Nelle slide presentate dal Primo Ministro Renzi al termine del Consiglio dei Ministri dello scorso 15 ottobre i conti non tornano. Mancano all'appello, infatti, circa 44 miliardi di euro di coperture stando almeno alle informazioni da lui fornite.
Vediamo nel dettaglio i conti dell'oste. Il costo in termini di maggiori spese e/o minor gettito di alcuni provvedimenti non è indicato. In primo luogo non è, infatti, dato conoscere l'effetto sulle entrate fiscali della riduzione dell'Ires e dell'abolizione dell'Irpef agricola. Non sono altresì contabilizzate le spese per la cultura, la famiglia e lo sport tanto sbandierate. Vi sono inoltre come consuetudine le entrate sovrastimate: si pensi ai 2 miliardi derivanti dalla voluntary disclosure (il provvedimento sul rientro dei capitali e l'emersione del nero "domestico") ed i 4 derivanti dall’abolizione di Equitalia.
Come da copione, recitato anche da tutti i governi che lo hanno preceduto, abbiamo le previsioni molto ottimistiche sulla crescita del PIL: un secco 1%. Molto utile per la sovrastima delle entrate e la sottostima del disavanzo, del rapporto deficit/PIL e del debito pubblico sul PIL. Nel dettaglio le nuove spese e/o le minori entrate previste dalla manovra ed illustrate nelle slide assommano a circa 64 miliardi. Mentre le nuove entrate e/o risparmi di spesa assommano a circa 12 miliardi. Se a queste ultime aggiungiamo lo sforamento del disavanzo concordato con Bruxelles che il governo prevede di portare dall’1,8 al 2,3% del PIL, equivalente a circa 8 miliardi, otteniamo una ventina di miliardi. Visto che 64 - 20 è uguale a 44, mancano per l'appunto 44 miliardi di copertura finanziaria. Quello che fa specie in questa vicenda è che ad avallare questa manovra vi è un Ministro dell'Economia che conosce bene questi magheggi.
Potremmo concludere amaramente: che si è disposti a fare pur di restare seduti in una prestigiosa poltrona.
Marco Boleo