Un anno fa, proprio in questi giorni, sette “giovani” dirigenti del nostro Movimento partivano alla volta dell’Africa: destinazione Tanzania.
La Presidenza Nazionale ci aveva mandato in “missione” per vedere e toccare con mano la realtà di quanto, assieme al Cefa, abbiamo contributo a costruire in questi anni seguendo le indicazioni, per molti aspetti profetiche, del Senatore Bersani.
Abbiamo avuto, insomma, l’opportunità di confrontarci con cosa significa, nei fatti concreti, lo slogan (abusato) che ci invita ad “aiutarli a casa loro”. Certamente non sempre, e non in ogni caso, è facile ma, probabilmente, molto di piu’, e meglio, si puo’ fare.
Un’esperienza, quella dello scorso anno, che ci ha sicuramente cambiati e ci ha aiutato a vedere anche la realtà intorno a noi con occhi diversi.
Un cambiamento, credo e mi auspico, visibile per chi sta intorno a noi nel movimento, ma non solo ovviamente.
In questi mesi abbiamo avuto modo di condividere questo nostro percorso con tanti amici e mi auguro che il tema della cooperazione internazionale possa essere uno di quelli su cui riflettere anche durante l’intensa fase congressuale che ci stiamo avviando a vivere.
I nuovi populismi si sconfiggono, infatti, anche così conoscendo e mettendosi in ascolto con quel grande continente chiamato Africa, pieno di problemi ed opportunità, e provando ad immaginare cosa, partendo dal proprio vissuto personale e familiare, possiamo concretamente fare per provare a costruire un mondo piu’ giusto ed una globalizzazione in grado di portare diritti e benessere se non per tutti (probabilmente è impossibile) per il piu’ grande numero di persone.