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18/10/2017
La realtà è superiore alle idee
Lunità nella fede non è sinonimo di unità nelle opzioni politiche

Ricorrerà il prossimo 17 ottobre l’anniversario del primo Forum delle associazioni cristiane più impegnate nel sociale svolte nel 2011 a Todi. Governava Berlusconi. Era stato un appuntamento a porte chiuse, … con molte ore di discussioni con tanti invitati, con un cartello di associazioni che aveva dato vita, l’estate precedente, al Manifesto della buona politica atteso per rispondere, «all'appello del Papa, ribadito dai vescovi italiani, per un impegno fecondo dei cattolici rivolto al rinnovamento morale e civile della politica nazionale». E si erano dette disponibili, se non vado errato, «per spirito di servizio, non per rivendicare primazie». L’obiettivo era quello di stimolare «una grande, generosa, generale mobilitazione delle energie civili, sociali, imprenditoriali degli italiani che metta in moto le forze positive che si esprimono nella società al servizio del bene comune».

Assecondati altresì dall’allora cardinale Angelo Bagnasco dalla cui relazione si leggeva: «la collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l'immagine del Paese all'esterno ne viene pericolosamente fiaccata. Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale».

Conosciamo poi la storia! E adesso?

Non dimenticheremo mai le nostre origini, che non ci sono dogmi di fede e non ci sono dogmi di nessun genere per quel che riguarda le prassi sociali, il servizio e la disponibilità verso ogni fragilità.

Le parole del Papa e dei vescovi italiani insomma risuonano anche all’interno del dibattito tra le associazioni e i movimenti. Non si può tuttavia rimanere indifferenti verso il fatto che qualcosa si muove in direzione di un’area importante del Paese e che ciò avviene su una base eminentemente politica, ciò che avrà necessariamente riflessi sulle opzioni che investiranno l’area cattolica. La quale, come è noto dal Concilio in qua, non ha un impianto monolitico e rifugge dalle soluzioni prefabbricate. L’unità nella fede non è sinonimo di unità nelle opzioni politiche visto che, come diceva Sturzo, cattolico vuol dire universale mentre partito vuol dire parte. Per cui se una o più parti si organizzano nella libertà, la stessa libertà è garantita ad ogni altra parte. E a nessuna è consentito di rivendicare la rappresentanza del tutto. Può darsi che nel festeggiare il “compleanno” si trovi il modo di riconfermare il concetto chiedendo alla politica se potesse dare una mano?

Vedremo se a Cagliari qualcosa si muoverà!

Un convegno pastorale nazionale, un sinodo per l’Italia, un’assemblea dei cattolici italiani, un comitato centrale dei laici italiani: le formule sono tante. Il rinnovamento della presenza dei cattolici nella politica italiana passa anche e soprattutto dal rinnovamento delle forme della loro partecipazione alla vita della chiesa.

 

Gilberto Minghetti

 

 

 




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