Anche l’ultimo incontro a Lussemburgo, tra il premier Johnson con Junker e col primo ministro lussemburghese è finito senza sostanziali novità in merito alla Brexit. Ma ormai non ci fa caso più nessuno, l’operetta si è trasformata in tragedia e neppure le tardive - ed inutili - scuse di Cameron sono servite a riaccendere un dibattito.
Alla fine del colloquio, Johnson - che forse questa volta non ha osato poggiare i piedi sul tavolino, come fece all’Eliseo - ha evitato di parlare con la stampa eludendo la conferenza prevista. Dopo la chiusura del Parlamento, proprio per evitare di discutere del problema, si può ben dire “non ci resta che piangere”...
La culla della democrazia liberale che ha nel Parlamento il suo centro storico e che ha avuto nel tempo, per la Gran Bretagna e per il mondo, un ruolo fondamentale, oggi ci presenta un Parlamento chiuso per “paura” ed un primo ministro che fugge via! Margaret Thatcher, la storica lady di ferro, non sarebbe mai “fuggita” di fronte alla stampa.
Di Brexit - dura o soffice - ormai non se ne può più e la prospettiva di un saluto, senza un arrivederci, al 31 ottobre lascia irrisolti problemi strutturali - tra tutti quelli della barriera doganale con l’Irlanda - che si può già intravedere come l’esasperazione populista alla fine di un ciclo di “colloqui amichevoli” (che nel linguaggio diplomatico significa “niente di fatto”) farà pagare proprio alla gente comune dell’ex potenza mondiale, un costo ad oggi incalcolabile dal punto di vista finanziario e terribile sotto quello storico.
Normalmente i Primi Ministri scalpitano per parlare con la stampa e la TV, molti cercano pure di monopolizzare il video con ogni mezzo, ma Johnson fuggendo dalla conferenza stampa ha chiaramente detto che “senza accordo” la Gran Bretagna si avvia al precipizio.
Code doganali e carenze di generi di primaria importanza - tra questi l’insulina - dovrebbero caratterizzare già i primi giorni di novembre e, quando noi ricorderemo la ricorrenza dei defunti, ci sarà chi a Londra potrà ringraziare una politica stolta e nefasta.
La follia di un azzardo non ha trovato la “sua uscita di sicurezza” e oggi nasconde l’incapacità politica per non saper fare proposte. La storia è sempre il risultato di un incontro - talora di scontri - tra visioni, proposte e valori.
La Gran Bretagna di oggi, lontano dal dare insegnamenti agli altri, non sembra più essere capace di proposte, di avere una visione storica, ed in quanto a valori forse le restano solo quelli legati al forte “mal di pancia”.
E Dio continui a “Salvare la Regina”, che potrebbe così vedere, dopo la cancellazione dell’Impero, anche un probabile ridimensionamento del Regno.
Johnson appare così come il nuovo “Vandalo” dei nostri tempi.
Piergiorgio Sciacqua