione, deve testimoniare che la politica è un bene, operando con realismo e prudenza, senza fare promesse che non può mantenere. Occuparsi del bene di tutti in un’amministrazione locale, regionale o centrale è esso stesso un bene, perché significa contribuire a fare delle nostre Città una casa abitabile per tutti e per ciascuno. Proprio come diceva Santa Caterina da Siena.

 

Luca Cappelli




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