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17/07/2018
Arrivano i primi nodi al pettine per il Governo
Ora gli italiani vogliono concretezza.

L’azione del Governo comincia a manifestarsi con obiettivi e contrasti sempre più confusionari. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, intervenendo all’assemblea dell’Abi, ha indicato tre obiettivi dell’azione di politica economica che il governo intende realizzare. Il ministro Tria ha spiegato: “Il Paese, se pur a ritmi non soddisfacenti, presenta tassi di crescita positiva. Le condizioni di salute dell’economia e dei conti pubblici sono ancora buone. Tuttavia, anche se all’interno di un quadro generale positivo, gli indicatori recenti mostrano che c’è un rischio di una moderata revisione al ribasso della stima della crescita. A pesare è il rallentamento della produzione industriale e un rallentamento delle esportazioni. Il disegno riformatore del governo andrà avanti tenendo sempre presente l’impegno alla  riduzione del debito pubblico. In un contesto complesso, la risposta italiana sarà procedere con le riforme strutturali previste nel contratto di governo, con l’idea di avere la capacità di rispondere agli shock esogeni e attivare fattori endogeni di crescita economica”.

Le parole del Ministro sembrano fuori luogo, infatti egli dice che l’impegno del governo va nella direzione della riduzione del debito pubblico. Cari amici scendiamo nel dettaglio del programma di governo e nelle sue sette misure che avrebbero bisogno di finanziamento per essere attuate. La flat tax, il reddito di cittadinanza e rafforzamento dei centri per l’impiego, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, l’eliminazione delle accise sulla benzina, la riforma delle pensioni, nonché le politiche per la famiglia e investimenti.

Orbene l’Osservatorio sui conti pubblici, ha fornito una prima stima del costo del programma. Per farlo ha ripreso altre analisi fatte in passato sui costi economici delle proposte. In base alla stima dell’Osservatorio, il costo oscillerebbe tra i 108,7 miliardi e i 125,7 miliardi. I 17 miliardi di differenza dipendono dalla voce “politiche per la famiglia” che, stando alle analisi, potrebbe prevedere risorse comprese tra zero e 17 miliardi.

Il “problema” è che i 108-125 miliardi non sono spalmati in 5 anni, ma sono annuali, avete ben capito?? In pratica, ogni anno andrebbero trovati tra i 108,7 e i 125,7 miliardi di euro per finanziare le misure su cui Lega e M5S hanno trovato un accordo. Solamente il reddito di cittadinanza ha bisogno ogni anno di 15 miliardi di euro, la flat tax porterebbe all’anno minori entrate per 50 miliardi. Infine la riforma delle pensioni porterebbe ad una spesa sociale per lo Stato di 8,1 miliardi ogni anno.

Pensate che negli ultimi tre anni l’ammontare delle leggi di bilancio è stato di quasi 28 miliardi nel 2017, 27 miliardi nel 2016 e oltre 35 miliardi nel 2015. Un costo ben sotto le stime previste per il programma proposto e sottoscritto da Lega e M5S. Vedremo se le stime avranno ragione.

Vedete cari lettori le buone intenzioni del Governo già si conoscevano, ma da Tria ci saremmo aspettati la ricetta per risolvere l’annoso problema della ‘botte piena e moglie ubriaca’, annoso problema italiano.

E dell’immigrazione che vogliamo dire? Su questo tema pochi giorni fa si è espresso anche il Procuratore di Torino Spataro, infatti egli, sulla vicenda delle ong respinte in mare, dal ministro Salvini, tuona: "non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico. Se per assurdo un barcone di immigrati attraccasse ai Murazzi sul Po, nessuno potrebbe vietare alle persone a bordo di scendere. Se accadesse, tale comportamento sarebbe oggetto di una nostra indagine”.  Continua: “l’immigrazione è una questione che riguarda tutto il mondo. Esiste il divieto di respingere un rifugiato verso luoghi in cui la sua vita possa risultare minacciata. Non si può respingere in mare gli immigrati e non vagliare la loro richiesta di status di rifugiato politico".

E alla procura di Torino risponde Salvini su Twitter: "Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra. Bloccare i porti ai trafficanti non è un diritto ma un dovere. Se qualcuno la pensa diversamente può presentarsi alle elezioni e chiedere cosa ne pensano gli italiani".

Questo è il clima che regna oggi nel nostro Paese a distanza da qualche mese dalla elezioni politiche. Intanto gli italiani aspettano ancora di conoscere le vere intenzioni del nuovo governo sulla realizzazione di quel programma basato sulla propaganda elettorale della Lega e del M5S che ad oggi sembra essersi arenato.

 

Luca Cappelli

 




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