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21/05/2018
Il muro di Cipro
La riunificazione dell’isola si allontana, proprio mentre i caccia di Erdogan minacciano ogni giorno ciò che resta di uno Stato a cui si vuole impedire lo sviluppo

Durante le trattative che si tengono in Svizzera per cercare di risolvere la “questione cipriota”, il dittatore turco Erdogan ha riconfermato che non intende lasciare Cipro Nord. La Turchia occupò gran parte del nord dell’isola nel luglio del 1974 ed oggi passa per Nicosia l’ultimo muro d’Europa.

L’invasione di oltre 50.000 soldati turchi ha fatto di una parte di uno Stato sovrano un territorio fantasma. L’occupazione ha avuto ed ha conseguenze devastanti: in primo ha costretto all’esilio in patria tutta la popolazione residente ed ha islamizzato forzatamente tutto il settentrione che ha radici storiche cristiane da sempre. A niente hanno portato le lunghe trattative: il sultano non intende arretrare!

Le chiese sono state trasformate in moschee, i saccheggi hanno cancellato la storia privata di tutte le famiglie cipriote residenti, Ankara occupa il nord e pensa al gas. Nel mare di Cipro sono stati scoperti i più grandi giacimenti di gas del continente europeo e questo, in sintesi, ci dice molto sui tanti perché di questa irreale situazione.

Di questo muro non si parla in Europa!

Nel Parlamento Europeo si sono sintetizzati i numeri: 133 chiese sconsacrate, cappelle e monasteri convertiti in moschee, oggi 78 chiese sono depositi militari,13 sono diventate magazzini, non sappiamo quale fine abbiano fatto gli arredi sacri e le icone. Chiese ortodosse, cattoliche, sinagoghe sono state unificate in questo trattamento speciale che pure è stato riservato ai Maroniti ed agli Armeni. Nel Monastero di Santa Anastasia oggi c’è una stalla!

Tutto questo ci aiuta molto - se ancora ce ne fosse bisogno - a capire la personalità del Sultano Erdogan.

Dire no ad un ipotetico ingresso della Turchia nell’Unione Europea, tema che ritorna in ogni contatto con lo Stato turco, è il  minimo che si possa fare mentre comunque è necessario cambiare la nostra politica verso questo Paese che “occupa” e ci ricatta con la “questione migratoria”.

La riunificazione dell’isola si allontana, proprio mentre i caccia di Erdogan minacciano ogni giorno ciò che resta di uno Stato a cui si vuole impedire lo sviluppo possibile che i giacimenti di gas potrebbero permettere e che invece Erdogan sta cercando di bloccare. I nostri tecnici dell’Eni, recentemente, hanno dovuto lasciare le piattaforme.

Resiste nella Cipro libera, ed è molto radicato, il senso dell’identità culturale e storica: questo rende fiero un popolo che sa resistere ma che non può essere abbandonato al suo destino.

Anche attraverso la “questione cipriota” passa il cambiamento delle politiche europee che tutto il MCL auspica.

Pier Giorgio Sciacqua

Vice Presidente Nazionale MCL

 

 




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