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23/05/2018
Un’alleanza improbabile in vista delle amministrative
Quale sarà il ruolo che giocheranno i cattolici in questa partita è ancora tutto da vedersi

Il governo che si accinge a formarsi getta un po’ di confusione sulle future elezioni amministrative che, nel 2019, vedrà al voto centinaia di comuni italiani nonché la maggior parte delle regioni.

Quella che si configura infatti, è un’alleanza considerata improbabile sino alla sua effettiva realizzazione, un’alleanza tra due forze politiche “nuove”: la rinnovata Lega, capitanata da Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle, il cui capo politico è Luigi di Maio.

Seppur aventi in comune le modalità populiste con cui le due formazioni si sono presentate all’elettorato, Lega e M5S hanno valori e storie molto differenti, una su tutte la concezione di famiglia e la difesa di quei valori morali e valoriali propri del cristianesimo, sino a ieri salvaguardate, tra gli altri, dalla Lega in parlamento.

Tradizionalmente le elezioni amministrative italiane vedono protagoniste una serie sterminata di liste civiche, legate ai partiti solo attraverso le varie sensibilità dei propri candidati e che rappresentano un progetto più concreto legato al territorio di appartenenza.

Oggi, o per meglio dire domani, occorrerà operare una scelta: da un lato le civiche caratterizzate dalla storica alleanza tra le anime del centrodestra, dall’altro un centrodestra diviso, che vedrà la una parte di esso alleato del Movimento Cinque Stelle.

Una prospettiva infausta per il mondo cattolico, che vedrebbe ulteriormente acuire le proprie divisioni interne in vista di una scelta politica iper frammentata dei propri candidati.

Se è vero che da parte di Matteo Salvini vi sia una scelta determinata dalla necessità di scongiurare un governo tecnico, è altrettanto vero che questa stessa scelta risulta essere più difficile in contesti territoriali minori, che hanno una propria storia amministrativa e politica e che difficilmente si rispecchieranno con le scelte intraprese da un eventuale governo, ricordo oggi ancora in fase di costituzione, “Lega-Stellato”, così come presentato dagli stessi fautori dell’improbabile, ma necessaria, alleanza.

Quale sarà il ruolo che giocheranno i cattolici in questa partita è ancora tutto da vedersi, in primis perché occorrerà attendere ancora per capire se questa alleanza potrà avere un effettivo futuro, o se, come molti sperano, sia solo un’operazione strategica di Matteo Salvini al fine di erodere consensi all’attuale alleato pentastellato. In secondo luogo, lo scrivo con amarezza, ma i fatti lo hanno dimostrato in più di un’occasione, vi è la seria possibilità che per una pura rendita politica alcuni possano abdicare ai propri valori in virtù di una nuova e più conveniente identità politica.

Unico baluardo a questa annunciata diaspora politica nonché valoriale, saranno le officine di pensiero, troppo spesso messe in secondo piano, le iniziative culturali e identitarie, nel senso etimologico del termine, di cui il Movimento Cristiano Lavoratori è uno dei maggiori promotori nel mondo cattolico, le quali avranno l’arduo compito di rimettere al centro i programmi e non le opportunità, permeandoli di quei valori fondativi dell’Italia così come dell’Europa, che troppo spesso anche il Partito Popolare Europeo ha lasciato da parte.

Ad una necessità reale dei cittadini, che richiedono più equità sociale e maggior rappresentanza, la risposta potrà essere data dal populismo solo nella misura in cui esso sia guidato da quelle energie e quei principi che hanno condotto l’Italia verso l’Europa dei popoli, tanto voluta da De Gasperi ma ancora molto lontana dal realizzarsi.

Quali quindi gli elementi che caratterizzano questa idea di Europa?  Il principio di sussidiarietà e le autonomie locali.

Quelle stesse autonomie che Don Sturzo strenuamente difendeva e che, oggi, attendono il nostro intervento ed il nostro impegno attivo e concreto, al fine di favorire quel sogno di un’Europa più coesa ed attenta ai bisogni dei propri cittadini, di cittadini finalmente e convintamente europei.

Diego Mele




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