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20/05/2022
Una nuova stagione per il Sud
La prospettiva euro-mediterranea dovrebbe essere assunta come visione capace di imprimere una svolta.

"Cambiare il paradigma di sviluppo strategico del Sud: non una macro-area in perenne conflitto con il Nord e fanalino di coda d’Europa, ma macro-area al centro di un nuovo protagonismo internazionale, che punti innanzitutto sul contributo che proprio il Sud può dare all’Europa in un momento certamente ricco di incertezza ma anche di opportunità di costruzione di una agenda di sviluppo, discontinua rispetto al passato. Un’agenda basata innanzitutto sulla cooperazione sovra-nazionale tra i Paesi del Mediterraneo, in molti ambiti su cui si gioca il nostro futuro, dalla sicurezza energetica e alimentare, al capitale umano, alla ricerca scientifica". Le parole con cui Valerio De Molli, Managing Partner & CEO The European House – Ambrosetti, presentava la prima edizione del del Forum “Verso Sud: La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo” indicano con chiarezza l'ampia ambizione dell'evento organizzato, gli scorsi 13 e 14 maggio a Sorrento, con il Ministero per il Sud e per la Coesione territoriale guidato da Mara Carfagna. Un appuntamento che ha occupato le cronache, triste vizio dell'autoreferenziale italico giornalismo, più per i suoi retroscena politicisti che per contenuti e opportunità che vi sono emersi. La prospettiva euro-mediterranea (o med-europea, se si vuole cambiare anche terminologicamente angolo d'osservazione) dovrebbe, invece, essere assunta come vision capace di imprimere una svolta. Un'indicazione già autorevolmente proposta nelle due edizioni di "Mediterraneo frontiera di pace", fortemente volute dal presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, nel solco dei lapiriani "Colloqui mediterranei".

Una traiettoria lungo la quale pensarsi e agire, in conseguenza e forza di quella natura di "ponte gettato dalla natura" tra l'Europa e le coste africane e asiatiche, come ha richiamato nel suo intervento a Villa Zagara, citando don Luigi Sturzo, il premier Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio, per altro, aveva già indicato questa via nel discorso d'insediamento. Chiedendo la fiducia al Parlamento, infatti, sostenne che deve rimanere "forte la nostra attenzione e proiezione verso le aree di naturale interesse prioritario, come i Balcani, il Mediterraneo allargato, con particolare attenzione alla Libia e al Mediterraneo orientale, e all’Africa". Una nuova stagione per il Sud, a vantaggio dell'Italia e dell'Europa tutta, non può concretizzarsi, però, senza la valorizzazione dei territori, cioè delle autonomie locali e dei suoi "corpi intermedi". Come già indicato nella Carta di Firenze sottoscritta da vescovi e sindaci in occasione della seconda edizione di "Mediterraneo frontiera di pace". Il Mezzogiorno d'Italia può essere un vero e proprio hub. Un peculiare, per richiamare formule di Fevbre, "margine solidificato" de "l'universo liquido" che è il Mare Nostrum. Pensando alla centralità più che al centrismo, ce n'è abbastanza persino per fare di una così declinata "questione meridionale" uno dei punti capace di innescare il processo verso un nuovo europopolarismo.

Marco Margrita




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