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21/12/2018
Costruire insieme un futuro di speranza
la nostra responsabilità di cristiani impegnati nel sociale non può sottrarsi da un impegno personale ed associativo in questa stagione

Il prossimo 2019 sarà caratterizzato, a livello internazionale, dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo e dal Centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro - ILO -.

Il lavoro - non solo come fonte di guadagno - ma inteso nel suo pieno valore di “una delle parti integranti e fondamentali” della vita dell’uomo e della sua dignità è ancora il motore che permette lo sviluppo, il benessere sociale e favorisce il futuro per le nuove generazioni.

La stagione che si apre vede il tema del lavoro sempre più caratterizzassi per le paure che nascono dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione che sembrano provocare  in molti Paesi una regressione della classe media, una crescita della povertà ed il venir meno della coesione sociale.

Il tema del lavoro dignitoso si ripropone con forza ed il Centenario dell’ILO ci chiama a fornire risposte adeguate nella prospettiva di riuscire ancora a plasmare le attuali tendenze del mondo del lavoro verso una rinnovata inclusione sociale.

Lo sviluppo quindi come momento integrale, lo sviluppo per tutti, lo sviluppo che è il nuovo nome della Pace - come ci diceva, inascoltato, il Papa San Paolo VI! - e che passa solo attraverso il lavoro decente!
E questo, alla luce anche del Pilastro Sociale Europeo (approvato a Göteborg nel 2017), non può che ripartire dal promuovere formazione e sicurezza, inclusione e giustizia sociale.

La partecipazione dei lavoratori deve essere rafforzata così come il Dialogo Sociale deve davvero diventare - ovunque! - il metodo attraverso il quale tutte le parti in causa contribuiscono a superare questa lunga fase di transizione. Verso un’esperienza che vede vincere la disoccupazione è promuovere la giustizia, sociale e fiscale tra il lavoro ed il capitale.

Così la concomitanza delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo dovranno essere la testimonianza della nostra capacità  di vincere le paure contro tutti coloro che - e sono troppi anche nel nostro Paese - usano proprio le paure per cercare di annullare la democrazia in Europa!

L’Europa sociale che abbiamo costruito è già una sicurezza per milioni di cittadini ed il pilastro Sociale Europeo diventa la bussola per una stagione che deve vedere il nuovo Parlamento saper lavorare proprio per rafforzare la dimensione sociale del nostro Continente e per promuove il cambiamento nella fedeltà ai nostri valori fondativi.

I populisti ed i nazionalisti - che sanno solo guardare al passato e non propongono visioni chiare per il futuro! - non vogliono promuovere l’Europa sociale - che è invece l’Architrave della proposta del PPE -: sembra piuttosto che ambiscano “al suo controllo” e pertanto viene ad essere a rischio proprio la dimensione sociale europea.

Da qui nasce la nostra grande preoccupazione per la democrazia che è basata sulla giustizia sociale: l’odio seminato in questi anni non può costruire il nuovo, ma rafforza solo la spinta antidemocratica che a maggio siamo chiamati a respingere con forza ed impegno.

La nostra missione deve vederci impegnati a coinvolgere la gente per difendere la nostra esperienza sociale: implementare il Pilastro Sociale per rafforzare le competenze (che ancora in UE troppi non hanno) ed offrire più opportunità a giovani e donne.

Per affrontare il cambiamento - che è necessario! - dobbiamo affrontare il presente proprio a cominciare dalla difesa dello Stato di diritto (che in alcune zone dell’UE, come in Romania, sembra venire meno...).

Per gestire il cambiamento in UE è necessario ripartire dalla competitività e dalla dignità dell’uomo.

Molte sono le ingiustizie che ancora permangono: dai salari al fisco, la nostra sicurezza e la crescita della coesione debbono costituire il nuovo fronte di azione e per fare questo è indispensabile che l’economia sociale di mercato torni ad essere il centro del nostro fare politica: il PPE nel suo recente congresso dì Helsinki ne ha fatto l’architrave per la prospettiva elettore e noi dobbiamo sostenerla con convinzione!

L’equilibrio che l’economia sociale di mercato - pilastro per accettare i cambiamenti - può attivare è oggi la sola motivazione credibile che possa rendere più degno il lavoro, far costruire nuove relazioni con l’Africa (senza le quali non si affronta davvero la sfida migratoria e la si governa), bloccare le transazioni di denaro nero e cooperare senza paura!

La nostra responsabilità di cristiani impegnati nel sociale non può sottrarsi da un impegno personale ed associativo in questa stagione che è fondamentale per costruire insieme un futuro di speranza: il prossimo congresso del MCL a gennaio si esprimerà con forza proprio su questa prospettiva.

Piergiorgio Sciacqua
Vice Presidente Nazionale MCL




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