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23/11/2018
Crescita - Rigore: 0 - 0
si andrĂ  ai supplementari?

Il passaggio parlamentare della legge di bilancio sta rivelando l’aspetto di più fasi della manovra costruita sulla sabbia via, via che cadono le polveri della propaganda, emergono in tutta la loro debolezza strutturale le fondamenta di un'operazione che rischia di non essere rigorosa, ma neppure espansiva.

Lasciando da parte i rilievi e le critiche arrivate in queste settimane dai responsabili delle istituzioni europee internazionale intendendo la Commissione all'Euro dell'Ecofin, della BCE, dell'OCSE, del Fondo Monetario e forse anche la prima volta la Bankitalia, la Corte dei Conti, l’Istat, l’ Ufficio parlamentare di bilancio, si ritrovano a bocciare così univocamente tutti i principali capitoli e capisaldi della legge chiave per la finanza pubblica italiana per il 2019.

Ora a meno di non ritenere di nuovo che siano tutti i sabotatori e registi di un complotto ci si dovrà domandare il perché di questa concordanza inusuale di grandi critiche e il perché non è nient'altro che dei numeri stessi del provvedimento che i tecnici si sono limitati ad estrarre.

Ebbene una manovra fondata sulla crescita si fonda una previsione di aumento del PIL, considerata sballata, impossibile da tutti al punto che lo stesso governo potrebbe cambiarla è stato ripetuto in tutte le salse che nel 2019 sarebbe arrivata la prima trance di flex tax o comunque di riduzione delle tasse e che sarebbe stata a favore delle imprese, proprio per sostenere la crescita e al contrario scopriamo che il 30% delle attività produttive subirà un incremento delle imposte, mentre le altre, se va bene, pagheranno gli stessi balzelli. Un gioco molto duro…

C'è stato detto che avremmo avuto un salto di qualità e di quantità nella spesa per investimenti, sempre finalizzata maggior crescita e di nuovo dobbiamo rassegnarci a poche disponibilità e a zero semplificazioni delle regole per spenderli.

Allora rimangono quota 100 e reddito di cittadinanza, due titoli per ora solo titoli, che però ci costano una procedura di infrazione, forse è un nuovo capolavoro, un salasso per imprese e famiglie, un vero e proprio percorso a ostacoli quello che aspetta la commissione che pubblicherà il parere definitivo sulla manovra e che potrebbe adottare anche un nuovo parere stavolta negativo sul debito e la sua sostenibilità. Quasi un rigore non concesso…

Delle penalizzazioni implicate per chi va in pensione con quota 100 alla stima di maggiori tassi per le imprese li possibili distorsioni della cosiddetta flat tax per gli autonomi fino alle nuvolosità del reddito di cittadinanza rischio di deriva assistenzialistiche è un insieme di coro di rilievi critici di rischio, di timore quello che si è sentito dai vertici Istat, ufficio parlamentare di bilancio, Corte dei Conti, ma anche da Abi e Confindustria. Una serie di cartellini gialli e rossi…

Sviluppare qualche dettaglio su quota 100, emergerebbe subito che le pensioni sarebbero ridotte del 30% secondo le stime degli analisti dell'Ufficio parlamentare di bilancio e chi optasse per quota 100 subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile, con il regime attuale da circa il 5% in caso di anticipo solo di un anno e oltre il 30% se l'anticipo è di oltre 4 anni; ma la stima non è confrontabile con la dote stanziata, perché molteplici aspetti possono mitigare il valore massimo. Di certo, ad esempio per Confindustria, non sono automatici gli effetti positivi sulla nuova occupazione della uscita anticipata dei più anziani. Mi sa che potrà essere utilizzato il VAR…

Sulla Flat tax i possibili rischi di sommerso bisogna valutare attentamente gli effetti negativi dell'ampliamento della stessa per gli autonomi. I rischi possono essere rilevanti dal rinvio della fatturazione allo scopo di non superare la soglia di legge fino all’occultamento tot court delle prestazioni effettuate questo anche per non parlare degli effetti sul mercato del lavoro. Il cambiamento può indurre nuovi contribuenti per le imprese a preferire l'assoggettamento a tale regime al posto di nuovi rapporto di lavoro dipendente.

Imprese. A conti fatti pagheranno di più (30%) a fronte di un possibile vantaggio del 7% sul PIL la crescita è in frenata. Tutti puntano l'indice sulle stime ottimistiche per non dire impossibile relative alla crescita del PIL nel 2019 con effetti negativi sul rapporto deficit/PIL. Un mutato scenario economico potrebbe influire sui saldi in modo marginale per il 2018, ma in misura più tangibile per gli anni successivi. Fallo laterale…

Poi sul reddito torna l'assistenzialismo. Se dall'Istat stimano che reddito di cittadinanza potrebbe portare un aumento del PIL dello 0,2%, dalla Confindustria mettono in guardia che esiste una proporzionalità fra i € 780 del reddito di cittadinanza che vengono erogati prestando servizi per 8 ore a settimana e uno stipendio di primo impiego netto di un giovane che per uno stipendio medio di €830 deve lavorare 40 ore a settimana. Ma dai tecnici dell'Istituto di statistica si stima anche che oltre 400.000 famiglie povere vivono in una casa di proprietà è quasi una su cinque paga un mutuo di importo mensile medio di €525. Insomma il titolo di godimento dell'abitazione incide misura rilevante sulle condizioni di vita. Rigore netto!

Per finire dall’Europa si segnala che la Brexit un po’ annacquata proposta da Theresa May ai britannici scontenta soprattutto i brexisti duri perché l’accordo con la Ue fa tante concessioni a Bruxelles, ad esempio mantenendo la giurisdizione della Corte di giustizia europea sulle controversie. In caso di bocciatura in Parlamento possono arrivare esiti molto diversi, tragici o comici. Ma, scusate, si andrà ai supplementari?

Gilberto Minghetti
 




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