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19/10/2018
Piazza Affari, a cosa fare attenzione
In agenda ci sono anche le trimestrali di Johnson & Johnson, United Health Group, IBM e di Netflix che per non deludere le attese dovranno centrare l'obiettivo di un utile per azione consistente.

La settimana di Borsa iniziata sarà caratterizzata da una serie di temi caldi da seguire con attenzione. Sul fronte politico e geopolitico l'attenzione sarà calamitata in Europa dal tema della Brexit, ma anche e soprattutto dal "dramma" del budget italiano, come lo definiscono gli analisti di Londra.

Giungono pure segnali che gli occhi saranno puntati su Bruxelles, visto che si svolgerà un summit dei Ministri per gli Affari UE sulla Brexit. A seguire poi inizierà il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo, in cui il tema Italia sarà sicuramente preso in considerazione.
Uno dei focolai da tenere costantemente sotto controllo sarà quello delle negoziazioni tra la Cina e gli Stati Uniti in merito alla guerra commerciale, sempre latente.

Da non dimenticare infine che, sempre sull'opposta sponda dell'Atlantico, oltre ai diversi dati macro in arrivo, si guarderà anche alle trimestrali societari, con diversi big chiamati alla prova dei conti nelle prossime sedute.

Sul fronte macro Usa si attendono due indici: il Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene Usa; quello della produzione industriale che a settembre dovrebbe salire; nonché il grado e la capacità di utilizzo degli impianti dovrebbero mantenersi intorno al 78,1%.

Sul versante societario da seguire prima dell'avvio degli scambi a Wall Street i risultati del terzo trimestre di Procter & Gamble, Honeywell, BlackRock e di Goldman Sachs, con attese di valori di dividendi nelle previsioni, mentre per i conti di Morgan Stanley si prevede un utile per azione di 1,02 dollari, al momento accettabile.

In agenda ci sono anche le trimestrali di Johnson & Johnson, United Health Group, IBM e di Netflix che per non deludere le attese dovranno centrare l'obiettivo di un utile per azione consistente.

E’ pure atteso l'indice settimanale relativo alle richieste di mutui ipotecari, ma ben più rilevanti saranno i nuovi cantieri edili che a settembre dovrebbero calare di pochi milioni (previsto il -3%) di unità, mentre le licenze di costruzioni dovrebbero salire di un attendibile +5%. Si segnala un solo dato macro e si tratta delle vendite di case esistenti che a settembre dovrebbero attestarsi a 5,34 milioni di unità, in linea con la lettura precedente.

Quanto alle nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono che dovrebbero salire all’incirca di 1000 unità, mentre non è ancora stato reso noto il consueto report sulle scorte strategiche di petrolio da parte del Dipartimento dell'energia.

Ma è attesissima la diffusione delle minute del FOMC, ossia dei verbali relativi all'ultima riunione di politica monetaria della Fed oltre a comunicazioni di alcuni discorsi di big della Fed ( di St.Luis, Atlanta e Dallas).

In Europa si guarderà alla Germania dove i prezzi import ad agosto dovrebbero evidenziare una variazione positiva del 5,2% su base annua rispetto al 5% precedente, mentre in Italia si conoscerà il dato finale dell'inflazione che a settembre dovrebbe confermare la lettura preliminare con un calo dello 0,4%, in frenata rispetto al rialzo dello 0,4% precedente.

Da seguire in Germania l'asta dei titoli di Stato con scadenza a 2 anni per un ammontare massimo di 4 miliardi di euro, mentre in Spagna saranno offerti titoli con scadenza a 3 e a 9 mesi per un ammontare compreso tra 2 e 3 miliardi di euro.

in Europa sarà reso noto il dato finale dell'inflazione che a settembre dovrebbe evidenziare una variazione positiva dello 0,5%, in linea con la lettura preliminare e in rialzo rispetto allo 0,2% di agosto. Per la versione "core" le attese parlano di un rialzo dell'1,1% su base annua, rispetto all'1% precedente.

Statisticamente ottobre è un mese che non porta bei ricordi agli operatori del mercato statunitense. Infatti il crollo del 1929 avvenne durante il mese di ottobre, il crash del 1987 anche, mentre si registrarono forti vendite nello stesso mese del 1978 e del 1979. Nel 1989 ci fu un nefasto venerdì 13, in ottobre e nessuno ha ancora dimenticato il doloroso calo di 733 punti del 15 ottobre 2008 o quello del 10 ottobre 2008, quando il Dow perse il 18,2% o se si preferisce, 1.874 punti nel pieno della crisi finanziaria!

Sì, è vero, l’economia americana è in ripresa: pil a +4,1% nel secondo trimestre, mai così bene dal 2014, sei anni dopo il, crack Lehman. Eppure sotto il new deal targato Trump c’è una mina pronta a esplodere. Una bomba potenziale da mille miliardi di dollari. Naturalmente si tratta di debiti. Il calcolo l’ha fatto Bloomberg, che di finanza e dei suoi guai se ne intende.

Quanto a Piazza Affari sempre molto importante in Europa grazie anche al venir meno di alcune tensioni sul fronte obbligazionario, ora gli analisti però non si sbilanciano e invitano alla cautela: la strada è ancora in salita per via degli asset italiani.

Gilberto Minghetti

 




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