PRIMO PIANO
02/08/2017
L'eredità di Don Sturzo tra sociologia, politica e cultura
Un tentativo di evidenziare gli aspetti del suo pensiero sono ancora contornati di validità

Come tutti gli uomini che hanno lasciato una ricca eredità  di pensiero oltre che di una vasta produzione  e una scelta coerente di modalità e posizioni,  l‘insegnamento di Sturzo, nonostante tutto si configura con molte interpretazioni, ma comunque inerenti al suo ricordo, un atto dovuto a quel lontano 8 agosto del l959.

A queste note introduttive e dalla consapevolezza che non si può guardare ai problemi dell’oggi senza  conoscere il passato, occorre andare in fondo  dedicando il maggior spazio possibile  senza voler attualizzare la  sua eccezionale  eredità, ma cercare di riconoscere il valore delle sue speranze per la formazione dei giovani e il successivo compito di guida  della società.

Se è vero che la cultura sta diventando sempre più tecnica e  parziale e che questo  sapere specialistico sta spegnendo le idee e, quindi, la capacità di vedere al di là dall’obiettivo immediato finendo con il promuovere il disimpegno verso tutti i vincoli sociali e morali, gli storici e i sociologi, intervengono sempre mettendo in rilievo gli aspetti e gli insegnamenti sturziani che ancora oggi possono offrire in tal senso validi spunti di riflessione.

Un ampio dibattito si è sviluppato sempre all’interno della sociologia sturziana del soprannaturale che, come è noto, ha sempre teso verso un grande impegno etico e un costante sempre fervido tentativo di creare una cultura che potesse rafforzare la coscienza civile e quella politica.

Nella situazione assai avvilente nella quale oggi ci troviamo è apparsa come una istanza più attuale e pressante. Oggi siamo sempre più consapevoli che non esistono teorie sociologiche indipendenti da scelte di valori e presupposti ontologici di fondo, pertanto non avrebbe senso sviluppare nei confronti della sociologia di Sturzo una critica fondata sulla rivendicazione del limite da osservare nell’uso di categorie volte a descrivere e a interpretare i fenomeni sociali concreti.

La forte componente spiritualistica e religiosa del discorso di Sturzo, che trova, come noto la sua compiuta espressione nell’opera “La vera vita, sociologia del soprannaturale 1943”, si mostra dunque, ancora oggi valida nel prospettare una via alternativa che sia in grado di evitare l’unidimensionale cui tendono, da un lato le diverse teorie strutturalistiche e, dall’altro quelle che si rifanno sull’individualismo metodologico e al modello della società tradizionale.

Adottando una prospettiva multidimensionale, Sturzo, ha saputo, infatti mostrare la fondamentale ambivalenza che caratterizza la dinamica sociale nella tensione della determinatezza normativa ed organizzativa garantita  da forme sociali peraltro sempre riduttive e l’indeterminatezza dell’agire creativo e innovativo che trova espressione all’interno di quelle stesse forme.

Se Sturzo, dunque, ha indicato la giusta direzione verso cui deve orientarsi la teoria sociologica contemporanea, ora e resta a noi di approfondire e sviluppare, nel ripensamento delle categorie interpretative e delle funzioni proprie dell’analisi sociologica una prospettiva teorica, non riduttiva e aperta alla complessità degna di quella che Sturzo appassionatamente perseguiva.

Un altro aspetto dell’eredità Sturziana va messo in rilievo chiarendo  il concetto di “conosci te stesso  a suo tempo ripreso e riproposto nei termini in cui è stato consegnato all’umanesimo cristiano da S. Agostino e che rappresenta il presupposto fondamentale per la cultura di una società senza conoscenza: non c’è cultura senza umanità.

Per cultura si intende anche come  si evidenzia la capacità non solo di fare politica ma anche di sapere leggere per farne una critica che sempre indispensabile se non si vuol lasciare la politica nelle mani dei gestori della cosa pubblica.

Una attività, dunque, complessa e nutrita  che avrà avuto anche i suoi punti deboli, ma che ancora oggi in questo tragico momento di caduta della cultura politica non manca di offrire importanti spunti di riflessione di alto livello etico e democratico.

Una riflessione  che si rende urgente anche per un  Movimento di lavoratori a cui sta a  cuore  accertare quel fenomeno ormai di massa di degradazione culturale che, come è stato da più parti messo in rilievo, ha aperto la strada alla  perdita dei valori e a quella generale situazione di smarrimento e di povertà di pensiero in cui versa oggi la nostra società.

Certo,  non si può fare nulla per correggere le degenerazioni, ma si possono offrire importanti servizi di  integrazione e di richiamo e sollecitazione ai valori della cultura autentica, della libertà intellettuale e dell’insegnamento morale di chi lo ha fondato, perché sono valori sempre attuali e contributi dei quali non si può e non si deve fare a meno nel travaglio difficile ed amaro dei tempi nei quali viviamo.

7 agosto 1959:  Siate voi stessi!  Vale la pena allora ricordare….

"Ho avuto sempre fiducia (e quindi speranza) nell'avvenire; un avvenire prossimo o remoto, che si realizzi me vivente o quando le mie ossa riposeranno in un cimitero, non importa; perché ho sentito la vita politica come un dovere e il dovere dice speranza. Io credo nella provvidenza divina. Sono certo che la mia voce, anche se spenta, rimarrà ammonitrice per la moralità e per la libertà nella vita politica: una voce contro lo statalismo, contro la demagogia, contro il marxismo. Spero che i cattolici riprendano coraggio, senza bisogno di mutuare dai socialisti idee sociali ed etiche delle quali questi ultimi ignorano il valore, senza bisogno di cercare a sinistra alleati infidi né a destra collaboratori malevoli; ma curando di essere se stessi, affrontando le difficoltà che la vita stessa impone e soprattutto correggendo certi errori del recente passato che ne hanno alterato la linea".(Luigi Sturzo)

Gilberto Minghetti




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet