PRIMO PIANO
24/12/2018
Con il popolarismo solidarietà e democrazia in Europa
Un’Europa che si risvegli dal torpore sociale richiede coerenza, com’è scritto nel Manifesto che invita i cattolici a “farla”.

L’avvertimento del Presidente Mcl Costalli, nella recente intervista, è chiaro: “Se le istanze di interi settori della popolazione non vengono non dico raccolte, ma quantomeno esaminate, poi si finisce come in Francia con i gilet gialli”. Queste parole hanno un obiettivo molto chiaro: si debbono affrontano le questioni che creano disagio e diseguaglianze, altrimenti diventa a rischio la stessa stabilità democratica. La crescita del lavoro, una politica per il Sud per sanare la sua arretratezza infrastrutturale, il recupero della vivibilità delle periferie rappresentano, in Italia, temi essenziali che il programma del  governo non affronta.   E se la critica è rivolta all’attuale esecutivo ed alle sue scelte sbagliate, analoghe questioni, come dimostra la situazione francese, sono presenti in Europa.

Sia l’evidenza in Francia, dove  Macron ha voltato le spalle alle parti sociali, che la scelta degli inglesi di uscire dall’Europa, sia la crescita dei movimenti sovranisti anche in Germania, che le proteste in Ungheria, hanno tutte il filo conduttore di uno scontento che stenta a  trovare interlocutori adeguati.

Nelle grandi famiglie politiche dell’Europa - luogo dove, ormai, si compiono le grandi scelte politiche - la sinistra, inutilmente divisa tra massimalismo e cedimento all’ultra liberismo, ha perso ruolo e consenso, mentre il popolarismo - pur tra alcune difficoltà - riesce a confermare e rilanciare un programma di diritti sociali, come  risposta più idonea al populismo.

Nel recente congresso di Vienna dell’Organizzazione dei lavoratori europei cristiano democratici - di cui fa parte il MCL - si è ribadito di porre l’obbiettivo della sicurezza nel sociale.  All’interno degli Stati, con al centro la questione della dignità del lavoro, del salario idoneo rispetto al carico familiare, di una più equa distribuzione della crescita con il sostegno ai più deboli; all’esterno, con la difesa del dumping anche sociale della Cina. Tutto ciò, confermando il quadro unitario dell’Europa, in grado di avere un proprio posto nella  globalizzazione, ma ben definito dall’economia sociale di mercato e dalle sue radici nella Dottrina sociale della Chiesa. La convinzione che emerge è che la finalità del Ppe si trova nel  rafforzamento della dimensione sociale dell’Europa, per la difesa della sua democrazia, impedendo ai populisti di sfruttare i disagi e ripristinando la fiducia come chiave dell’Unione.

Non si può, poi, non tener conto anche di  una cornice complessiva. Come è stata ribadita dal Manifesto sui diritti umani ed in particolare quello della vita, recentemente firmato da 42 sigle associative, tra le quali il Mcl, mentre brilla l’assenza di altre. Il riconoscimento e l’applicazione di tale diritto è essenziale per una ripresa  della  natalità: con le “culle vuote” non ci può essere né sviluppo né futuro.  

Siamo sempre più vicini al momento nel quale si deciderà il futuro prossimo dell’Europa, cioè le elezioni del maggio 2019.

L’Italia, nel solco della sua identità cattolico sociale è chiamata a parteciparvi,  riaffermando il valore del  programma sociale del Partito Popolare Europeo, con una connotazione più precisa, in questo senso, dei partiti che vi aderiscono, cioè Forza Italia e UDC. 

Non si può restare alla finestra e la “partecipazione alla vita pubblica”, auspicata più volte dal Cardinale Bassetti, come ha rilevato Costalli, pur essendo “cosa ben diversa [dal] fare un partito di cattolici”, richiede, nella chiarezza, il loro contributo, per riportare la solidarietà al centro della società. 

Una scelta di campo responsabile per superare una rassegnata irrilevanza che  l’adesione ad altre famiglie politiche comporta. Non è la stessa cosa, quando sarà il momento, votare per quella che ha fondamento nella Rerum Novarum  o  stare dalla parte del socialismo decadente o dell’ambientalismo politico.

Una Europa che si risvegli dal suo torpore sociale, quindi, richiede  coerenza, come è scritto nel Manifesto che invita i cattolici a  “farla”.

Pietro  Giubilo
Vice presidente della Fondazione italiana Europa Popolare

 




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet