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26/03/2020
Il Covid 19 non risparmia nessuno
Le associazioni del mondo dell’immigrazione chiedono alle istituzioni una serie di misure urgenti per tutelare i migranti

Il Covid 19 non risparmia nessuno nel suo diffondersi, non fa distinzioni di razza e di colore. La precarietà giuridica, alloggiativa, lavorativa e finanche esistenziale alla quale sono esposti molte/i cittadine/i straniere/i determina rischi specifici e differenti, di cui è urgente discutere anche in un'ottica di salute pubblica. 

Tutto questo è stato ribadito pochi giorni fa da alcuni esponenti delle associazioni più rappresentative del mondo dell’immigrazione in Italia descrivendo l'impatto dell'emergenza Covid-19 sui diritti dei migranti e chiedendo alle istituzioni una serie di misure urgenti per tutelarli. Nel documento, che ha prima firmataria l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, si parla di accoglienza, procedure amministrative e giudiziarie, centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) e hotspot, sbarchi e attività di search and rescue.

Per fronteggiare l’emergenza andrebbero chiusi i Centri di accoglienza straordinaria (Cas), a vantaggio di soluzioni di accoglienza diffusa, assicurando anche la prevenzione e la corretta gestione delle positività al virus in tutte le strutture esistenti. Altra importante questione sono gli interventi necessari negli insediamenti rurali e misure di accoglienza adeguate per i senza fissa dimora. Sul fronte amministrativo è stato chiesto di prorogare ex lege di 6 mesi/1 anno permessi di soggiorno e titoli di viaggio in scadenza o scaduti, oltre alla possibilità di prenotare via pec gli appuntamenti per formalizzare le richieste d'asilo o di presentare telematicamente le integrazioni alle domande di ricongiungimento.

Assieme a queste misure dovrebbero essere sospesi i procedimenti giurisdizionali relativi a espulsioni, allontanamenti e trattenimenti nei Cpr, la sospensione di ogni nuovo ingresso nei Cpr o negli hotspot, prevedendo misure alternative per i trattenuti, non prorogando i trattenimenti o disponendo semplici ordini di allontanamento.

In questa situazione dove rimane prioritario salvaguardare le nostre comunità dalla diffusione del virus, appare doveroso anche continuare a garantire porti sicuri per lo sbarco dei profughi, insieme a misure per tutelare la salute di operatori e persone soccorse evitando concentrazioni in grandi strutture. Se al momento non ci sono grandi preoccupazioni per la diffusione dei contagi tra i migranti occorre attenzionare la possibilità di possibili focolai in queste strutture. Pertanto è indispensabile che i decisori istituzionali, nell'analizzare le conseguenze dell'epidemia sulla società e nella programmazione delle iniziative da intraprendere per tutelare la popolazione, si occupino anche dei diritti delle/i cittadine/i straniere/i attualmente a rischio. L’Italia è compiutamente un Paese multiculturale: oltre cinque milioni di cittadine/i straniere/i risiedono nel territorio italiano e l’immigrazione è, nel nostro Paese, un fenomeno strutturale, ordinario, radicato e stratificato.

Maria Pangaro




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