In the Name of Africa è il più grande evento al mondo di arte e solidarietà in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione organizzato a Roma sabato 12 ottobre da CEFA e dal MCL impegnati a sostenere progetti di cooperazione internazionale in alcuni paesi africani. L’evento è stato sostenuto anche dal Vicariato della Capitale che ha sponsorizzato la giornata nella propria programmazione in occasione del mese missionario straordinario.

Nella mattinata di sabato, sin dalle prime ore del giorno, giovani e dirigenti del MCL si sono adoperati per distribuire in Piazza del Popolo 10.000 piatti vuoti con lo scopo di farli riempire attraverso una donazione per vincere la fame e la malnutrizione in Tanzania. Proprio in Tanzania, il MCL sostiene insieme al CEFA differenti progetti come quello a favore della scuola agraria di Dabaga. Proprio a Dabaga l’aiuto del nostro Movimento è importantissimo per fornire agli studenti della scuola libri e attrezzi agricoli. In questa realtà tanzaniana, le comunità rurali sono a forte rischio di povertà e malnutrizione poiché non possiedono gli strumenti per fronteggiare le numerose difficoltà e progetti come questo contribuiscono a migliorare le condizioni di vita degli abitanti di questo villaggio.

La giornata di sabato è iniziata proprio con questo spirito e tutti si sono sentiti parte di un obiettivo comune. A mezzogiorno poi il momento artistico con tutti i volontari schierati a scoprire i piatti che hanno svelato l’immagine di un libro aperto con una spiga di grano, grafica ideata dal fumettista Francesco Tullio Altan, per rappresentare la cultura come antidoto alla povertà. Infine, nel cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, è stata “disegnata” con i piatti la sagoma dell’Uomo vitruviano, per mettere maggiormente in risalto come la formazione agricola e la conoscenza tecnica siano mezzi fondamentali per sconfiggere la fame. 

Insomma una giornata in nome dell’Africa per contribuire ad aiutare le popolazioni questo continente con gli strumenti adatti affinché diventino autosufficienti e non fuggire dalle loro terre. E come mi hanno insegnato qualche tempo fa gli amici tanzaniani così ripropongo il loro saluto e ringraziamento per questa giornata. “Asante sana”

Maria Pangaro