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17/07/2018
Reddito di cittadinanza e centri per l’impiego: qualcosa si muove
I primi passaggi sembrano essere, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbastanza confortanti.

Come noto nel contratto per il Governo del Cambiamento si prevede il lancio dell’ormai “famoso” reddito di cittadinanza anche nel nostro paese.

La misura partirà, però, per step successivi. In una prima fase verrà posta l’enfasi sulla necessità di rafforzare i centri per l’impiego in modo da agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e solo successivamente verrà erogato il sostegno economico vero e proprio.

In questo quadro si deve leggere l’impegno del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nonché azionista di maggioranza del Governo Conte, Luigi Di Maio per lo sblocco immediato dei fondi ministeriali per i “Centri per l’Impiego” annunciato, durante l’incontro con gli assessori regionali competenti.

Saranno così trasferite immediatamente disponibili le residue risorse del 2017 (45 milioni di euro) e quelle previste dal 2018 (ben 235 milioni di euro).

Le Regioni, nel loro insieme, hanno salutato in maniera positiva questo passaggio sottolineando un clima costruttivo tra i vari livelli istituzionali. Si rimarca, tuttavia, come questo finanziamento non sia una novità perché questi fondi erano già previsti dalla legge di bilancio approvata dal precedente governo, ma si registra comunque, il fatto come positivo visto che da tempo le Regioni ne sollecitavano lo sblocco.

L’incontro è stato, peraltro, l’occasione per ricordare la necessità del potenziamento degli organici dei Cpi attraverso l’assunzione di 1600 operatori come, tra le altre cose, già previsto.

Si lavorerà poi, nei prossimi mesi, sul miglioramento quali-quantitativo del lavoro dei centri per l’impiego, agendo, in particolare, sulle leve della motivazione e della formazione del personale.

Un ruolo importante, in tutto questo verrà svolto, come ormai da molti anni, dal Fondo Sociale Europeo che messo a disposizione delle Regioni può rappresentare, se ben utilizzato, uno strumento indispensabile per attivare politiche attive del lavoro efficaci e di qualità nei diversi territori.

La sfida di dotare anche il nostro paese di politiche attive all’altezza delle sfide che stiamo vivendo, e del profondo cambiamento del mondo del lavoro sotto i nostri occhi, non potrà, insomma, essere vinta senza una proficua collaborazione di tutte le istituzioni, a prescindere dal coloro politico, e delle parti sociali.

I primi passaggi sembrano essere, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbastanza confortanti. Forse la campagna elettorale è, finalmente, finita ed è, quindi, arrivato il tempo del governo e delle scelte concrete da fare, prima di tutto, nell’interesse dei cittadini soprattutto quelli più deboli e che più di tutti hanno, e forse stanno continuando a farlo, sofferto la grande crisi economi a e sociale degli ultimi anni.

Giancamillo Palmerini
 




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