I mercati del lavoro europei sono stati messi a dura prova dalle recenti crisi: sia finanziaria che dei debiti sovrani. Ma gli effetti in termini di ampiezza e di durata della disoccupazione sono stati diversi nei singoli paesi dell’Eurozona. Attualmente anche se le economie europee stanno crescendo con un certo vigore, questo non significa che le cicatrici della crisi siano guarite, che gli squilibri sociali si siano attenuati, o che i problemi europei della disoccupazione siano solo un lontano ricordo. Pertanto l’elevato livello raggiunto da quest’ultima ha rilanciato da più parti il dibattito sull’opportunità che debba essere introdotta a livello europeo un'assicurazione contro la disoccupazione. In ultimo il Presidente del Mcl Carlo Costalli in occasione del Consiglio Generale. A voler essere precisi però son più di quarant’anni che si discute di questo argomento, a partire dal ‘rapporto Marjolin (1975)’: nel quale s’è scritto per la prima volta della necessità di creare un ‘Fondo comunitario d’indennità di disoccupazione’. Al momento la Commissione Europea si sta occupando del problema e una proposta spagnola per un’assicurazione europea contro la disoccupazione sarà presto discussa in Parlamento. Anche in questo caso, come avvenuto per tutte le principali riforme sociali a livello dell’Unione Europea, v’è una polarizzazione e una politicizzazione del dibattito sull'opportunità dell’istituzione di una indennità di disoccupazione europea. Da un lato i fautori di questo intervento sostengono che, oltre a migliorare la solidarietà e l'integrazione del mercato del lavoro, questa misura di policy potrebbe permettere ai paesi di superare le crisi, con l’attenuazione degli shock negativi, senza andare incontro a crisi di bilancio. Dall’altro gli oppositori, invece, affermano che le politiche sociali dovrebbero rimanere saldamente nelle mani degli stati membri.
Aggiungendo anche che una tale misura non potrà mai essere politicamente percorribile (o desiderabile) visto che implica aiuti incrociati permanenti da parte dei paesi con Istituzioni e mercato del lavoro funzionanti verso quelli con un elevato tasso di disoccupazione, che sarebbero anche meno incentivati a riformare il loro mercato del lavoro. Chi ha ragione? Risulta difficile stabilirlo. Per farlo faremo riferimento ad una recente analisi [1]. Da quest’ultima emerge che i benefici della condivisione a livello europeo del rischio di disoccupazione sembrano essere molto bassi e risulta molto improbabile che da soli possano fornire una motivazione valida per l'introduzione di un siffatto sistema assicurativo. La ricerca però non considera gli eventuali vantaggi in termini d’integrazione e di mobilità del mercato del lavoro europeo dell’introduzione di un’assicurazione europea contro la disoccupazione. Nel contempo mostra anche che: 1) nonostante le grandi differenze esistenti tra i mercati del lavoro europei, le politiche assicurative contro la disoccupazione sono molto simili e che i guadagni che si potrebbero ottenere modificando i sistemi attuali verso una direzione comune sono considerevoli; 2) nel caso queste differenze nelle Istituzioni del mercato del lavoro (e di conseguenza nei tassi di disoccupazione) venissero neutralizzate da aliquote fiscali specifiche per ogni paese, un sistema di assicurazione comune potrebbe migliorare il benessere di tutti i paesi.
Pertanto un’assicurazione europea contro la disoccupazione potrebbe essere introdotta attraverso i sistemi nazionali esistenti col sostegno di un fondo europeo che assorba i disavanzi e gli avanzi di bilancio dovuti alle deviazioni dal tasso di disoccupazione nazionale di equilibrio. Pertanto il contratto tra il Fondo Europeo ed il sistema nazionale di assicurazione contro la disoccupazione può essere congegnato per essere neutrale rispetto alle entrate fiscali. In sintesi, secondo l’analisi considerata il principale vantaggio di un’assicurazione europea contro la disoccupazione è duplice: i) In primo luogo, permette ai paesi membri di andare verso un sistema di assicurazione contro la disoccupazione più efficiente, mentre potrebbero esserci dei vincoli politici muovendosi individualmente in questa direzione; ii) In secondo luogo, le aliquote fiscali differenziate associate al sistema di assicurazione europea contro la disoccupazione fornirebbero un modo trasparente per valutare i benefici delle riforme del mercato del lavoro nei paesi membri. Inoltre, quest’ultimi potranno sempre migliorare il sistema comune se lo desiderano - ad esempio, aumentando i tassi di sostituzione nel mercato del lavoro - e l’assicurazione europea contro la disoccupazione può anche migliorare la coesione e la mobilità del lavoro tra i paesi aderenti all'UE e l’identità con l'UE, che è esattamente nello spirito della proposta originale del Rapporto Marjolin.
[1] Ábrahám A., J. Brogueira de Sousa, R. Marimon, L. Mayr - Agreeing to an unemployment insurance system for the euro area?
Marco Boleo